melody_gio
Genius
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La novella "Tu ridi" di Luigi Pirandello è stata pubblicata nel 1912 sul Corriere della sera e successivamente inclusa nella raccolta "Novelle per un anno".
  • Il protagonista, il signor Anselmo, ride nel sonno come atto liberatorio da una vita grama e ordinaria, ma la risata si rivela un'illusione.
  • La moglie di Anselmo, infastidita dalle risate notturne, lo sveglia, riversando su di lui le proprie gelosie e frustrazioni.
  • Anselmo spera che i sogni lo facciano evadere dalla realtà, ma quando inizia a ricordarli, si rende conto che sono ugualmente deludenti.
  • Pirandello utilizza il sogno per esprimere la sua visione umoristica della vita, mostrando che nemmeno nei sogni si può trovare felicità duratura.

In questo appunto di italiano viene descritta la celebre novella di Luigi Pirandello Tu ridi che fu prima pubblicata nel quotidiano nazionale Il Corriere della sera nel 1912 per poi entrare a far parte della raccolta pirandelliana, Novelle per un anno.
L'illusione del sogno nella novella "Tu ridi" di Pirandello articolo

Tu ridi è una novella di Luigi Pirandello, che è stata pubblicata nel quotidiano nazionale il Corriere della sera nel 1912. Successivamente è stata inserita all’interno della raccolta Novelle per un anno.

per ulteriori approfondimenti su Novelle per un anno di Luigi Pirandello vedi anche qua

Indice

  1. Il significato del titolo
  2. Il sogno come evasione
  3. La perdita dell'illusione
  4. Pirandello e l'umorismo della vita

Il significato del titolo

Il titolo Tu ridi trae ispirazione dalle parole piene di rabbia della moglie del cosiddetto “ povero” signor Anselmo che è solito ridere tutte le notti nel sonno.

Il protagonista ride mentre sogna: si tratta di una risata liberatoria, una sorta di riscatto rispetto a una vita piuttosto misera e ordinaria. La risata è una sorta di atto liberatorio ma in fin dei conti illusoria perché il signor Anselmo si trova comunque incastrato in una vita grama, triste.

Tutte le notti quindi la moglie lo sveglia in quanto è infastidita dalle sue risate e così facendo scarica in lui tutte le gelosie e le frustrazioni represse. Il signor Anselmo però non ricorda mai ciò che ha sognato la notte e la sua speranza è sempre che i sogni lo facciano evadere, almeno nel corso della notte, da una realtà banale e misera. Il conforto rappresentato dai sogni però diventa deludente nel momento in cui ne inizia a ricordare i contenuti: un quadro grottesco in cui i protagonisti sono i suoi colleghi di lavoro. Dopo aver appreso qual è il contenuto degli stessi, il signor Anselmo si sente rassegnato e sfortunato anche lontano dalla vita reale.

Il sogno come evasione

Nel sonno la natura lo aiutava celandogli quanto sognava e dunque per lui ciò era un conforto. Quando chiudeva gli occhi, infatti, era capace di evadere dalla monotonia della vita quotidiana sentendosi dunque leggero come una piuma. Gli era negato il ricordo di questi sogni, ma in compenso questo senso di leggerezza gli ristorava in maniera inconsapevole l’animo perché al suo risveglio era capace di affrontare le avversità e gli affanni che gli procurava la giornata. Lui stesso restava meravigliato dalle sue reazioni, di un atteggiamento che non gli si addiceva ma allo stesso tempo rimaneva affascinato da quella che considerava come un’occasione unica: il fatto che nel mondo dei sogni la sua parte irrazionale gli permetteva di vivere in maniera più serena e leggera abbandonando anche solo per poche ore i dolori della vita reale.

La perdita dell'illusione

Purtroppo però anche questa illusione si trova costretto a perdere in qualche modo il signor Anselmo. Così come per magia un giorno riesce a ricordare uno dei sogni capace di farlo così tanto ridere nel corso della notte. Nel sogno il protagonista ride per una proiezione della realtà che si rivelerà illusoria, al limite dell’assurdo. Nel corso della notte sua moglie lo sveglia sempre con le sue grida in quanto infastidita da quella risata notturna, dunque il signor Anselmo, stanco di essere svegliato puntualmente tutte le notti decide di andare da un medico rimanendo convinto del fatto che le sue risate siano legate alla manifestazione di qualche malattia.

L'illusione del sogno nella novella "Tu ridi" di Pirandello articolo

Pirandello e l'umorismo della vita

Nella novella Tu ridi, Pirandello utilizza il sogno come un tramite per descrivere la sua concezione umoristica della vita. Sostanzialmente nemmeno quando si sogna si riesce ad essere felici proprio perché spesso non si ricordano i contenuti prodotti dal nostro inconscio, i quali non possiamo nemmeno decrittare. Utilizza il sogno per esporre la sua concezione umoristica della vita. La conoscenza di quanto sta sognando inoltre provoca nel protagonista anche un’ulteriore sensazione di infelicità e una grande insoddisfazione. Pirandello spinge il lettore della novella a provare compassione per il protagonista.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del titolo "Tu ridi"?
  2. Il titolo "Tu ridi" si ispira alle parole della moglie del signor Anselmo, che ride nel sonno come atto liberatorio, ma in realtà è un'illusione poiché la sua vita rimane triste e ordinaria.

  3. Come viene descritto il sogno nella novella?
  4. Il sogno è descritto come un'evasione dalla monotonia quotidiana, un momento di leggerezza che permette al signor Anselmo di affrontare meglio la realtà, anche se non ricorda i sogni stessi.

  5. Cosa accade quando il signor Anselmo inizia a ricordare i suoi sogni?
  6. Quando inizia a ricordare i suoi sogni, il signor Anselmo si rende conto che sono grotteschi e illusori, portandolo a una sensazione di rassegnazione e infelicità anche nel mondo onirico.

  7. Qual è la reazione della moglie del signor Anselmo alle sue risate notturne?
  8. La moglie del signor Anselmo è infastidita dalle sue risate notturne e lo sveglia, scaricando su di lui le sue frustrazioni e gelosie represse.

  9. Come Pirandello utilizza il sogno per esprimere la sua concezione umoristica della vita?
  10. Pirandello utilizza il sogno per mostrare che nemmeno nel mondo onirico si può essere veramente felici, poiché i contenuti del sogno spesso sfuggono alla comprensione, provocando ulteriore infelicità e insoddisfazione nel protagonista.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community