Concetti Chiave
- Machiavelli sostiene che la forza e l'astuzia sono essenziali per governare efficacemente uno Stato, poiché la violenza e l'inganno sono inevitabili in politica.
- Il principe non deve necessariamente mantenere la parola data; la priorità è il mantenimento del potere, anche ricorrendo a comportamenti discutibili.
- L'autore distingue tra giudizio morale e politico, affermando che un buon principe deve sapere bilanciare entrambe le verità per governare con successo.
- La figura del centauro Chirone è usata per simboleggiare la necessità di combinare l'umanità e la bestialità, ossia legge e forza, per essere un leader efficace.
- La principale virtù politica è la flessibilità: un principe deve adattare il suo comportamento in base alle circostanze per mantenere il controllo e la stabilità dello Stato.
Indice
Forza e astuzia, le due armi per governare uno Stato
Violenza e inganno accompagnano l’azione politica, e non può essere altrimenti visto che gli uomini sono «tristi», cioè malvagi. Sarebbe auspicabile vivere secondo i valori della morale, ma non è possibile: nella vita quotidiana e nella lotta politica – dice l’autore – valgono altre leggi. Il principe è chiamato a tenerne conto e ad agire di conseguenza. Tener fede alla parola data, per lui, non è una necessità morale, ma solo un comportamento possibile, da valutare caso per caso. Per queste affermazioni il capitolo XVIII è quello che, nel corso dei secoli, ha suscitato lo scandalo maggiore.
Temi
● L’importanza dell’astuzia e della forza nell’azione di governo● L’ammissibilità di qualsiasi comportamento utile al mantenimento del potere o al benessere dello Stato
L’autore sostiene una tesi scandalosa alle orecchie dei suoi lettori: non è necessario che un principe mantenga sempre e comunque la parola data; anzi, in politica, ha maggiore successo chi non la rispetta, se ciò serve ad affermare il suo potere. Un principe deve poter usare tanto il rispetto della legge quanto la forza: la prima è una virtù tipicamente umana, l’altra è propria delle bestie. Se le circostanze lo obbligano a fare ricorso alle armi delle bestie, dovrà imparare a utilizzare, a seconda dei casi, ora la forza bruta del leone, ora l’astuzia della volpe. In ogni caso, un principe deve sforzarsi di apparire buono agli occhi del popolo, perché gli uomini devono poter credere che chi li governa sia buono. Quindi, in caso manchi alla parola data, il principe dovrà comunque far finta di rispettarla. Ma l’essenziale è il successo politico: per raggiungere questo risultato, il principe deve scegliere il mezzo più efficace, senza farsi frenare da nulla.
Due piani di giudizio
L’inizio del capitolo, con la sua sintassi ampia e fluente, ben diversa del periodare spesso secco del Principe, mette in evidenza una questione centrale per Machiavelli, ovvero la differenza tra il giudizio morale e quello politico. Questo contrasto fondamentale tra verità politica e verità morale ispira, nel seguito del capitolo, una successione di nuove immagini antitetiche: realtà opposte, nel senso che l’una esclude l’altra. Visualizziamo le sei principali opposizioni che spiccano nel testo:1) integrità «mantenere la fede» ↔ astuzia «aggirare e’ cervelli delli uomini»
2) leggi permettono di «combattere» in modo civile↔ forza induce a «combattere» in modo incivile ma efficace
3) uomo rispetta le leggi↔ bestia fa uso della forza
4) volpe è astuta nell’agire e riconosce le trappole↔ leone è pronto nell’agire e sa usare la forza
5) avere avere effettivamente qualità morali↔ parere di avere far solo finta di averle
6) essere essere «pietoso, fedele, umano, intero, religioso» ↔ parere di essere far solo finta di essere tutto ciò.
Gli elementi di destra e quelli di sinistra sono molto diversi, anzi opposti tra loro. Machiavelli però afferma che un buon principe è colui che sa ispirarsi agli uni e agli altri, utilizzandoli in modo complementare: questo concetto viene ripetuto più volte nel testo («a uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e lo uomo», rr. 11-12; «bisogna a uno principe sapere usare l’una e l’altra natura: e l’una sanza l’altra non è durabile», rr. 16-17; «debbe di quelle pigliare la golpe e il lione», r. 19). In tal modo il principe dimostra di sapersi comportare in modo flessibile, scegliendo ora l’uno, ora l’altro stile di governo, in base alle concrete circostanze in cui è chiamato a operare. In questa capacità di adeguamento consiste la più importante virtù politica dell’uomo politico.
L’immagine conclusiva del centauro
Il ragionamento di Machiavelli procede, come abbiamo visto, per antitesi, per coppie di termini in opposizione. L’insieme di tali opposizioni si riassume nella figura del centauro Chirone, una creatura mitologica, metà uomo e metà cavallo, che nell’antichità si pensava fosse stato precettore di re e di eroi. Anche Machiavelli, come Chirone, porge i suoi insegnamenti ai principi (a cominciare da Lorenzo de’ Medici, cui l’opera è dedicata). Con la sua natura insieme umana e animalesca, il centauro insegna a chi governa a:«sapere entrare nel male, necessitato»→ mezzo indispensabile per il principe
↓
se vuole realmente
↓
«vincere e mantenere lo stato»→ fine supremo dell’azione politica
Domande da interrogazione
- Quali sono le due armi principali per governare uno Stato secondo l'autore?
- Perché il capitolo XVIII ha suscitato scandalo nel corso dei secoli?
- Qual è la differenza tra giudizio morale e giudizio politico secondo Machiavelli?
- Come deve comportarsi un principe per apparire buono agli occhi del popolo?
- Qual è l'immagine conclusiva utilizzata da Machiavelli per riassumere il suo insegnamento?
Secondo l'autore, le due armi principali per governare uno Stato sono la forza e l'astuzia, poiché la violenza e l'inganno sono inevitabili nell'azione politica.
Il capitolo XVIII ha suscitato scandalo perché sostiene che un principe non deve necessariamente mantenere la parola data, ma può infrangerla se ciò serve a consolidare il suo potere.
Machiavelli distingue tra giudizio morale e giudizio politico, sottolineando che la verità politica spesso si oppone alla verità morale, e un buon principe deve saper bilanciare entrambe.
Un principe deve sforzarsi di apparire buono agli occhi del popolo, anche se non mantiene la parola data, facendo finta di rispettarla per mantenere la fiducia dei governati.
L'immagine conclusiva utilizzata da Machiavelli è quella del centauro Chirone, che simboleggia la combinazione di natura umana e animalesca, insegnando ai principi a usare sia la forza che l'astuzia per vincere e mantenere lo Stato.