Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La storia narra di un cavaliere inglese che rifiuta la penitenza anche in punto di morte, illustrando l'importanza di pentirsi per tempo.
  • Il racconto si basa su una fonte autorevole, il Venerabile Beda, e presenta una struttura narrativa lineare con un'introduzione, antefatto e climax.
  • Il cavaliere, nonostante la grave malattia, rifiuta di confessarsi, mostrando un comportamento ostinato e incosciente delle conseguenze.
  • La parte più drammatica è narrata in prima persona dal cavaliere, che descrive la disputa tra angeli e demoni sul suo destino eterno.
  • La narrazione di questo tipo di disputa è un topos comune nella letteratura medievale, sottolineando la battaglia tra bene e male per l'anima umana.

Indice

  1. L'importanza della penitenza
  2. Il cavaliere e la sua condanna
  3. La disputa tra angeli e demoni
  4. Struttura e narrazione del racconto
  5. Aspetti psicologici e intensità

L'importanza della penitenza

Ora guardati bene dall’indugiare a fare penitenza: credi a me, che chi non penitenza quando può, quando vorrà fare penitenza non gli sarà possibile; o si meriterà di non volere mai ciò che gli sarebbe utile per la sua salvezza.

Il cavaliere e la sua condanna

Si legge (ed è il venerabile Beda che lo scrive) che c’era un cavaliere in Inghilterra, molto coraggioso nell’uso delle armi, ma dedito al vizio; essendosi ammalato gravemente, il Re, che era un sant’uomo, gli fece visita; e esortato affinché si confessasse [= purificasse la propria anima] come un buon Cristiano, egli rispose che non ce n’era bisogno, e che non voleva far vedere che aveva paura, né essere considerato pusillanime, o vigliacco.

Poiché la malattia si aggravava, invitandolo di nuovo a fare penitenza e a confessare i propri peccati, rispose: “Vostra Maestà, ormai è tardi; io sono stato già giudicato e condannato, peggio per me, se l’altro giorno, quando mi avete fatto visita e dato dei consigli sulla mia salute, non vi ho ascoltato.

La disputa tra angeli e demoni

Misero che sono! Allora ero ancora in tempo per ricevere la misericordia divina. Ora, sarebbe meglio che non fossi mai nato! mi è tolta ogni speranza: poco prima che voi arrivaste, sono venuti due giovani dall’aspetto molto bello, uno si è messo a capo del letto e l’altro ai piedi e dissero: “Costui è in punto di morte, vediamo un po’ se abbiamo qualche diritto su di lui. E uno tirò fuori dal seno un libretto, scritto in lettere d’oro e quantunque non sappia leggere, arrivai a leggere che, nella mia giovinezza, avevo compiuto delle piccole opere di bene, poche veramente, prima di compiere dei peccati mortali: non me lo ricordavo nemmeno. Ne fui molto contento, ma sopraggiunsero due grandi, neri e crudeli Demoni che mi posero davanti agli occhi un grande libro aperto, in cui era trascritti tutti i miei peccati e tutte le malvagità che avevo commesso e ai primi due giovani, che erano Angeli del Signore, dissero: “Che ci fate qui, voi? benché non abbiate alcun diritto su costui e che sul vostro libro non ci sia scritto nulla in suo favore? E scambiandosi uno sguardo, i due Angeli risposero: “È vero. E così se ne andarono lasciandomi nelle mani dei Demoni che mi tagliarono il corpo con due coltelli dalla lama tagliente, uno da capo e dai piedi. Ecco quello che sta a capo del letto mi taglia gli occhi per cui perdo la vista mentre l’altro mi aveva già segato fino alle parti intime per cui non posso più vivere. E dicendo queste parole, il cavaliere spirò.

Struttura e narrazione del racconto

Il racconto ha una struttura molto lineare: dopo l’esposizione della tesi che l’esempio vuole dimostrare, si passa alla caratteristica formula di apertura che richiama un personaggio autorevole (in questo caso il Venerabile Beda, un monaco inglese, morto nel 735) che costituisce la fonte della storia. Segue, poi, la narrazione dell’antefatto, la prima visita del re, l’ostinazione cieca del cavaliere a non fare penitenza nonostante la grave infermità da cui è affetto. Successivamente abbiamo il nucleo principale (seconda visita del re e il resoconto dell’ormai avvenuta condanna.

Aspetti psicologici e intensità

La parte più drammatica della storia è raccontata in prima persona dal protagonista e questo, forse, attenua un po’ l’effetto tragico di quanto accaduto. D’altra parte, durante la disputa, il cavaliere mantiene un comportamento sereno e lo scrittore non ne evidenzia gli aspetti psicologici, limitandosi, invece a descrivere i fatti nella loro oggettività. Solo alla fine, quando tutte le voci verbali sono al presente, il racconto acquista maggiore intensità.

Da sottolineare, infine, che la disputa fra gli angeli e i demoni è un topos molto frequente nella letteratura medioevale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del racconto?
  2. Il tema centrale del racconto è l'importanza della penitenza e le conseguenze della sua mancanza, come illustrato dalla storia del cavaliere che rifiuta di confessarsi e affronta una condanna spirituale.

  3. Chi è il personaggio principale della storia e quale è la sua condanna?
  4. Il personaggio principale è un cavaliere inglese, coraggioso ma dedito al vizio, che rifiuta di fare penitenza e alla fine viene condannato dai demoni, perdendo ogni speranza di salvezza.

  5. Come viene descritta la disputa tra angeli e demoni?
  6. La disputa tra angeli e demoni è descritta come un confronto in cui gli angeli mostrano un libretto con poche opere di bene del cavaliere, mentre i demoni presentano un grande libro con tutti i suoi peccati, dimostrando di avere diritto su di lui.

  7. Qual è la struttura narrativa del racconto?
  8. La struttura narrativa è lineare, iniziando con l'esposizione della tesi, seguita dalla narrazione dell'antefatto, la visita del re, l'ostinazione del cavaliere, e culminando con la condanna e la disputa tra angeli e demoni.

  9. Quali sono gli aspetti psicologici e l'intensità del racconto?
  10. Gli aspetti psicologici sono poco evidenziati, con il cavaliere che mantiene un comportamento sereno. L'intensità aumenta alla fine, quando il racconto passa al presente, accentuando il dramma della condanna.

Domande e risposte

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