Concetti Chiave
- Il romanzo esplora la crisi dell'identità umana attraverso il personaggio di Mattia Pascal, che vive in un limbo tra vita e morte.
- Mattia è intrappolato in una vita insoddisfacente, cercando liberazione attraverso una nuova identità che si rivela un'illusione.
- Il tema della maschera e del doppio è centrale, mostrando come Mattia diventi un doppelgänger di se stesso, senza appartenere né ai vivi né ai morti.
- La narrazione è una discesa nei meandri dell'inconsistenza dell'essere, con una struttura che ricorda un castello dell'io.
- Il finale gotico rappresenta l'annullamento dell'identità, con Mattia sopravvissuto come un morto tornato per errore, eternato in una condizione larvale.
Indice
Luigi Pirandello - Il fu Mattia Pascal: commento
Nella spirale inquieta dell’identità umana, Il fu Mattia Pascal si alza come un romanzo-cripta, un'opera sepolcrale in cui l'io si sdoppia, si smarrisce, e infine si dissolve. Luigi Pirandello ci conduce in una narrazione che ha il ritmo e l’atmosfera di un lungo sogno claustrofobico, popolato da spettri dell’anima, riflessi deformati e identità che si disfano come carne in decomposizione.Il senso di oppressione di Mattia Pascal
Mattia Pascal, di mestiere fa il bibliotecario di un paese di provincia e relitto dell’esistenza borghese, è un uomo sepolto vivo dalla propria vita, completamente inappagato da essa. Intrappolato tra una moglie detestata, una suocera vampiresca e un mondo soffocante, trova una liberazione solo nella morte… degli altri. Creduto morto, fugge. Ma ciò che sembra resurrezione si rivela reincarnazione maledetta. Si reinventa: diventa Adriano Meis. Ma questa nuova identità è un’illusione priva di carne e di legge. Come un fantasma, Adriano attraversa il mondo senza lasciar traccia, senza poter amare, firmare o appartenere.Il romanzo, nella sua architettura, è un vero castello dell’io. I corridoi sono le riflessioni sul destino, le stanze buie sono le identità rifiutate, gli specchi rotti sono le maschere sociali che lacerano il volto di chi le indossa. L’intero libro è un viaggio in un limbo psichico, una discesa negli abissi dell’inconsistenza dell’essere. Mattia, o quel che ne resta, è un non-morto: non può più vivere davvero, ma nemmeno morire. È l'uomo che ha violato la tomba dell’identità, e ha scoperto che dietro al nome non c'è nulla, se non un’eco.
Centrale è il tema della maschera, che in chiave gotica diventa la condanna del doppio. Mattia/Adriano è un doppelgänger di se stesso, una presenza inquieta che si aggira tra vivi e morti senza appartenenza. Il nuovo nome non lo salva, lo maledice. Come in un racconto di Poe, l’illusione di libertà si trasforma in una prigione ancora più spietata: quella dell’invisibilità legale, sociale, umana.
Il tentativo di recupero di un'identità perduta
Pirandello costruisce il suo romanzo come una lunga elegia per un’identità irrecuperabile. Ogni personaggio sembra un attore condannato a recitare un ruolo che detesta, in un teatro decadente dove i sipari sono sempre abbassati. L’ironia dell’autore è nera come la pece, una lama che scarnifica la realtà fino a mostrarne l’ossatura filosofica: non siamo altro che nomi, ruoli, illusioni. E quando li perdiamo, restiamo ombre.Il finale è uno dei più gotici della letteratura italiana. Mattia Pascal, ormai annullato, sopravvive ai margini come un morto tornato per errore. Si rifugia in una biblioteca, tra libri e lapidi cartacee, scrivendo la propria autobiografia come chi scolpisce la propria epigrafe. Il tempo non lo ha liberato, ma eternato in una condizione larvale: "il fu Mattia Pascal", non più vivo, non ancora morto.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale de "Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello?
- Come viene rappresentato il senso di oppressione vissuto da Mattia Pascal?
- In che modo il romanzo affronta il concetto di maschera e doppio?
- Qual è il significato del finale del romanzo?
Il tema centrale del romanzo è l'identità umana e la sua dissoluzione. Pirandello esplora la crisi dell'io attraverso la storia di Mattia Pascal, che, creduto morto, assume una nuova identità, solo per scoprire che questa è un'illusione priva di sostanza.
Mattia Pascal è descritto come un uomo intrappolato in una vita insoddisfacente, oppresso da una moglie detestata e una suocera vampiresca. La sua fuga dalla presunta morte rappresenta un tentativo di liberazione, che si rivela però una reincarnazione maledetta.
Il romanzo utilizza il concetto di maschera e doppio per rappresentare la condanna dell'identità frammentata. Mattia/Adriano diventa un doppelgänger di se stesso, un'entità inquieta che non appartiene né ai vivi né ai morti, intrappolato in una prigione di invisibilità legale e sociale.
Il finale del romanzo è gotico e rappresenta l'annullamento dell'identità di Mattia Pascal. Rifugiatosi in una biblioteca, scrive la propria autobiografia come un'epigrafe, eternato in una condizione larvale, non più vivo ma nemmeno morto, simbolizzando la perdita definitiva dell'identità.