Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Durante il Duecento e Trecento, la concezione cristiana del mondo ha influenzato scrittori verso un impegno didattico, con lo scopo di educare i fedeli alla salvezza eterna.
  • Domenico Cavalca, frate domenicano del Trecento, si dedicò alla redenzione delle donne e scrisse opere spirituali, tra cui Le Vite dei Santi Padri, in un linguaggio semplice e fiabesco.
  • Cavalca utilizzava l'esemplificazione come tecnica principale per attrarre e persuadere i fedeli, proponendo biografie di santi come modelli da imitare.
  • Jacopo Passavanti, domenicano del Quattrocento, scrisse Specchio di vera penitenza, caratterizzato da una tensione drammatica e dall'uso di esempi terrificanti e soprannaturali.
  • Passavanti, a differenza di Cavalca, si concentrava sull'ossessione del peccato e utilizzava visioni inquietanti per trasmettere messaggi morali ai fedeli.

Indice

  1. L'impegno didattico cristiano nel Medioevo
  2. Domenico Cavalca e la letteratura religiosa
  3. Jacopo Passavanti e la tensione drammatica

L'impegno didattico cristiano nel Medioevo

La concezione cristiana del mondo, ha orientato nel Duecento e nel Trecento alcuni scrittori verso l’impegno didattico. Se l’esistenza terrena è subordinata alla conquista della vita eterna, intesa come premio, oppure ai rischi di essere dannati in eterno, cioè al castigo, o necessario che il cristiano sia informato e persuaso delle norme e dei comportamenti utili per non smarrirsi e perdere così la “retta via”.

Ecco che, allora, la Chiesa si assume questo compito attraverso i suoi ministri, le sue istituzione e gli intellettuali che le sono vicini. Ne deriva, pertanto, una produzione letteraria abbastanza omogenea che comprende trattati di teologia, prediche, racconti esemplari, vite di santi.

Domenico Cavalca e la letteratura religiosa

Domenico Cavalca è stato un frate dell’ordine domenicano vissuto nella prima metà del Trecento. Originario di Pisa, entro molto giovane nell’Ordine e si dedicò soprattutto alla redenzione delle donne traviate fi al punto di fondare, a tal scopo, il Monastero di Santa Maria a Pisa. La sua attività di scrittore si colloca all’interno della letteratura religiosa ed è rivolta all’edificazione morale del popolo cristiano. Per questo motivo, il suo linguaggio è semplice e fiabesco. Autore di diversi scritti di carattere spirituale, il più famoso è Le Vite dei Santi Padri, un’opera che trasferisce in lingua volgare il testo in latino Vitae Sanctorum Patrum. Si tratta di un’opera agiografica nella quale le biografie dei santi vengono presentate con molta ammirazione e proposte come modello ai fedeli affinché essi le imitino . Egli disponeva di una solida preparazione teologica e di una grande capacità di saper metterla a servizio della sua attività divulgativa. Infatti, egli sapeva attirare la folla con modalità persuasive accattivanti, a volte perfino fiabeschi, che nulla avevano a che vedere con il misticismo. La tecnica fondamentale a cui egli ricorre costantemente è l’esemplificazione o “assempro” (= esempio).

Jacopo Passavanti e la tensione drammatica

Un altro scrittore religioso appartenente alla letteratura didattica e sacra è Jacopo Passavanti. Nato a Firenze all’inizio del Quattrocento, anch’egli era un frate domenicano. Intellettuale di grande capacità, completò la propria formazione teologica a Parigi e fu docente di teologia a Roma e a Siena. Fra l’altro, ricoprì anche il ruolo di sovrintendente alla costruzione della basilica di Santa Maria Novella, di cui prima era stato già priore. Fu autore di una sola opera, Specchio di vera penitenza, in cui la parola “specchio”, derivata dal latino “speculum” è specifico per indicare un testo finalizzato all’edificazione morale. Contrariamente all’aspetto sereno e colloquiale dell’opera del Cavalca, nello scritto del Passavanti prevale una forte tensione drammatica, un’immaginazione terrificante e allucinata oltra un’ossessionante presenza del peccato che incombe sulla vita dell’uomo. Anche lui ricorre agli “esempi”; fra di essi, i più significativi sono quelli che si riferiscono ad incubi e a visioni terrificanti, dominati da un’atmosfera soprannaturale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale della letteratura didattica cristiana nel Medioevo?
  2. L'obiettivo principale è informare e persuadere i cristiani sulle norme e comportamenti utili per non smarrirsi e perdere la "retta via", orientando la loro esistenza terrena verso la conquista della vita eterna.

  3. Chi era Domenico Cavalca e quale fu il suo contributo alla letteratura religiosa?
  4. Domenico Cavalca era un frate domenicano del Trecento, noto per la sua opera "Le Vite dei Santi Padri", che traduceva in volgare le biografie dei santi per l'edificazione morale del popolo cristiano, utilizzando un linguaggio semplice e fiabesco.

  5. In che modo Jacopo Passavanti si distingue nella letteratura religiosa rispetto a Cavalca?
  6. Jacopo Passavanti si distingue per la sua opera "Specchio di vera penitenza", caratterizzata da una forte tensione drammatica e un'immaginazione terrificante, in contrasto con l'approccio sereno e colloquiale di Cavalca.

  7. Quali tecniche utilizzavano Cavalca e Passavanti per coinvolgere i loro lettori?
  8. Entrambi utilizzavano l'esemplificazione o "assempro" per coinvolgere i lettori, con Cavalca che adottava modalità persuasive e fiabesche, mentre Passavanti ricorreva a esempi di incubi e visioni terrificanti.

Domande e risposte

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