Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nel Quattrocento fiorentino, la rivalità tra le famiglie Pazzi e Medici culmina nella congiura, pianificata per assassinare Lorenzo e Giuliano de' Medici nella cattedrale di Firenze.
  • La congiura coinvolge figure importanti come Francesco Salviati e Papa Sisto V, che sperano di spodestare i Medici e ottenere il controllo di Firenze.
  • Lorenzo de' Medici sopravvive all'attentato, grazie alla sua capacità di difendersi e all'aiuto dei suoi sostenitori, mentre Giuliano viene ucciso da Bernardo Bandini e Francesco de' Pazzi.
  • Nonostante gli sforzi di Jacopo de' Pazzi di ottenere il supporto popolare, la congiura fallisce e i congiurati vengono catturati e giustiziati, evidenziando il forte sostegno dei cittadini ai Medici.
  • Machiavelli, nel narrare l'evento, adotta uno stile distaccato e incisivo, mettendo in evidenza l'ipocrisia e il tradimento dell'epoca e criticando la mancanza di libertà nella Firenze dei Medici.

Indice

  1. Introduzione e antefatti[/2] La congiura dei Pazzi
  2. La congiura dei Pazzi
  3. Pianificazione dell'attentato
  4. L'attacco in cattedrale
  5. Reazione e fuga dei congiurati
  6. La caduta dei Pazzi
  7. Il popolo e i Medici
  8. La vendetta dei Medici
  9. Stile narrativo di Machiavelli

Introduzione e antefatti[/2]

La congiura dei Pazzi

Nella Firenze del Quattrocento, i Pazzi era fra le più importanti, ricche e prestigiose della città. Per loro Brunelleschi realizzò la cappella omonima. Durante la signoria dei Medici e soprattutto al tempo di Lorenzo il Magnifico, a Jacopo, il leader della casata, e a suoi nipoti non erano riservati tutti gli onori che pareva meritare, come scrive Machiavelli [forse, lo scrittore più favorevole ai Pazzi che non ai Medici?]. Da questo derivavano la competizioni e gli scontri continui fra le due casate, fino ad arrivare alla famosa congiura, nella quale furono coinvolti altri personaggi dell’epoca, accomunati tutti da interessi antimedicei come

Francesco Salviati, nominato arcivescovo di Pisa proprio perché ostile ai Medici

Papa Sisto V che, una volta eliminati i Medici, si riprometteva di offrire la signoria di Firenze al nipote Gerolamo Riario della Rovere oltre all’avallo del re di Napoli, Ferrante d’Aragona.

Pianificazione dell'attentato

L’attentato fu così pianificato: Lorenzo e il fratello Giuliano sarebbero stati assassinati, nella cattedrale di Firenze, Santa Reparata, domenica 26 aprile del 1478, durante la celebrazione della Messa; il segnale convenuto era il momento preciso in cui il sacerdote celebrante faceva la comunione. Machiavelli ci descrive il fatto nelle Istorie fiorentine, scritte, oltre 40 anni dopo l’accaduto.

Contemporaneamente all’assassinio, l’arcivescovo Salviati, con le sue milizie, avrebbe occupato il palazzo della Signoria, mentre il cardinale Raffaello Riario era stato fatto venire appositamente a Firenze per permettere ai congiurati di essere meno sorvegliati dal servizio di sicurezza, dislocato in più punti.

L'attacco in cattedrale

La chiesa era affollata. Al momento dell’inizio dell’ officio religioso, Giuliano de’ Medici non era ancora arrivato, per cui Francesco de’ Pazzi insieme ad un altro congiurato (Bernardo Bandini) si recarono nel palazzo Medici per pregare Giuliano di intervenire alla cerimonia e lo condussero in Santa Reparata. Durante il percorso, sembra che Francesco accarezzasse il corpo di Giuliano per capire se nascondeva una corazza o delle armi. Lorenzo e Giuliano non temevano per la loro vita, pur essendo a conoscenza dell’odio che i Pazzi nutrivano per loro; addirittura, con molta ipocrisia, fingevano di essere loro amici.

Al segnale convenuto, Bernardo trafisse il petto a Giuliano. Quest’ultimo, caduto a terra, fu percosso e ulteriormente ferito da Francesco Pazzi, con tanto accanimento, da ferirsi lui stesso. Dall’altra parte, due congiurati, Messer Antonio e Stefano, assalirono Lorenzo, provocandogli una leggera ferita alla gola. Ma Lorenzo seppe difendersi egregiamente e forse anche con l’aiuto di coloro che gli erano vicini, riuscì a rendere vano il tentativo dei congiurati. I due fuggirono, ma furono uccisi dalla folla e i loro corpi trascinati per la città. Invece, Lorenzo, con i alcuni amici che aveva intorno, trovo rifugio nella sagrestia della chiesa.

Bernardo Bandini, dopo aver pugnalato Giuliano uccise Francesco Nori, un amico molto stretto dei Medici, forse per un odio di vecchia data o perché Francesco si era dato da fare a prestare aiuto a Giuliano. Quindi corse alla ricerca di Lorenzo per fare ciò in cui altri avevano fallito per debolezza o per mancanza di tempestività, ma non vi riuscì.

Reazione e fuga dei congiurati

L’arcivescovo Salviati, intanto, si recò al palazzo della Signoria insieme ad altri congiurati. Parecchi restarono al piano terra, mentre egli, con alcuni uomini salì per incontrarsi col Gonfaloniere di Giustizia, con la scusa di portargli un messaggio del papa. Durante il colloquio, il Gonfaloniere capì, dalle parole alterate e ambigue, che l’arcivescovo era coinvolto nell’assassinio. Per questo fece arrestare tutti coloro che accompagnavano l’arcivescovo: alcuni furono buttati vivi fuori dalla finestra o uccisi. L’arcivescovo con altri due congiurati furono impiccati alle finestre del palazzo. Francesco de’ Pazzi e Bernardo Bandini rendendosi conto che Lorenzo era scampato dall’agguato si sbigottirono; Bernardo pensò a salvarsi la vita con la stessa determinazione con cui si era dedicato alla congiura.

La caduta dei Pazzi

Francesco, rientrò a casa ferito e provò a reggersi a cavallo poiché l’ordine era stato quello di circondare con le armi il territorio di Firenze. La ferita, però, era troppo profonda e perdeva tanto sangue da non potersi unirsi agli altri. Si stese sul letto e chiamò lo zio Jacopo affinché prendesse in mano la situazione al suo posto. L’uomo, con un gruppo di soldati, già addestrati sul da farsi, si recò in Piazza della Signoria, chiamando in aiuto il popolo e inneggiando alla libertà, ma nessuno dette seguito al suo appello.

Il popolo e i Medici

A questo punto, Machiavelli inserisce le motivazione per le quali il popolo fiorentino non risponde: il popolo non reagì perché aveva presente la liberalità dei Medici e non sapevano bene che cosa fosse la libertà. Addirittura i Signori, dalla parte più alta del Palazzo della Signoria lo presero a sassate. Jacopo Pazzi, incontrò il cognato Giovanni Serristori il quale, prima gli rimproverò il caos che egli aveva creato con il suo agire, quindi gli consigliò di tornarsene a casa, affermando che la libertà era a cuore di tutti i cittadini come lui. Jacopo si rese allora consapevole di trovarsi in un vicolo cieco: Lorenzo de’ Medici era ancora vivo, Francesco, suo nipote, era stato ferito seriamente, i cittadini di Firenze gli erano contrari o indifferenti. Per questi motivi, decise di uscire dalla città con la sua compagnia armata per rifugiarsi in Romagna.[Sappiamo che nella sua fuga, fu intercettato da alcuni montanari dell’Appennino che lo riconsegnarono ai Fiorentini da cui fu giustiziato qualche giorno dopo].

La vendetta dei Medici

Nel frattempo, Lorenzo si era asserragliato nel suo palazzo e tutti coloro che avevano appoggiato i congiurati e che avevano occupato il Palazzo della Signoria furono catturati o uccisi. Il loro corpi furono trascinati lungo le vie della città, inneggiando ai Medici. Francesco de’ Pazzi fu prelevato di forza, condotto al Palazzo della Signoria e qui impiccato accanto all’arcivescovo Salviati. Invece, Guglielmo de’ Pazzi, innamorato di Bianca de’ Medici, sorella di Lorenzo e di Giuliano, si salvò.[Sappiamo che Guglielmo fu esiliato per 15 annui, poi rientrò a Firenze dove ricoprì alcuni incarichi politici importanti]

In seguito, numerosi cittadini si recarono nel palazzo dei Medici per offrire dei doni a Lorenzo.

Stile narrativo di Machiavelli

Machiavelli narra la vicenda con uno stile semplice, essenziale e distaccato. In parecchi punti, egli utilizza delle costruzioni sintattiche proprie del latino al fine di ottenere maggiore incisività. Questo non gli impedisce di descrivere anche alcuni minimi particolari per comprendere il clima di ipocrisia e di tradimento che esisteva a quel tempo (“i giovanili motteggi” di Francesco de’ Pazzi, assassino incaricato di uccidere Lorenzo, e le pacche sulle spalle a Giuliano per vedere se avesse avuto la corazza o no)

Ogni tanto, alla descrizione sono intercalate delle riflessioni e dei giudizi, più o meno espliciti.. Quando Jacopo de’ Pazzi, dopo l’assassinio, cerca il consenso del popolo in nome della libertà, lo scrittore commenta: “Ma perché l’uno era dalla fortuna e liberalità de’ Medici fatto sordo, l’altra in Firenze non era cognosciuta…” Questa frase dimostra che, in ogni caso, l’interesse per la repubblica è sempre presente nell’autore. Inoltre, pur riferendosi all’età dei Medici, indica anche una condizione abituale, cioè a Firenze non si era mai saputo e tuttora non si sapeva cosa fosse la libertà. Si tratta di una critica esplicita alla Signoria dei Medici. Il comportamento del popolo descritto nella parte finale, ci fa capire in modo inequivocabile il consenso di cui godevano i Medici, un consenso ottenuto non con l’esercizio della libertà, ma con favoritismi, assistenzialismo o paternalismo populistico.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della congiura dei Pazzi?
  2. La congiura dei Pazzi fu causata dalla rivalità tra le famiglie Pazzi e Medici, con i Pazzi che si sentivano privati degli onori che ritenevano di meritare. Altri personaggi coinvolti, come Francesco Salviati e Papa Sisto V, avevano interessi antimedicei.

  3. Come fu pianificato l'attentato contro i Medici?
  4. L'attentato fu pianificato per avvenire durante la messa nella cattedrale di Firenze, con l'assassinio di Lorenzo e Giuliano de' Medici al momento della comunione. Contemporaneamente, l'arcivescovo Salviati avrebbe occupato il palazzo della Signoria.

  5. Quali furono le conseguenze immediate dell'attacco in cattedrale?
  6. Giuliano de' Medici fu ucciso, mentre Lorenzo riuscì a difendersi e a rifugiarsi nella sagrestia. I congiurati furono uccisi dalla folla o catturati, e i loro corpi furono trascinati per la città.

  7. Come reagì il popolo fiorentino alla congiura?
  8. Il popolo fiorentino non sostenne i congiurati, rimanendo fedele ai Medici a causa della loro liberalità. Jacopo de' Pazzi non riuscì a ottenere il supporto popolare e fu costretto a fuggire.

  9. Quale fu la vendetta dei Medici dopo la congiura?
  10. I Medici si vendicarono catturando e uccidendo i congiurati, tra cui Francesco de' Pazzi e l'arcivescovo Salviati. I corpi furono esposti pubblicamente, e il popolo celebrò i Medici con doni e supporto.

Domande e risposte

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