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Concetti Chiave

  • Machiavelli esplora il conflitto tra virtù e fortuna, sottolineando che la fortuna determina metà delle azioni umane, lasciando l'altra metà alla virtù.
  • La virtù umana serve da argine alla potenza della fortuna, che travolge solo dove non trova resistenza ordinata.
  • Il ragionamento si esemplifica con un paragone naturale, associando la fortuna a un fiume in piena, e con la situazione dell'Italia senza difese.
  • Il principe che si affida solo alla fortuna rischia la rovina, mentre deve adattare il suo comportamento alle circostanze temporali per avere successo.
  • Machiavelli conclude che, non potendo cambiare la natura umana, è preferibile un temperamento impetuoso, perché la fortuna premia l'audacia giovanile.

Indice

  1. Il Dilemma tra Virtù e Fortuna
  2. L'Influenza della Fortuna e della Virtù
  3. Il Principe e le Circostanze Esterne
  4. La Natura Umana e il Successo

Il Dilemma tra Virtù e Fortuna

Machiavelli affronta in modo sistematico la questione del rapporto fra virtù e fortuna, già presente in diversi luoghi del Principe. L’autore indaga i confini delle due forze, che orientano le azioni degli uomini e che sono in conflitto fra loro. Se ogni evento fosse determinato dalla fortuna, a nulla varrebbe l’impegno della virtù: sarebbe allora più logico per gli uomini «lasciarsi governare alla sorte» (r.

7). Ma così non è, e non è spento, dunque, «il nostro libero arbitrio», perché è vero che la fortuna è «arbitra della metà delle azioni nostre», ma «lei ne lasci governare l’altra metà ... a noi» (rr. 13-14).

L'Influenza della Fortuna e della Virtù

Machiavelli, muovendo da questo postulato (affermazione non dimostrata che viene posta a fondamento di una dimostrazione), riconosce quindi l’influenza della fortuna sugli eventi umani, ma fa salvo al tempo stesso il valore della virtù umana, che costituisce un argine alla «potenza» della fortuna, straripante solamente «dove non è ordinata virtù a resisterle» (rr. 21-22). Come sempre accade nella scrittura di Machiavelli, il ragionamento generale è reso prima attraverso un paragone tratto dal piano della natura, che associa la fortuna a un fiume in piena, e poi messo in rapporto con il dato di realtà, attraverso l’esempio della situazione dell’Italia travolta da ogni rivolgimento della fortuna perché è «sanza argini e sanza alcuno riparo» (rr. 26-27).

Il Principe e le Circostanze Esterne

Il rapporto tra fortuna e virtù, così stabilito «in universali» (ovvero in termini generali), è ugualmente riscontrabile, quanto «a’ particulari», nella vicenda del singolo principe, che senza aver mutato in nulla la propria natura «si vede oggi . felicitare e domani rumare» (rr. 37-39). Si pone allora un’altra sottile distinzione: Machiavelli rileva che è destinato alla rovina il «principe, che si appoggia tutto in su la fortuna» (rr. 44-46), perché questi cadrà al primo rivolgersi di quella, ed è invece virtù del principe saper riscontrare, ovvero accordare il suo comportamento alle caratteristiche dei tempi.

La Natura Umana e il Successo

A questo punto, però, il ragionamento trova un ostacolo nel pessimismo di fondo espresso da Machiavelli circa l’effettiva possibilità per l’uomo di modificare la sua natura: un soggetto cauto e riflessivo assai difficilmente potrà trasformarsi in impetuoso e viceversa. Egli pertanto vedrà arridergli il successo nella misura in cui i tempi richiedano proprio le qualità che lo contraddistinguono. Dal che deriva, come limpidamente espresso dall’esempio di papa Giulio II, che la riuscita di un principe torna a dipendere più dalle circostanze esterne (e quindi dalla fortuna) che non dalla sua virtù. Non a caso, la conclusione del capitolo è affidata non a un’argomentazione logica quanto a un “atto di fede”, ovvero a un’affermazione inconfutabile che nell’ottica machiavelliana non ha bisogno di dimostrazione: non potendo l’uomo mutare la sua natura, tra un temperamento ispirato a cautela e uno mosso dall’impeto, è preferibile il secondo perché la fortuna è donna e ama i giovani che, con la loro irruenza, sono capaci di sottometterla. L’immagine, grazie alla sua forza comunicativa, taglia di netto, con uno slancio improvviso, un nodo che l’argomentazione razionale non aveva potuto sciogliere, rimettendo così in apparente equilibrio le due forze della virtù e della fortuna.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il rapporto tra virtù e fortuna secondo Machiavelli?
  2. Machiavelli sostiene che la fortuna governa metà delle azioni umane, mentre l'altra metà è governata dalla virtù e dal libero arbitrio dell'uomo.

  3. Come Machiavelli descrive l'influenza della fortuna sugli eventi umani?
  4. Machiavelli paragona la fortuna a un fiume in piena, che travolge tutto dove non c'è virtù a resisterle, come accade in Italia, priva di argini e ripari.

  5. Qual è il destino di un principe che si affida completamente alla fortuna?
  6. Un principe che si affida solo alla fortuna è destinato alla rovina al primo cambiamento di essa, mentre è virtuoso chi sa adattare il suo comportamento ai tempi.

  7. Qual è l'ostacolo nel ragionamento di Machiavelli riguardo alla natura umana?
  8. Machiavelli esprime pessimismo sulla possibilità dell'uomo di cambiare la sua natura, suggerendo che il successo dipende dalle circostanze esterne più che dalla virtù.

  9. Perché Machiavelli preferisce un temperamento impetuoso a uno cauto?
  10. Machiavelli preferisce un temperamento impetuoso perché la fortuna è donna e ama i giovani che, con la loro irruenza, sono capaci di sottometterla.

Domande e risposte

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