Concetti Chiave
- Il contesto storico del Duecento vede un periodo di crescita economica e demografica, ma con carenze spirituali e sociali, che favoriscono la nascita degli ordini monacali minori come quello francescano.
- San Francesco d'Assisi, nato nel 1181 o 1182, abbandonò una vita agiata per dedicarsi alla povertà, alla cura dei lebbrosi e al servizio degli altri, fondando un ordine approvato da Innocenzo III.
- Le opere principali di San Francesco includono le stimmate e il Cantico di Frate Sole, oltre a vari scritti legati all'insegnamento spirituale e alla pietà religiosa.
- San Francesco vede l'uomo come immagine di Dio e la Terra come un dono divino, promuovendo una visione positiva della natura e dell'esistenza umana.
- La predicazione di San Francesco è itinerante e si rivolge a tutti, specialmente ai lavoratori manuali, promuovendo una comunione tra uomo e natura.

Indice
Introduzione: contesto storico – sociale - politico
Il Duecento, ossia il periodo comunale, è un periodo di grandi cambiamenti, perché la società è sicuramente in crescita - superato l’Alto Medioevo e il lungo periodo di assestamento sociale tra le popolazioni barbariche e i cittadini dell’ex Impero Romano - e l’economia va sviluppandosi.
L’Italia è centrale per importanza nei commerci e sede del mercato internazionale. A fronte di questo sviluppo nato dall’incremento demografico nelle campagne, manca una diffusione capillare di preti, monaci e uomini di chiesa che spieghino la parola. C’è un’aridità di fondo però perché la gente non ha possibilità di essere istruita e spesso la Chiesa, non riesce a sopperire a questa esigenza. Gli ordini minori si propongono proprio questo, di riuscire a sviluppare in modo puro e incorrotto il messaggio cristiano, ponendosi al servizio delle frange più deboli della popolazione. Molti fattori avevano comportato un notevolissimo incremento della popolazione, tanto che le campagne iniziano ad essere strette per le aspettative di vita. Le città, che erano state punte di diamante per l’urbana società romana, si erano spopolate dopo il crollo dell’impero, prede ghiotte delle invasioni barbariche. È così che ad esempio è nata Venezia, dalla fuga degli abitanti di città come Padova.
A tutelarle però era rimasta l’autorità episcopale, personificata nel vescovo, che nei periodi di passaggio si occupava anche dell’organizzazione sociale, dell’urbanistica, dell’aspetto economico. Gli Episcopi esercitano dunque sia potere spirituale sia temporale. L’agire terreno viene visto come sacrificio a Dio e motivo di santificazione. Nonostante il forte sviluppo demografico e l’emancipazione sociale di chi dalla campagna emigra in città, non è un periodo di belle speranze. È un periodo apocalittico: la vita era durissima e la morte all’ordine del giorno, a causa di epidemie, guerre e carestie. L’aspettativa di vita era brevissima e la mortalità infantile alle stelle. Il territorio è ostile, perché la terra è difficile o paludosa, il che rende i lavori pesanti. San Francesco, tra l’altro, visse in un periodo in cui il soglio pontificio era occupato da Innocenzo III, eletto a soli 37. Uomo, di grandissima cultura, Innocenzo III doveva rappresentare un solido caposaldo in grado di dare risposte al fiorire di ordini e gruppi religiosi non sempre fedeli alla Chiesa (come i patarini o i catari). Benché sia notevole il potere della chiesa di ingerenze in ambito temporale, risulta carente sotto il punto di vista spirituale e secondo strutture e ministri capaci. Le ricchezze sempre più grandi che la Chiesa aveva accumulato in grazia di donazioni, dispense, indulgenze e con l’estensione della giurisdizione ecclesiastica, stimolò la cupidigia e permise il dilagare di simonia, la corruzione, il nepotismo o il nicolaismo.
San Francesco: biografia
San Francesco è il più alto esponente della spiritualità religiosa del XIII secolo. Nacque ad Assisi nel 1181 o 1182 in una famiglia borghese, di stampo mercantilistico. Riuscì ad avere la possibilità di compiere buoni studi, imparando anche latino e francese. Durante una giovinezza tra ogni tipo di agio e ricchezza, mostrò una buona propensione per il mestiere delle armi, tanto che nel 1204 fu preso come prigioniero nella guerra fra Assisi e Perugia. Nel frattempo, cercava di raggiungere le truppe di Gualtieri di Brienne in Puglia, quando, dopo essersi ammalato a Spoleto, fu costretto a tornare ad Assisi.
Inizia proprio in questo periodo il tormento interiore che lo portò nel 1206 a cambiare radicalmente la propria vita:
- si ritirò in un eremo
- si dedicò alla cura dei lebbrosi
L’anno successivo il padre lo accusa di fronte al vescovo per spingerlo a rifiutare tutti i suoi propositi; tuttavia, il giovane decide di spogliarsi dei propri abiti e restituirglieli, dichiarando di riconoscere come padre solo “Colui che è nei cieli”. Questo episodio è significativo perché rovescia tutti quelli che sono i valori della società borghese del tempo, che avevano da sempre fatto parte della vita di Francesco e che lui aveva abbandonato per scegliere la povertà, la cura degli altri e l’amore per il prossimo.
Con i primi discepoli stabilisce una Regola, che ad oggi è andata perduta, ma che riceverà l’approvazione di papa Innocenzo III. Si recherà addirittura in Egitto e avrà modo di conoscere il Sultano, che gli consente di tornare in Terrasanta. Una volta tornato, elaborerà una nuova Regola, che verrà approvata dal Pontefice Onorio III il 29 novembre 1223. Gli ultimi anni di vita li trascorrerà in solitudine e in preghiera in vari conventi dell’Italia Centrale, segnato e sofferente a causa dei dolori fisici e delle preoccupazioni che cominciano ad essere insistenti all’interno dell’ordine. Morì tra il 3 e 4 ottobre del 1226.
San Francesco: opere principali
I biografi ricordano sempre le stimmate, ricevute sul monte Verna e la certificatio, ossia una visione di Dio, in cui veniva approvato il suo operato e gli veniva preannunciata la salvezza eterna. Il mattino seguente, Francesco avrebbe composto il Cantico di Frate Sole o delle creature. Prima della sua morte, si congedò dai suoi discepoli con un Testamento, che integrava la Regola. Rimangono anche alcuni suoi scritti in latino, legati all’insegnamento e alla pietà religiosa:
- consigli spirituali e ammaestramenti
- sei lettere
- cinque orazioni

San Francesco e l’arte
Secondo San Francesco, l’uomo è immagine di Dio e ne porta dentro le tracce, anche se è vincolato dai bisogni terreni. Queste si possono trovare annullando la porzione umana. Inoltre, la Terra non è semplicemente creata da Dio, ma ne è dono agli uomini. Non deve quindi essere necessariamente essere ostile. Il santo tenta di farne notare la bellezza anche all’uomo più umile. La natura non è un pericolo con il quale l’uomo si trova a combattere, ma è un dono. Fa capire che con il lavoro di ammaestramento si può convivere e intervenire su di essa.
Questo dà la possibilità di guardare alla realtà con un occhio più fiducioso e le aspettative riescono a rimuovere il pensiero della morte. San Francesco così facendo riscatta anche l’immagine umana, che è pur sempre figlio di Dio e al quale l’uomo deve avvicinarsi. Dio è lontano dalla visione di giudice severo, e più simile a un padre buono che dona e ama. Infine, la famigliarità non è solo con il creato, ma addirittura con la morte, elemento necessario della creazione e dunque anch’essa amica. Non vuole rimarcare la pochezza dell’esistenza ma invita alla contemplazione del creato, che nelle cose semplici è rivalutato. Il poeta toglie al creato la banalità e la scontatezza del vivere. Nella forza dello stesso trova la comunione fra uomo e natura che si dimentica di vivere con l’intensità giusta. Anche se la sua predicazione sarà itinerante, soprattutto in città, si rivolge a tutti i lavoratori, specialmente a quelli manuali e non sarà mai un eremita.
Per ulteriori approfondimenti su San Francesco e le sue opere vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e sociale che ha portato allo sviluppo degli ordini monacali minori nel Duecento?
- Quali sono stati i principali cambiamenti nella vita di San Francesco?
- Quali sono le opere principali di San Francesco?
- Come vedeva San Francesco la relazione tra uomo e natura?
- Qual era la visione di Dio secondo San Francesco?
Il Duecento è un periodo di grandi cambiamenti con una società in crescita e un'economia in sviluppo. Tuttavia, c'è una mancanza di diffusione capillare di preti e monaci per spiegare la parola di Dio, portando alla nascita degli ordini minori per servire le frange più deboli della popolazione.
San Francesco, nato in una famiglia borghese, abbandonò la ricchezza per dedicarsi alla povertà e alla cura degli altri. Dopo un tormento interiore, si ritirò in un eremo e si dedicò ai lebbrosi, rinunciando ai valori borghesi e scegliendo di riconoscere solo Dio come padre.
Le opere principali di San Francesco includono il Cantico di Frate Sole, il Testamento che integra la Regola, e vari scritti in latino come consigli spirituali, sei lettere e cinque orazioni.
San Francesco vedeva la natura come un dono di Dio, non un pericolo. Credeva che l'uomo potesse convivere con essa attraverso il lavoro di ammaestramento, e invitava alla contemplazione del creato, rivalutando le cose semplici e promuovendo una visione fiduciosa della realtà.
San Francesco vedeva Dio non come un giudice severo, ma come un padre buono che dona e ama. Promuoveva la familiarità con il creato e la morte, considerandola un elemento necessario della creazione e quindi amica, invitando alla contemplazione e alla comunione tra uomo e natura.