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Concetti Chiave

  • La dicotomia vita-forma di Pirandello esplora l'umorismo come differente dal comico, evidenziando il conflitto tra convenzioni sociali e individualità.
  • La vita è vista come un flusso continuo e mutevole, mentre la forma rappresenta le maschere sociali che l'individuo adotta, creando una scissione interna.
  • Il concetto di umorismo pirandelliano demistifica le forme sociali, enfatizzando la casualità e l'assurdo come elementi centrali nell'esistenza umana.
  • L'umorista, secondo Pirandello, non è un eroe ma un individuo che cerca di svelare le proprie maschere, rivelando la natura inautentica delle forme.
  • Il conflitto tra vita e forma porta alla sofferenza, poiché l'individuo si sente intrappolato in un'identità rigida e immutabile.

La dicotomia vita forma si può notare nello scritto l'Umorismo del 1908. E’ uno scritto che permette di entrare nella poetica e nella concezione del mondo e della vita di Pirandello. E’ diviso in due parti: la prima tratta una rassegna di autori comici mentre la seconda tratta di elementi che riguardano la poetica e la vita.

Indice

  1. Vita e Forma: Un Rapporto Complesso
  2. La Trappola della Vita
  3. Il Flusso della Vita
  4. L'Umorismo come Sentimento del Contrario

Vita e Forma: Un Rapporto Complesso

Bisogna notare che l’umorismo è diverso dal comico che è l’avvenimento del contrario, ovvero ci si comporta in modo contrario alle convenzioni sociali. Il critico Tilgher fa un rapporto tra Pirandello giungendo alla conclusione che la struttura tematica di Pirandello si basa sul rapporto vita-forma. La vita è una forza protesa verso mete sempre mutevoli. In essa si intrecciano eros e sentimento. E’ un magma esistenziale, destinato a rapprendersi in una forma perché altrimenti non ci sarebbe un rapporto sociale. (ripresa dionisiaco). La forma è l’individualità che l’uomo crede di avere e il suo modo di rapportarsi con il mondo e in pubblico. E’ ciò che contiene le passioni e gli istinti e si manifesta attraverso le maschere dell’uomo. Si tratta, quindi, di una struttura inautentica: si sta male, non ci si rivede nella forma che gli altri hanno assegnato. Lo si può vedere nel rapporto uomo-donna, patria, professione. Si percepisce una scissione tra l’io e il corpo, tra il mostrarsi in un modo e sentirsi in un altro.

La Trappola della Vita

La vita risulta essere una trappola, una gabbia in quanto si è schiavi delle forme. Se, però, si prova ad infrangere questa forma, come nel Mattia Pascal quando il protagonista diventa Adriano Meis, non si trova la felicità bensì una dimensione vaga, indistinta, indefinita, anonima, in cui si finge di vivere una felicità precaria e rara. Si giunge alla follia e alla nevrosi. Secondo Pirandello, nella nostra intimità tante intimità convivono: la forma è il corpo che a volte viene considerato estraneo a noi. Ci vediamo vivere, non ci si sente negli schemi in cui si è incapsulati.

Il Flusso della Vita

In conclusione, in entrambi i casi si soffre, non c’è una via di fuga.Come, infatti, scrive Pirandello nell’Umorismo: “La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate, forme che si muovono in mezzo ad altre immobili, e che però possono seguire il flusso della vita, fino a tanto che, irrigidendosi man mano, il movimento, già a poco a poco rallentato, non cessi. Le forme, in cui cerchiamo d’arrestare, di fissare in noi questo flusso continuo, sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci. Ma dentro di noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, e che è la vita in noi, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità. In certi momenti tempestosi, investite dal flusso, tutte quelle nostre forme fittizie crollano miseramente; e anche quello che non scorre sotto gli argini e oltre i limiti, ma che si scopre a noi distinto e che noi abbiamo con cura incanalato nei nostri affetti, nei doveri che ci siamo imposti, nelle abitudini che ci siamo tracciate, in certi momenti di piena straripa e sconvolge tutto. Vi sono anime irrequiete, quasi in uno stato di fusione continua, che sdegnano di rapprendersi, d’irrigidirsi in questa o in quella forma di personalità. Ma anche per quelle più quiete, che si sono adagiate in una o in un’altra forma, la fusione è sempre possibile: il flusso della vita è in tutti. E per tutti però può rappresentare talvolta una tortura, rispetto all’anima che si muove e si fonde. E per tutti però può rappresentare talvolta una tortura, rispetto all’anima che si muove e si fonde, il nostro stesso corpo fissato per sempre in fattezze immutabili. Oh perché proprio dobbiamo essere così, noi? -ci domandiamo talvolta allo specchio, -con questa faccia, con questo corpo? -Alziamo una mano nell’incoscienza; e il gesto ci resta sospeso. Ci pare strano che l’abbiamo fatto noi. Ci vediamo vivere.”

Ciò, però, non deve essere interpretato come dice il De Benedetti che la forma sia una cosa completamente negativa e la possibilità di uscire da essa per riappropriarsi del proprio essere una cosa totalmente positiva, ovvero Vitangelo Moscardi un personaggio riuscito mentre Mattia Pascal un personaggio negativo perché non ha sfruttato in fondo la condizione dell’uomo libero.

L'Umorismo come Sentimento del Contrario

In entrambi i casi si soffre perché manca una netta identità. In questo contesto si connette l’umorismo pirandelliano che costruisce ed elabora modelli ideali in quanto sentimento del contrario. L’umorista demistifica e demolisce, non elabora il sistema ma riflette su di esso. L’uomo umorista ha la capacità di cogliere gli aspetti più inautentici delle forme pateticamente. Non è un eroe ma un inetto che cerca dolorosamente di togliere le maschere, scoprendosi diversi da quelli che sono. Si studia di mettere insieme le combinazioni più artificiose e paradossali, portando all’estremo dell’inverosimiglianza e dell’assurdo i casi comuni della vita per dimostrare che la legge che li governa è la casualità più bizzarra in cui non si trova alcun senso e per dimostrare gli impulsi più torbidi e inaspettati che si annidano nell’individuo, ignoto di ciò, e possono erompere all’improvviso senza alcuna causa apparentemente importante. Da ciò scaturisce il riso accompagnato da una pietà dolente per l’umanità avvilita e per la “pena di vivere così”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il rapporto tra vita e forma secondo Pirandello?
  2. Pirandello vede la vita come una forza mutevole e dinamica, mentre la forma è l'individualità che l'uomo crede di avere, manifestata attraverso le maschere sociali. Questo rapporto è complesso e spesso causa una scissione tra l'io e il corpo.

  3. Come viene descritta la vita nel contesto dell'umorismo pirandelliano?
  4. La vita è vista come una trappola, una gabbia di forme che imprigionano l'individuo. Anche quando si tenta di infrangere queste forme, come nel caso di Mattia Pascal, si finisce in una dimensione vaga e indefinita, portando alla follia e alla nevrosi.

  5. Cosa rappresenta il flusso della vita secondo Pirandello?
  6. Il flusso della vita è un movimento continuo che cerchiamo di arrestare in forme stabili. Tuttavia, dentro di noi, questo flusso continua indistinto, e in momenti di crisi, le nostre forme fittizie possono crollare, causando sofferenza.

  7. Qual è il ruolo dell'umorismo nel pensiero di Pirandello?
  8. L'umorismo è visto come il sentimento del contrario, che demistifica e demolisce le forme inautentiche. L'umorista non è un eroe, ma un inetto che cerca di togliere le maschere, rivelando la casualità e l'assurdità della vita.

  9. Come si differenziano i personaggi di Vitangelo Moscardi e Mattia Pascal?
  10. Vitangelo Moscardi è considerato un personaggio riuscito perché riesce a riappropriarsi del proprio essere, mentre Mattia Pascal è visto come un personaggio negativo perché non sfrutta appieno la condizione dell'uomo libero.

Domande e risposte

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