Concetti Chiave
- Il ritorno ai principi durante l'Umanesimo rinascimentale è interpretato come giusnaturalismo, legato alla storia naturale, e storicismo, legato all'antica storia civica.
- Machiavelli, associato allo storicismo, promuove il ritorno ai principi attraverso l'oggettività storica e il realismo politico.
- Il realismo politico di Machiavelli si basa sul riconoscimento delle verità effettuali e dei principi da seguire per evitare la decadenza.
- Secondo Machiavelli, la fortuna governa solo metà della vita umana; la virtù umana deve arginare e prevedere gli effetti della fortuna.
- La riflessione di Machiavelli pone l'accento sulla problematicità della storia e sulla libertà dell'uomo nel determinare il proprio destino.
Indice
Diverse interpretazioni del ritorno ai principi
Durante l’Umanesimo rinascimentale dal punto di vista politico il ritorno ai principi si intese in due modi diversi. Uno voleva essere il ritorno alla storia naturale dei popoli, giusnaturalismo; ed un altro il ritorno all’antica storia civica dei popoli, storicismo.
Machiavelli e il realismo politico
A quest’ultima scuola di pensiero fece parte Machiavelli. Secondo questa grande figura rinascimentale per non cadere ulteriormente nella decadenza bisognava tornare ai principi, giacchè ogni principio aveva in sé qualche carattere positivo. Ma questo ritorno ai principi suppone l’oggettività storica e il realismo politico,ossia la riconoscenza dei principi da seguire e le verità effettuali attraverso le quali bisogna effettuare questo ritorno ai principi.
Il limite della politica nella filosofia di Machiavelli sta nella natura stessa di quest’attività.
Il ruolo della fortuna e della virtù
Machiavelli prende in considerazione che il mondo sia retto dalla fortuna, ma presto capisce che ciò è assurdo. In effetti la fortuna governa solo la metà della vita umana; l’uomo però, attraverso la sua virtù, deve essere capace di arginare il fenomeno della fortuna, e prevedere, attraverso gli insegnamenti del passato,ciò che potrebbe accadere. In questo modo egli è il primo che si pone il problema della problematicità della storia e, poi, della libertà dell’uomo.