Concetti Chiave
- Sibilla Aleramo, nata nel 1876 ad Alessandria, è stata una scrittrice e poetessa simbolo della lotta per l'emancipazione femminile.
- La poesia "Nel bosco" utilizza la sinestesia per evocare sensazioni effimere e intangibili legate alla natura, rappresentate da fragole rosse.
- "Sono tanto brava" esprime il disagio di una donna in un mondo maschile, con una facciata di forza che si dissolve al calar della sera.
- La poesia "Le mie mani" esplora la malinconia di un amore passato, con le mani come simbolo di legame e ricordo dell'amato.
- Le opere di Aleramo sono caratterizzate da versi liberi e immagini evocative che esplorano temi universali dell'amore e dell'identità femminile.

Indice
“Nel bosco”, poesia di Sibilla Aleramo
Sono andata nel bosco
nel mattino ricco di luce
vagamente per te sperando cogliere
dalla musica tenera dell’aria
qualche fresco sussurro di parole,
ed ecco ti porto invece
solo un poco di fragole rosse,
profumano e brillano,
per la tua gioia, o amato.
In un mattino dal cielo splendente (ricco di luce), mi sono recata nel bosco. Genericamente (mi sono recata lì) per te, sperando di capire attraverso la musica soave dell'aria qualche tenero sussurro di parole. Ecco che invece ti porto solo qualche fragola rossa, che profuma e luccica,
per la tua gioia, o mio amato.
La poesia “Nel bosco” di Sibilla Aleramo si presenta come un componimento breve di nove versi liberi, che utilizza frasi brevi e molto evocative. Ad essere di particolare effetto è la figura retorica della sinestesia, che consiste cioè nell’accostamento di termini che appartengono a sfere sensoriali diverse. Infatti, le parole “fresco sussurro” e “musica tenera” uniscono ad una sensazione di tatto, una caratteristica uditiva. Nel componimento la poetessa racconta di essersi recata in un mattino soleggiato in un bosco nella speranza di poter catturare quelle belle sensazioni ad esso legato, una tenera musica, un sussurro fresco dell’aria. Sensazioni intangibili ed effimere che è difficile rievocare. Così l’autrice prova a raccoglierle e contenere quelle emozioni in un mazzetto di fragole, che profumano e brillano e donano gioia all’amato.
Per ulteriori approfondimenti su Sibilla Aleramo vedi qui
“Sono tanto brava”, poesia di dolore
Sono tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad aver orgoglio
quasi fossi un uomo.
Ma, al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano:
Sera, sera dolce e mia!
Sembrami d'aver fra le dita la
stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo,
sguardo sperduto, e vene.
Riportiamo brevemente una parafrasi e un commento al testo della poesia: Durante il giorno sono molto brava. Sono comprensiva, accondiscendente e non mi lamento, non piango. Sembra quasi che io sia orgogliosa e intangibile come un uomo. Ma quando arriva la sera e il cielo inizia a colorarsi di rosa e viola, questa falsa struttura scompare. Tu sospiri alla sera, felice del suo arrivo. Ma per me, questa rappresenta la stanchezza di tutta la terra che mi piomba addosso. E divento un’anima persa, apatica fatta solo di sguardo vuoto e vene.
In questa poesia, che appartiene alla raccolta “Momenti” del 1921, Sibilla Aleramo ci riporta le emozioni dolorose di una donna che viene repressa e non è totalmente libera in un mondo di uomini. Durante il giorno, ci dice l’autrice, è “tanto brava”, fa ciò che gli uomini si aspettano che una donna faccia e se vogliono che lei sia felice lo è. Ma questo, lei lo sa, è solo una facciata. Al calar della sera, al primo “brivido di viola nel cielo” torna prepotente tutto il suo disagio, ogni forza diurna scompare, l’umore cambia. Il peso e l’insofferenza per un mondo ingiusto si fanno sempre più forti. E davanti alla sera l’autrice non ha bisogno di fingere ma è comunque rassegnata al proprio infelice destino.
Per ulteriori approfondimenti su altre poesie di Sibilla Aleramo vedi qui
“Le mie mani”, poesia d’amore
Le mie mani
ricordando che tu le trovasti belle,
io accorata le bacio,
mani, tu dicesti,
a scrivere condannate crudelmente,
mani fatte per più dolci opere,
per carezze lunghe, dicesti, e fra le tue le tenevi
leggere tremanti,
ora ricordando te
lontano
che le mani soltanto mi baciasti,
io la mia bocca piano accarezzo.
Riportiamo la parafrasi della poesia: Ricordo che tu trovavi belle le mie mani, e per questo con cura le bacio. Le mie erano mani, dicevi, fatte per cose dolci, che io condannavo a scrivere. Erano adatte a carezze, per questo le tenevi con cura tra le tue, leggere, tremanti. Ora, che sei lontano, queste mie mani mi ricordano te, e le uso per accarezzare la mia bocca, perché sono piene dei tuoi baci.
In questa poesia, di dodici versi liberi, l’autrice guarda con malinconia ad un amore passato. È un amore sempre presente, ancora forte, che riaffiora ogniqualvolta si ritrova ad usare le mani. Quelle mani che, la persona da lei amata, a sua volta tanto amava. E allora le mani, che sono il mezzo attraverso cui la scrittrice si esprime (a scrivere condannate crudelmente), sono anche, fisicamente e metaforicamente, il mezzo e il legame che essa mantiene con il suo amato.
Per ulteriori approfondimenti sulla poesia “Le mie mani” vedi qui
Domande da interrogazione
- Chi era Sibilla Aleramo e quale ruolo ha avuto nella letteratura?
- Quali sono le caratteristiche principali della poesia "Nel bosco"?
- Qual è il tema centrale della poesia "Sono tanto brava"?
- Come viene descritto l'amore nella poesia "Le mie mani"?
- Quali sono le tecniche poetiche utilizzate da Sibilla Aleramo nelle sue poesie?
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, è stata una scrittrice e poetessa italiana nata nel 1876 ad Alessandria. È conosciuta come simbolo della lotta per l'emancipazione femminile grazie alla sua scrittura femminista e progressista.
"Nel bosco" è una poesia breve di nove versi liberi che utilizza frasi evocative e la figura retorica della sinestesia. La poetessa descrive un'esperienza nel bosco, cercando di catturare sensazioni effimere e intangibili, rappresentate simbolicamente da fragole rosse.
La poesia "Sono tanto brava" esplora il dolore e la repressione di una donna in un mondo dominato dagli uomini. Durante il giorno, la protagonista finge di essere felice e conforme alle aspettative maschili, ma la sera rivela il suo disagio e la sua stanchezza.
Nella poesia "Le mie mani", l'autrice riflette con malinconia su un amore passato. Le mani, che erano amate dall'amato, diventano un simbolo di connessione e ricordo, rappresentando sia il mezzo di espressione della scrittrice che il legame con l'amato.
Sibilla Aleramo utilizza tecniche poetiche come la sinestesia, versi liberi e un linguaggio evocativo per esprimere emozioni profonde e complesse, esplorando temi di amore, dolore e emancipazione femminile.