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Habilis
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Concetti Chiave

  • La poesia comico-realistica, originata in Toscana, contrapponeva il realismo alla spiritualità medievale e alla corrente stilnovista.
  • Questa poesia rappresentava l'amore come un sentimento fisico e celebrava aspetti terreni come denaro, gioco e piacere.
  • Il linguaggio utilizzato era colorito e diretto, vicino al gergo popolare, per enfatizzare il carattere realistico.
  • Tra i principali esponenti del genere comico-realistico vi erano Rustico di Filippo, Cecco Angiolieri e Folgore da San Gimignano.
  • Il poema "S’i’ fosse fuoco" di Cecco Angiolieri esemplifica il carattere dissacrante e burlesco, con un uso marcato dell'anafora e un finale concreto e ammiccante.

Indice

  1. Contrapposizione alla spiritualità medievale
  2. Carattere dissacrante della poesia comica
  3. Struttura e ritmo della poesia

Contrapposizione alla spiritualità medievale

Antitesi della spiritualità medievale fu la poesia comico-realistica, sorta in Toscana, in special modo presso Siena, accanto alla corrente stilnovista. Di quest’ultima fu forte contrapposizione per il suo carattere realistico e dissacrante. Essa, infatti, descriveva l’amore come un sentimento fisico, la donna quale creatura terrena, e accanto ad essi esaltava il denaro, il gioco, la taverna, il piacere.

Sul piano lessicale la poesia comico-realistica era alla costante ricerca di una terminologia colorita e diretta, di un linguaggio che fosse il più possibile affine al gergo popolare. Tra i maggiori esponenti del genere comico-realistico si ricordano Rustico di Filippo, Cecco Angiolieri e Folgore da San Gimignano.

S’i’ fosse fuoco, ardereï ‘l mondo;

s’i’ fosse vento, lo tempestarei;

s’i’ fosse l’acqua, i’ l’annegherei;

s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo;

s’i’ fosse papa, allora sarei giocondo,

ché tutti i cristïani imbrigarei;

s’i’ fosse ‘mperator, ben lo farei:

a tutti tagliarei lo capo a tondo.

S’i’ fosse morte, andarei a mi’ padre;

s’i’ fosse vita, non starei con lui:

similemente faria da mi’ madre.

S’i’ fosse Cecco, com’ i’ sono e fui,

torrei le donne giovani e leggiadre:

le zop(p)e e vecchie lasserei altrui.

Carattere dissacrante della poesia comica

Il componimento mostra in modo lampante il carattere dissacrante e burlesco della poesia comica trecentesca, la contrapposizione della realtà più materiale a tutto ciò che è nobile e degno. Si tratta di una posa voluta, di un gioco letterario, e ciò è ben confermato dallo smorzamento dei toni che avviene nel finale, quando il poeta “strizza l’occhio” al lettore attenendosi alla realtà più concreta e veritiera.

Struttura e ritmo della poesia

Il carattere goliardico della poesia è messo in luce anche dalla punteggiatura scandita, dalla struttura e dalla forma: il fitto impiego dell’anafora (il procedimento fondato sulla ripresa della stessa costruzione letterarie, “S’i’ fosse…”) e l’uso del condizionale in chiusura di verso. Tutto è disposto in una configurazione simmetrica, per cui il ritmo della poesia risulta teso e martellante fino, almeno, all’ultima terzina. Solo a questo punto, infatti, si verifica lo scioglimento della struttura poetica rigorosa adottata da Angiolieri e si giunge al suo finale ammiccante.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale caratteristica della poesia comico-realistica rispetto alla spiritualità medievale?
  2. La poesia comico-realistica si contrappone alla spiritualità medievale con un carattere realistico e dissacrante, descrivendo l'amore come un sentimento fisico e la donna come una creatura terrena, esaltando anche il denaro, il gioco e il piacere.

  3. Come viene evidenziato il carattere dissacrante della poesia comica trecentesca?
  4. Il carattere dissacrante è evidenziato attraverso una posa voluta e un gioco letterario, con un finale che smorza i toni e strizza l'occhio al lettore, attenendosi alla realtà più concreta e veritiera.

  5. Quali elementi strutturali e ritmici caratterizzano la poesia di Cecco Angiolieri?
  6. La poesia di Cecco Angiolieri è caratterizzata da una punteggiatura scandita, l'uso dell'anafora "S’i’ fosse…" e del condizionale in chiusura di verso, creando un ritmo teso e martellante che si scioglie solo nell'ultima terzina.

Domande e risposte

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