Concetti Chiave
- Gerolamo, nato a Stridone, studiò a Roma e viaggiò in Grecia e Oriente, dedicandosi a studi ascetici e alla traduzione delle Sacre Scritture.
- La sua produzione letteraria è ampia e include opere di polemica dottrinale, esegetica, morale, agiografia e biografie di scrittori cristiani.
- È noto soprattutto per la traduzione latina della Bibbia, conosciuta come Vulgata, che divenne la versione ufficiale della Chiesa cattolica.
- L'epistolario di Gerolamo, composto da 154 lettere, riflette il suo coinvolgimento personale in questioni teologiche, etiche e culturali.
- Lo stile di Gerolamo integra riferimenti scritturali e classici, con influenze da Cicerone e Seneca, e una mescolanza di linguaggi colti e colloquiali.
Indice
Infanzia e formazione di Gerolamo
Gerolamo nacque a Stridone in Dalmazia intorno al 347. Di famiglia agiata studiò a Roma presso il grammatico Elio Donato che gli infuse la passione per la cultura classica.
Viaggi e traduzioni bibliche
Terminati gli studi compì numerosi viaggi in Grecia e in Oriente dove alternò esperienze ascetiche ed eremitiche allo studio delle Sacre Scritture e della lingua ebraica. Nel 382 tornò in Italia a Roma e papa Damaso gli commissionò una nuova traduzione latina della Bibbia. Pochi anni dopo lasciò Roma raggiungendo Betlemme dove fondò due monasteri e dove concluse la sua vita.
Produzione letteraria e epistolario
La sua produzione letteraria è molto vasta e tocca svariati ambiti: vi sono scritti di polemica dottrinale, esegetica e morale e di agiografia (Vita Pauli, Vita Hilaronis, Vita Malchi), scritti a imitazione della celebre biografia di Antonio composta dal greco Atanasio.
Maggiore interesse suscitano le lettere dell’epistolario, ricco di informazioni che ci aiutano a comprendere la sua complessa personalità, come pure le opere di tipo storico-manualistico.
È però l’attività di traduttore della Bibbia che ha definito Gerolamo Padre della Chiesa.
L’Epistolario comprende 154 lettere tra loro assai diverse, raccolte ed organizzate pensando a una loro pubblicazione. Da tutte traspare un forte coinvolgimento personale ed emotivo dell’autore sia che parli di dispute teologiche o di questioni etiche, sia che polemizzi contro gli eccessi del clero, sia che commemori alcuni defunti o che esprima l‘angoscia per il sacco di Roma del 410.
D’altronde Roma e la cultura classica in generale sono parte integrante della personalità di Gerolamo
L’amore eccessivo per la cultura pagana provoca in lui anche qualche momento di crisi come quando immagina che Dio lo rimproveri di essere “ciceroniano, non cristiano” . Si tratta però più di enfatiche manifestazioni della sua inquietudine che di affermazioni ponderate e razionali.
La ricerca erudita di Gerolamo produsse anche scritti di natura manualistica, che avevano la finalità di proporre informazioni storiche e letterarie ai cristiani colti. Tradusse ad esempio a seconda parte del Chronicon di Eusebio di Cesarea, un compendio di storia universale corredato di tavole cronologiche.
Scrisse anche un De viris illustribus, il cui titolo romanda all’omonima opera di Svetonio, in cui tratta 135 biografie di scrittori cristiani, da Paolo a se stesso.
Contributo alla traduzione della Bibbia
L’incarico affidatogli da papa Damaso di curare una nuova traduzione latina della Bibbia lo impegnò per larga parte della vita. Gerolamo durante il suo soggiorno romano si occupò del Nuovo Testamento del quale confrontò le traduzioni latine esistenti con l’originale greco, dando origine a una versione dei Vangeli più limpida, finalmente priva di volgarismi e grecismi. Si accostò subito ai Salmi ma è nel successivo soggiorno in Palestina che egli affrontò la complessa traduzione dell’Antico Testamento.
La constatazione della pluralità delle versioni esistenti lo portò a considerare l’originale ebraico il vero punto di partenza del suo lavoro. In realtà anche la traduzione di Gerolamo non raggiunge una completa omogeneità poiché in qualche parte abbiamo una forte aderenza alla lettera mentre altrove sono presenti traduzioni ad sensum, in qualche caso davvero molto libere.
Lentamente la traduzione geronimiana si affermò fino ad essere definita nel IX secolo Vulgata (diffusa e popolare) e a diventare quella ufficiale della Chiesa cattolica.
Stile e controversie esegetiche
Gerolamo fu anche autore di opere di esegesi biblica nella quale non raggiunse però esiti particolarmente innovativi. In qualche modo connessa a questioni esegetiche è però la celebre controversia origeniana: l’oggetto di tale disputa erano le accuse di eresia contro l’esegesi allegorizzante del grande intellettuale greco Origene.
Lo stile di Gerolamo è impreziosito da riferimenti scritturali, citazioni o allusioni classiche; vi sono poi vere e proprie imitazioni dell’amato Cicerone ma anche di Seneca.
Negli scritti polemici la lingua giunge a comprendere termini volgari e scurrili ma solitamente mescola forme dotte e altre colloquiali, grecismi ed ebraismi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e la formazione di Gerolamo?
- Quali furono i principali contributi di Gerolamo alla traduzione della Bibbia?
- In che modo Gerolamo ha influenzato la letteratura cristiana?
- Quali furono le controversie esegetiche associate a Gerolamo?
- Come si caratterizza lo stile letterario di Gerolamo?
Gerolamo nacque a Stridone in Dalmazia intorno al 347 e studiò a Roma sotto il grammatico Elio Donato, che gli trasmise la passione per la cultura classica.
Gerolamo fu incaricato da papa Damaso di curare una nuova traduzione latina della Bibbia, lavorando sul Nuovo Testamento e affrontando la traduzione dell'Antico Testamento dall'ebraico, portando alla creazione della Vulgata.
Gerolamo ha prodotto una vasta gamma di scritti, tra cui polemiche dottrinali, esegetiche e morali, agiografie e un epistolario di 154 lettere, che offrono una visione della sua complessa personalità e delle sue opinioni teologiche ed etiche.
Gerolamo fu coinvolto nella controversia origeniana, che riguardava le accuse di eresia contro l'esegesi allegorizzante di Origene, un intellettuale greco.
Lo stile di Gerolamo è arricchito da riferimenti scritturali e classici, con imitazioni di Cicerone e Seneca, e nei suoi scritti polemici utilizza una lingua che mescola termini volgari e scurrili con forme dotte e colloquiali.