Concetti Chiave
- Il testo è un esempio di metateatro, che riflette sul teatro stesso e abbatte la "quarta parete" tra pubblico e attori.
- Sei personaggi mascherati interrompono le prove di una commedia, chiedendo di rappresentare la loro tragedia interiore.
- Pirandello utilizza lunghe didascalie per descrivere i personaggi e la sua poetica, con un'enfasi sull'uso simbolico delle maschere.
- Viene esplorata l'autonomia del personaggio, che sopravvive all'autore, come dimostrato da figure letterarie immortali.
- Esiste un contrasto tra il teatro vissuto emotivamente e quello recitato, con il padre che sostiene la necessità di esperienze dirette.
[bh2]Pirandello - Sei personaggi in cerca di autore - I sei personaggi entrano in scena
Il testo è un esempio di metateatro cioè di una rappresentazione teatrale in cui viene fatta una riflessione sul teatro stesso, eliminando quella specie di contratto esistente fra spettatori ed attori e demolendo la “quarta parete” che per convenzione, da sempre, separa il pubblico dagli attori.
Indice
La richiesta dei personaggi
Quando i sei personaggi entrano in scena, siamo nella parte iniziale della commedia.
Mentre un gruppo di attori, diretti dal regista (o
Essi fanno una richiesta insolita quanto paradossale: vogliono vedere rappresentata la tragedia che ciascuno di essi porta nascosta dentro di sé. I sei personaggi sono nati dalla fantasia di un artista che, però, ha lasciato incompiuta l’opera ed ora i personaggi la vorrebbero vivere e diventare quindi anch’essi vivi. A tale richiesta gli attori sono presi da stupore e scetticismo, poi si mettono a ridere
Le maschere dei personaggi
Pirandello fa precedere l’inizio delle battute dei vari personaggi da una lunga didascalia; essa ha due scopi:
• dare indicazioni sulla messa in scena (aspetto fisico dei personaggi, modo di vestire, gestualità, sentimento dominante, ecc…)
• fornire alcuni aspetti della sua poetica. A questo proposito, l’autore si sofferma in modo particolare sull’uso della maschera: ogni personaggio porta una maschera che fissa in modo immutabile il sentimento di ognuno: il padre porta la maschera del rimorso, la madre quella del dolore ,la figliastra quella della vendetta e il figlio la maschera del disprezzo. In questo modo, i personaggi diventano più reali.
Autonomia del personaggio
Nel corso del dialogo viene affrontato il problema dell’autonomia del personaggio. L’autore può anche morire, ma il personaggio che è la sua creatura non morirà mai. Un esempio ci è fornito da alcune figure letterarie come Don Abbondio dei Promessi Sposi. Il Manzoni che ha creato questo personaggio è morto, ma il personaggio da lui creato vivrà per sempre.
Il valore del teatro
Il capocomico e il padre discutono anche sul valore e sul significato di “fare teatro” Su tale argomento, si collocano su due posizioni diverse. Per il capocomico, fare teatro significa portare sulla scena dei fatti e delle situazioni inventate, gestite da personaggi di fantasia e recitate da attori che fanno in modo che esse siano verosimili, in base ad atteggiamenti prefissati, adattati di volta in volta. Per il padre, la situazione rappresentata deve essere vissuta dall’io dello stesso attore; questo teatro nasce da un’esperienza emotiva diretta, vissuta, quindi in prima persona dall’attore; di conseguenza, in questo caso, gli attori risultano più veri delle persone comuni ed è recitando che i personaggi arrivano a vivere la vita vera.
Il copione interiore
Alla fine, il capocomico chiede il copione. Il padre risponde che il copione è dentro ciascun personaggio in cerca di autore e non è necessario che sia scritto da qualche parte.
Il contrasto fra i due modi di intendere il mestiere di fare teatro è insanabile e la richiesta del Padre a nome degli altri personaggi viene derisa e considerata una pazzia: i sei personaggi sono pertanto condannati a vivere dentro il proprio “io” la dolorosa vicenda di cui sono i protagonisti. Vorrebbero vederla trasformata in una realtà concreta, ma il loro desiderio non viene esaudito
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del metateatro in "Sei personaggi in cerca d'autore"?
- Cosa chiedono i sei personaggi quando entrano in scena?
- Qual è il ruolo delle didascalie nella poetica di Pirandello?
- Come viene affrontato il tema dell'autonomia del personaggio?
- Qual è il contrasto tra il capocomico e il padre riguardo al "fare teatro"?
Il metateatro in "Sei personaggi in cerca d'autore" rappresenta una riflessione sul teatro stesso, eliminando la "quarta parete" che separa il pubblico dagli attori, creando un'interazione diretta tra spettatori e personaggi.
I sei personaggi chiedono di vedere rappresentata la tragedia che ciascuno di essi porta dentro di sé, poiché sono stati creati da un artista che ha lasciato l'opera incompiuta.
Le didascalie di Pirandello servono a dare indicazioni sulla messa in scena e a fornire aspetti della sua poetica, come l'uso delle maschere che fissano i sentimenti immutabili dei personaggi.
L'autonomia del personaggio è discussa attraverso l'idea che, anche se l'autore muore, il personaggio creato continua a vivere, come dimostrato da figure letterarie immortali.
Il capocomico vede il teatro come una rappresentazione di situazioni inventate, mentre il padre crede che il teatro debba essere vissuto emotivamente dall'attore, rendendo i personaggi più veri delle persone comuni.