Concetti Chiave
- Ligurio e Callimaco orchestrano un inganno per permettere a Callimaco di giacere con Lucrezia, facendo credere a Nicia che una pozione di mandragola possa rendere gravida sua moglie.
- Ligurio è il vero stratega della commedia, guidando abilmente l'azione e sostenendo la trama con la sua intelligenza, mentre Callimaco appare come il frontman dell'inganno.
- Nicia è un personaggio sciocco e facile da ingannare, privo di riflessione e in balìa degli eventi, il cui linguaggio inadeguato tradisce la sua debolezza.
- L'uso del linguaggio è fondamentale nella "Mandragola", con il linguaggio misurato di Ligurio che si contrappone a quello istintivo e scomposto di Nicia, contribuendo alla caratterizzazione dei personaggi.
- La "Mandragola" è una commedia che segue la tradizione greca e latina, con una struttura in cinque atti e un tema di amore contrastato, ambientata nella Firenze dell'epoca di Machiavelli.
Indice
Le virtù della mandragola e l’inganno ai danni di Nicia
Ligurio e Callimaco stanno preparando l’inganno grazie al quale Callimaco potrà giacere con Lucrezia. Per convincere il marito, lo sciocco Nicia, Callimaco si è travestito da medico: una pozione di mandragola, dice, è il rimedio giusto per rendere gravida una donna.
Il gioco dei personaggi
In apparenza è Callimaco a tenere le redini del dialogo che abbiamo letto. Da falso medico usa gli argomenti giusti per convincere Nicia: illustra con sicurezza le virtù della mandragola; vanta i propri successi professionali alla corte francese; rassicura prontamente le titubanze di Nicia («Sta’ saldo! e’ ci è rimedio»). In realtà, però, neppure Callimaco riesce a gestire tutte le conseguenze del piano: infatti chiede aiuto a Ligurio in un a parte, cioè in una battuta pronunciata sottovoce, solo per il pubblico («Chi disporrà el confessoro?»). A tenere i fili dell’azione è proprio Ligurio. Quando è necessario ingannare Nicia, egli lascia astutamente la parola a Callimaco: non vuole attirare su di sé l’attenzione. Interviene solo quando l’amico vacilla: «Io ho pensato el rimedio»; «E anche a questo è rimedio». L’intelligenza operativa di Ligurio sorregge tutta la trama con sicurezza: è lui il “principe” della commedia. Il perfetto sciocco è invece Nicia. Si fa imbrogliare perché è totalmente privo di equilibrio e di riflessione: ammira eccessivamente Callimaco, prova subito terrore per gli effetti della mandragola e poi per il tribunale degli Otto, non sa come convincere la moglie. È un individuo in balìa degli eventi e degli altri, ma è anche un egoista (usa Lucrezia per diventare padre) e un criminale opportunista (accetta di sacrificare un innocente per raggiungere i propri scopi). Lo frena solo la paura del disonore («io non vo’ fare … me becco») e soprattutto della giustizia («Ma sopr’a tutto che non si sappia, per amore degli Otto!»). Infine, però, Nicia accetta il «rimedio» propostogli dal falso medico perché crede senza discutere che, prima di lui, anche «re e principi e signori» abbiano agito così.
La caratterizzazione attraverso il linguaggio
A tradire la debolezza di Nicia è anche il suo linguaggio, istintivo, inadeguato. Prima loda eccessivamente Callimaco («Dite pure, che io sono per farvi onore di tutto e per credervi più che al mio confessoro»), mentre poco dopo lo accusa di volerlo uccidere («A me non l’appiccherai, tu!»): qui passa, improvvisamente, dal “voi” al “tu”. Quando ha più paura, Nicia reagisce in modo scomposto: usa allora parole triviali («Cacasangue!») o dialettali («suzachera»). Ben diversa suona la lingua sempre azionale e misurata di Ligurio: poche parole, efficaci, valgono più di mille ciance. Anche questo uso sapiente del linguaggio, capace di caratterizzare i personaggi sulla scena, rende viva e comica la Mandragola.
Mandragola
L’opera viene scritta probabilmente nel 1518, alcuni anni dopo Il Principe e nella fase in cui Machiavelli si ritrova escluso dalla vita politica fiorentina. Pubblicata e forse rappresentata già in quell’anno, incontra subito un buon successo. In seguito viene ristampata più volte. La commedia è ambientata a Firenze, al tempo dell’autore; i personaggi parlano la lingua viva della città, ed è anche questo un elemento molto interessante. La costruzione della trama ricorda però gli schemi della commedia greca e latina: la commedia si struttura infatti in cinque atti e svolge il tema dell’amore contrastato (in questo caso tra Lucrezia e Callimaco); inoltre, il lieto fine giunge grazie all’intervento di un personaggio esterno (Ligurio), capace di sfruttare le circostanze. In questo schema si inserisce un motivo caro alla tradizione toscana e fiorentina, quello dello sciocco beffato e contento (il marito Nicia), già presente nel Decameron di Boccaccio: la fonte a cui Machiavelli si ispira è forse la sesta novella della terza giornata.Domande da interrogazione
- Qual è l'inganno orchestrato da Ligurio e Callimaco ai danni di Nicia?
- Chi è il vero manipolatore nella commedia "Mandragola"?
- Come viene caratterizzato Nicia attraverso il linguaggio?
- Quali elementi della "Mandragola" ricordano la commedia greca e latina?
- In che modo la "Mandragola" riflette la tradizione toscana e fiorentina?
Ligurio e Callimaco ingannano Nicia facendogli credere che una pozione di mandragola sia necessaria per rendere gravida sua moglie Lucrezia, permettendo così a Callimaco di giacere con lei.
Ligurio è il vero manipolatore nella commedia, poiché gestisce abilmente l'inganno e sostiene l'intera trama con la sua intelligenza operativa.
Nicia è caratterizzato da un linguaggio istintivo e inadeguato, che tradisce la sua debolezza e mancanza di riflessione, passando da lodi eccessive a accuse improvvise.
La "Mandragola" ricorda la commedia greca e latina nella sua struttura in cinque atti e nel tema dell'amore contrastato, con un lieto fine grazie all'intervento di un personaggio esterno.
La "Mandragola" riflette la tradizione toscana e fiorentina attraverso il motivo dello sciocco beffato e contento, rappresentato dal personaggio di Nicia, ispirato forse alla sesta novella della terza giornata del Decameron di Boccaccio.