Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La novella racconta di due donne, cognate, che si scambiano battute offensive, rappresentando ciascuna la propria fazione politica: Guelfi e Ghibellini.
  • Le battute si svolgono presso Campaldino, dove i Ghibellini furono sconfitti; la figlia di Ugolino usa il terreno come metafora per la sconfitta avversaria.
  • La storia sottolinea come le donne abbiano assunto un ruolo attivo nell'incitare all'odio politico, anziché promuovere la pace come in passato.
  • Il dialogo tra le donne rappresenta un esempio di come la parola possa essere usata come arma, riflettendo la società divisa del Medioevo.
  • Franco Sacchetti, nel confrontare il suo racconto con la Commedia di Dante, introduce variazioni che dimostrano autonomia nella narrazione storica.

Indice

  1. Parafrasi
  2. Note storiche esplicative
  3. Sintesi
  4. Morale della novella
  5. Analisi e portata delle battute delle due donne
  6. Dante Alighieri e Franco Sacchetti

Parafrasi

“Due donne si scambiano frasi offensive, pronunciate ciascuna in favore della propria parte politica (una donna sostiene i guelfi e l’altra i ghibellini)
In un tempo non molto lontano, presso i conti Guidi, c’erano due donne sposate: una, figlia del conte Ugolino della Gherardesca che i Pisani fecero morire di fame insieme ai figli e l’altra, figlia di Bonconte da Montefeltro, che condivideva la funzione di capo dei Ghibellini con il vescovo di Arezzo. Quest’ultimo, o i suoi fedeli, erano stati sconfitti dai Fiorentini, insieme agli Aretini, nella battaglia di Campaldino. Per caso, successe che nel mese di marzo, queste due donne andando per svago verso il castello di Poppi, e arrivate a Certomondo (nei pressi di Campaldino), dove i Fiorentini avevano inflitto la sconfitta agli avversari, la figlia del conte Ugolino si rivolse alla compagna e disse:
- O madonna, guardate un po’ com’è fiorente questo grano e questa biada, che cresce nel luogo in cuoi i Fiorentini sconfissero i Ghibellini; sono sicura che il terreno usufruisce ancora di quel concime.-
La figlia di Buonconte da Montefeltro, rispose subito:
- È proprio bello, ma potremo morire di fame prima che giunga il momento della raccolta.
La donna che aveva iniziato a punzecchiare, sentendosi così colpita, fece vista di aver capito quelle parole piene di veleno e le due donne continuarono il viaggio. Che possiamo dire dell’acuta malizia femminile?. Le donne hanno un’intelligenza più acuta e pronta e da fare e dire il male sono più di parte rispetto agli uomini, nei tempi antichi esse avrebbero trattenuto [e invitato alla moderazione] i rispettivi mariti, oggi, invece, li esortano a prendere le armi [a sostegno della loro parte]
Per questo motivo, nel modo esiste tanto male e ne deriverà dell’altro, nel caso in cui Dio non disponga l’ animo umano a cose migliori che è possibile vedere per ora”.

Note storiche esplicative

• Ugolino della Gherardesca è un personaggio della Commedia. Di nobilissima famiglia, per tradizione ghibellina, a seguito di un accordo col genero Giovanni Visconti, passò a sostenere il partito guelfo. Per alcuni anni fu signore del Comune di Pisa e quando, nel 1288,i Ghibellini insorsero, Ugolino con i due figli e due nipoti, venne rinchiuso in una torre e lasciato morire di fame.
• Bonconte da Montefeltro è anch’esso un personaggio presente nella Commedia. Era uno dei capi del partito ghibellino e mori nella battaglia di Campaldino, nella quale si trovava alla guida dell’esercito aretino che combatteva contro Firenze
• Nel testo si parla di Certomondo, una località nelle vicinanze di Campaldino, dove furono sepolti, in una fossa comune, molti dei caduti in battaglia di parte ghibellina.

Sintesi

Due cognate, una figlia del conte Ugolino (sostenitore dei Guelfi) e l’altra, figlia di Bonconte da Montefeltro (sostenitore dei Ghibellini) si ritrovano a passeggiare per la pianura di Campaldino dove i Ghibellini furono sconfitti nel 1289. La figlia del conte Ugolino non perde l’occasione di ricordare, malignamente, all’ala cognata, l’esito della battaglia e calca la mano notando che le coltivazione crescono bene perché utilizzano il concime formato dai cadaveri decomposti dei ghibellini morti in battaglia. La figlia di Bonconte ha la risposta pronta e controbatte ricordando la morte per fare del conte Ugolino.

Morale della novella

Le donne di oggi sono più maligne degli uomini; mentre una volta avrebbero trattenuto i loro mariti, ora solo loro ad incitarle all’odio di parte.

Analisi e portata delle battute delle due donne

In questa novella, le battute si appoggiano sulla divisione fra Guelfi e Ghibellini che interessava la vita politica del Medioevo. In questo caso, la parola non ha una funzione conciliativa, bensì serve per offendere con malignità. Il motteggio è quindi presentato dallo scrittore come un’arma ostile e pericolosa: il tessuto sociale non è quello del Decameron, ma quello di una cronaca sanguinosa che attraversa la vita civile di Firenze. Nella parte finale le donne vengono rimproverate perché si identificato con l’estremismo dei loro congiunti, invece di assumere una posizione di mediazione.

Dante Alighieri e Franco Sacchetti

Il testo presenta dei richiami evidente con la Commedia. Le due donne sono figlie di due personaggi di spicco che Dante colloca nell’Inferno. Entrambe battibeccano, tenendo ben presenti i fatti storici del tempo e le vicissitudini delle relative famiglie. Rispetto alla Commedia, il Sacchetti opera una modifica. Dante fa dire a Bonconte, morti in battaglia, che il suo corpo fu trasportato dall’Arno in pieno e che per questo non fu mai trovato. Invece, la figlia di Ugolino della Gherardesca, colloca il cadavere in mezzo a tutti gli altri compagni d’arme morti che stanno rendendo più fertile la piana della pianura di Campaldino. Questo potrebbe essere visto come una forma di libertà e di autonomia del Sacchetti di fronte a personaggi noti e stimati da tutti.

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