Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il capitolo analizza l'ascesa al potere di Agatocle di Siracusa e Oliverotto da Fermo attraverso azioni criminali, evidenziando l'uso politico della crudeltà.
  • Machiavelli distingue tra l'approdo al potere tramite fortuna o virtù e quello ottenuto mediante azioni contrarie alle leggi divine e umane.
  • Agatocle, divenuto signore di Siracusa, utilizza la violenza per consolidare il potere, ma Machiavelli non considera le sue azioni come vera virtù politica.
  • Oliverotto da Fermo acquisisce il potere a Fermo attraverso inganni e assassinii, ma viene poi eliminato da Cesare Borgia, mostrando la precarietà del potere ottenuto con il crimine.
  • Il testo conclude che la crudeltà può essere una virtù se usata a beneficio dello Stato, ma diventa dannosa se impiegata per scopi personali.

Indice

  1. Principi e potere attraverso crimini
  2. Le strade alternative al potere
  3. Il caso di Agatocle di Siracusa
  4. Oliverotto da Fermo e la conquista
  5. L'uso della crudeltà in politica

Principi e potere attraverso crimini

In questo capitolo, lo scrittore illustra due figure di principi che sono giunti al potere non tanto per virtù o per fortuna, quanto a seguito di azioni criminali, nefande e scellerate. Si tratta di Agatocle di Siracusa e di Oliverotto da Fermo, un signorotto rinascimentale. Essi offrono l’occasione all’autore di trattare dell’utilità politica della crudeltà se bene usata, e di come il principe debba fermamente ma anche con prudenza regolarsi nel rapporto con i sudditi. L’ultima parte, presenta una serie di massime di condotta politica applicabili non solo ai tiranni, ma valide per ogni principe, e particolarmente per il principe “nuovo”.

Le strade alternative al potere

Dopo aver ricordato che nei capitolo precedenti – il VI e il VII – egli ha trattato che si può diventare principe per fortuna o per virtù, ora aggiunge che esistono altre due strade. Essi si hanno quando si giunge al potere con modalità contrarie ad ogni legge divina o umana oppure quando un privato cittadino diventa signore della sua città con il consenso dei suoi concittadini. In questo, Machiavelli tratta del primo caso, riservando la trattazione del secondo al capito IX. Passa quindi ad illustrare il caso di Agatocle e di Oliverotto che sono giunti ad acquisire il potere tramite delitti. Da sottolineare che egli si limita ad illustrare le loro vicende in modo oggettivo senza soffermarsi ad esprimere un giudizio morale, anche perché l’esigenza della moralità individuale si concilia difficilmente con la moralità politica.

Il caso di Agatocle di Siracusa

Agatocle diventò signore di Siracusa, nonostante che fosse un cittadino privato e provenisse da una condizione sociale (= fortuna) molto umile. Successore di Dionisi il Vecchio, combatté con successo contro i Cartaginesi e riuscì a riunire sotto la dominazione di Siracusa tutta la Sicilia greca. Dopo essersi insediato col titolo di comandante supremo,, progettò di possedere con la forza il potere che gli era stato concesso per comune accordo dai cittadini. Per raggiungere tale scopo, si accordo con il cartaginese Amilcare, presente in Sicilia con il suo esercito, riunì tutto il popolo e il Senato come se fosse stato necessario deliberare su importanti questioni pertinenti lo Stato; ad un segnale convenuto, fece uccidere tutti i senatori e i personaggi della città più ricchi. Successivamente, impadronitosi del potere, benché sconfitto due volte dai Cartaginesi, lasciò alcuni cittadini a difesa della città assediata, costrinse Cartagine a siglare un accordo con lui secondo cui gli era riconosciuto il possesso della Sicilia. Nelle vicende di Agatocle non troviamo interventi della fortuna e la sua opera non è nemmeno frutto della virtù per non è virtù uccidere i concittadini, tradire gli amici, non mantenere la parola data e comportarsi senza pietà, né religione.. Infatti, per Machiavelli non c’è vera virtù politica quando l’azione di un principe, in questo caso di un tiranno, è volta a raggiungere la potenza personale compiendo delle scelleratezze. È vero che è ammesso che il principe possa ricorrere alla forza, ma solo quando l’interesse dello Stato lo richiede. Per questi motivi, Agatocle può ritenersi un valoro capitano, ma non può essere annoverato fra gli uomini illustri perché la sua non fu vera virtù. Per raggiungere il suo obiettivo personale non conobbe né gloria, né onore, bensì infamia e disapprovazione, perché si dimostrò di una crudeltà efferata e di una disumanità infinita.

Oliverotto da Fermo e la conquista

Quindi, Machiavelli passa a descrivere il caso di Oliverotto da Fermo. Avviato con successo alla carriera militare, con l’aiuto di alcuni cittadini di Fermo, definiti spregevoli favoreggiatori, progettò la conquista di Fermo, un’impresa che contrastava gli incarichi che lo zio aveva acquisito o stava acquisendo all’interno del governo della città. Con una serie di sotterfugi, egli arrivò a far trucidare tutti i notabili della città e lo stesso zio che lo aveva allevato. I cittadini di Fermo, rimasti privi di magistrati e di notabili, per paura, furono costretti adattarsi alla sua volontà e a creare un governo di cui egli si autoproclamò signore. Sarebbe stato molto difficile privarlo del potere se non si fosse lasciato ingannare dal Valentino (= Cesare Borgia) . Un anno dopo, quest’ultimo lo fece strangolare insieme ad altri due suoi sostenitori, fra cui un Orsini.

L'uso della crudeltà in politica

Qualcuno si potrebbe chiedere come sia stato possibile che Agatocle abbia potuto mantenere il potere, starsene al sicuro nella sua città e che nessuno abbia cospirato contro di lui, né in tempo di guerra, né in tempo di pace, nonostante tanti tradimenti e infinite crudeltà. Per lo scrittore, questo dipende se il tiranno ha utilizzato la crudeltà in modo intelligente e utile. La crudeltà è un bene (= virtù) se risulta utile al principe e allo Stato, ma diventa un male se utilizzata per fini personali, in qual caso, essa conduce alla rovina il principe e lo Stato. Da questo concetto si può anche dedurre che, in certi casi, il male è necessario. Occorre anche che colui che prende con la forza e la violenza uno Stato, esamini attentamente e in modo compiuto tutte le offese che è necessario farle e compierle tutte insieme per non essere costretto a rinnovarle ogni tanto. Non rinnovandole, riuscirà ad attirarsi la devozione dei sudditi. Chi, invece si comporta diversamente, dovrà sempre essere pronto ad intervenire con crudeltà (“tenere el coltello in mano”), né potrà mai contare sui sudditi che egli costringe a e diffidare e temere di lui per le violenze efferate che continuamente si rinnovano. Le ingiurie che vengono fatte tutte insieme stordiscono il suddito, il quale, però, ne resta meno offeso di quanto non lo fosse se le dovesse subire una ad una: si tratterebbe di uno stillicidio di colpi che inasprirebbero l’animo del suddito. Invece, per i benefici è il caso contrario: essi vanno concessi pochi alla volta, affinché il rapporto con i sudditi non sia mai messo in discussione. Nei suoi rapporti, il Principe deve tenere un comportamento ponderato e prudente in modo che non sia mai necessario ricorre alle deroghe o a dei provvedimenti eccezionali. Infatti, le concessioni fatte ad un popolo in tempi di necessità sono considerate come strappate a forza e di questi benefici forzati, nessuno ne sarà grato al Principe.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le figure di principi che Machiavelli descrive come giunti al potere attraverso crimini?
  2. Machiavelli descrive Agatocle di Siracusa e Oliverotto da Fermo come esempi di principi che hanno raggiunto il potere attraverso azioni criminali e nefande.

  3. Come Agatocle di Siracusa è riuscito a mantenere il potere nonostante le sue crudeltà?
  4. Agatocle ha mantenuto il potere utilizzando la crudeltà in modo intelligente e utile, evitando cospirazioni contro di lui sia in tempo di guerra che di pace.

  5. Qual è la differenza tra l'uso della crudeltà per fini personali e per il bene dello Stato secondo Machiavelli?
  6. La crudeltà è considerata una virtù se è utile al principe e allo Stato, ma diventa un male se usata per fini personali, portando alla rovina del principe e dello Stato.

  7. Come Oliverotto da Fermo ha conquistato il potere a Fermo?
  8. Oliverotto ha conquistato il potere a Fermo attraverso sotterfugi e tradimenti, facendo trucidare i notabili della città e lo zio, e autoproclamandosi signore.

  9. Qual è il consiglio di Machiavelli sull'uso delle offese e dei benefici da parte di un principe?
  10. Machiavelli consiglia di compiere tutte le offese necessarie in una sola volta per evitare di rinnovarle, mentre i benefici devono essere concessi gradualmente per mantenere un buon rapporto con i sudditi.

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