Concetti Chiave
- Machiavelli giustifica il comportamento non etico del Principe a causa della natura ingrata e malvagia dei sudditi, rendendo necessaria la simulazione e l'astuzia.
- Il Principe deve adottare la dissimulazione come una "virtù" per sopravvivere politicamente, integrando la forza con l'astuzia, simboleggiata dalla volpe.
- Il disprezzo di Machiavelli per le masse, viste come incapaci di percepire la realtà, giustifica l'uso delle apparenze come strumento politico efficace.
- La distinzione tra la politica del leone e quella della volpe introduce una nuova dimensione nella gestione del potere, basata sulla manipolazione delle percezioni.
- Attraverso esempi di figure storiche come papa Alessandro VI e Ferdinando il Cattolico, Machiavelli illustra l'efficacia della simulazione e dell'inganno nella pratica politica.
Indice
Il Dilemma Morale del Principe
Questo capitolo rende esplicito e approfondisce alcuni argomenti già accennati in quelli precedenti.
Machiavelli, anche in questo brano, non può non negare l’esistenza di valori morali comunemente accettati, come afferma nell’incipit: “è laudabile in uno Principe mantenere la fede e vivere con integrità.” Ma, allora perché il Principe non deve seguire queste norme morali? Per hé i sudditi sono ingrati, volubili, cupidi di guadagno e un comportamento onesto verso di loro si trasformerebbe presto in un’arma a doppio taglio, perché il fondo della loro anima è malvagio.
Di conseguenza, il Principe è costretto a seguire un’altra strada che non è certamente lodevole, ma senz’altro più utile. Pertanto il comportamento del Principe si pone sotto il segno della necessità e non sotto il segno della libertà. Egli deve plasmare la natura umana che è malvagia e immodificabile. Essa condiziona il suo comportamento e lo costringe a fare delle scelte obbligate.La Simulazione come Virtù Necessaria
Una di queste scelte è la simulazione che significa impegnarsi a tradire l’impegno preso, essere sleale, far in modo di apparire di possedere le caratteristiche ritenute positive dalla morale comune, dare un colore diverso al tradimento e all’infedeltà. L’introduzione di questa “virtù” fra i comportamenti necessari al Principe ne arricchisce la fisionomia umana e modifica l’orizzonte della lotta politica. Ciò significa che fino al capitolo precedente il comportamento del Principe si basava sulla forza e le milizie, non mercenarie, costituivano uno strumento indispensabile per raggiungere l’obiettivo. Fino ad ora la politica auspicata era quella del leone, ora invece, si arricchisce di un’altra dimensione: quella della dissimulazione e dell’astuzia, cioè quella della volpe.
Il Disprezzo per la Massa
Il discorso sulla dissimulazione ha poi un risvolto non trascurabile: essa è possibile e vivamente raccomandata dallo scrittore anche perché egli dimostra un profondo disprezzo nei confronti della massa dei sudditi e degli uomini in genere, incapaci come sono a cogliere la realtà delle cose, contenti delle apparenze, immaturi e privi di coscienza politica. Il giudizio contrario di pochi non vale niente quando la maggioranza ha buone argomentazioni, come la riuscita delle imprese, per provare le sue ragioni. Questo è il significato da attribuire alla frase “nel mondo non è se non vulgo.” Di fronte a una umanità di così basso livello, il Principe si innalza con un alone di grandiosità, seppure dal carattere torvo e minaccioso, perché è l’unico in grado di progettare e fare storia
Esemplificazioni di Simulazione
Alla fine del capitolo, Machiavelli, sottopone al lettore due esemplificazioni che, con un tono sarcastico, servono a comprovare la verità della sua tesi. Si tratta di due eccellenti simulatori: papa Alessandro VI e il re di Spagna Ferdinando il Cattolico. Essi avrebbero dovuto comportarsi da veri predicatori di pace e di fede, ma sotto questa etichetta si è nascosto ben altro. L’appellativo “il Cattolico” attribuito a Ferdinando suona come un’antifrasi.
Domande da interrogazione
- Qual è il dilemma morale affrontato dal Principe secondo Machiavelli?
- Perché la simulazione è considerata una virtù necessaria per il Principe?
- Come viene descritto il disprezzo di Machiavelli per la massa?
- Quali esempi di simulazione vengono forniti da Machiavelli?
Il dilemma morale del Principe è se seguire i valori morali comunemente accettati o adottare un comportamento più utile ma meno lodevole, poiché i sudditi sono ingrati e volubili, costringendo il Principe a scelte obbligate.
La simulazione è vista come una virtù necessaria perché permette al Principe di apparire virtuoso mentre tradisce e inganna, arricchendo la sua strategia politica con astuzia e dissimulazione, oltre alla forza.
Machiavelli mostra disprezzo per la massa, considerandola incapace di cogliere la realtà, immatura e priva di coscienza politica, mentre il Principe si distingue per la sua capacità di progettare e fare storia.
Machiavelli cita papa Alessandro VI e il re di Spagna Ferdinando il Cattolico come esempi di eccellenti simulatori, che sotto l'apparenza di predicatori di pace e fede nascondevano ben altro.