Concetti Chiave
- Il machiavellismo nasce dalle distorsioni del pensiero di Machiavelli, usate per legittimare comportamenti cinici e amorali per il potere.
- L'opera di Machiavelli ha generato interpretazioni strumentali, note come machiavellismo, che promuovono l'uso della forza e della spregiudicatezza.
- Oltre alla politica, il machiavellismo si è diffuso nei rapporti umani, promuovendo l'arte dell'astuzia e della dissimulazione.
- Il machiavellismo è visto come una scienza dell'uomo, proponendo strategie per il dominio anche in ambiti non politici, come le relazioni amorose.
- Nel Seicento, Machiavelli viene associato a figure come Don Giovanni, che incarnano il cinismo e la sfida alle convenzioni morali.
Indice
Diffusione e distorsioni del pensiero
La fortuna dell’opera di Machiavelli e la sua rapida diffusione europea furono all’origine di inevitabili distorsioni del pensiero dello scrittore fiorentino. Tali distorsioni nascevano dall’aspirazione a piegarlo alle più varie esigenze, e diedero vita alle diverse e spesso strumentali interpretazioni che vanno sotto il nome di machiavellismo. Con questa espressione si intende un atteggiamento volto a legittimare comportamenti cinici e amorali al fine di conquistare e conservare il potere.
Machiavellismo e lessico associato
Contestuale alla diffusione dell’opera e delle interpretazioni del pensiero di Machiavelli fu la proliferazione precoce di un lessico vario relativo al machiavellismo. Secondo quanto osserva lo studioso Giovanni Macchia, il machiavellismo, inteso come arte dell’astuzia e della dissimulazione, s’infiltrò, nella coscienza comune come una nuova visione dei rapporti umani.
Estensione dei principi machiavelliani
Si verifica così un’estensione sorprendente dei principi di spregiudicatezza e di legittimazione della forza, che, dall’ambito specialistico della politica, si allargano a quello più generale del comportamento umano. Il machiavellismo si propone dunque come “raffinata scienza dell’uomo” e la dottrina di Machiavelli, modello di una strategia mirata a ottenere il dominio, può essere persino trasposta sul piano della conquista amorosa. In pieno Seicento il Segretario fiorentino, maestro di arte politica, sarà quasi eletto a precettore dal grande conquistatore Don Giovanni, la cui ossessione di sedurre quante più donne possibile, e la tensione a infrangere le regole, si sposa con il cinismo e l’ostentata noncuranza delle convenzioni morali e sociali.