Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il testo consiglia di frequentare persone di simile condizione economica per evitare spese esagerate e mantenere un equilibrio sociale.
  • Si critica la nobiltà che si basa solo sul lignaggio, promuovendo invece la vera nobiltà legata a doti morali e intellettuali.
  • Brunetto Latini propone una teoria borghese della nobiltà, valorizzando il merito personale rispetto all'appartenenza familiare.
  • La realtà sociale dell'epoca viene analizzata, riconoscendo il potere dell'opinione pubblica nel determinare la preminenza sociale.
  • Nonostante il valore delle doti personali, l'autore ammette che spesso la società valuta più l'appartenenza a famiglie nobili.

Indice

  1. Consigli sulle frequentazioni sociali
  2. Nobiltà e comportamento sociale
  3. Teoria borghese della nobiltà

Consigli sulle frequentazioni sociali

“Amico, bada bene che non ti importi di frequentare persone più ricche di te, perché o sarai considerato un giullare (= in senso dispregiativo, una persona che deve essere mantenuta) o spenderai come loro (cioè troppo) perché sarebbe considerato sconveniente se tu non lo facessi; e pensa sempre che se cominci a spendere tanto dovrai continuare a farlo anche in seguito.

Dunque devi valutare se le tue possibilità economiche ti consentono di farlo, cioè di spendere con larghezza; se non te lo consentono, bada di non sostenere una spesa che poi ti sia rimproverata; ma frequenta persone tali che siano uguali a te (per quanto riguarda le disponibilità economiche); e se chi frequenti fosse di poco superiore a te, non rinunciare a frequentarlo, ma spendi quanto lui; non superarlo invece in prodigalità.

E pensa sempre se fra le tue amicizie ci sia una persona, a parer tuo, meno ricca di te, in nome di Dio, da non indurlo a spendere più di quanto egli non possa fare: giacché, se per tua esortazione, egli dissipa il suo patrimonio, spende il suo in modo irragionevole, e cade in miseria, tu sarai per questo ritenuto responsabile e biasimato.

Nobiltà e comportamento sociale

Ma ci sono persone di una diversa condizione, che si chiamano “nobili”: essi in virtù di tale nobiltà, ritengono tutti gli altri di poco pregio: e per l’alterigia che deriva loro dall’essere nobili, chiamano “mercenario” chi spenderebbe più facilmente una grande quantità di fiorini che non essi una gran quantità di fiorini piccioli (un tipo di moneta meno pregiata dei fiorini), nonostante che il loro patrimonio sia di uguale consistenza [Questo è il senso: “ Disprezzano quei nuovi ricchi che largheggiano nello spendere denaro, senza appartenere a famiglie di antica nobiltà”]

E chi si reputa nobile, senz’altro merito che quello della fama che gli deriva dall’appartenere a famiglia nobile, crede di meritarsi rispetto mentre si fa ingiuria da sé [l’espressione “far la croce” = meritarsi rispetto si oppone all’espressione “farsi la fica” = gesto scurrile simbolo di disprezzo]: chi non accetta di fare quei sacrifici necessari per acquistare valore [morale e intellettuale] non crede di essere annoverato fra le persone di valore per il fatto di appartenere a una famiglia illustre; perché io considero nobile colui che mostra apertamente un comportamento di grande valore e di buona educazione, tale da compiere azioni superiori a ciò che richiederebbe la sua stirpe e vive onoratamente.

Tanto da ottenere l’approvazione manifesta della gente.

Ammetto che, qualora l’uno e l’altro abbiano pari meriti personali, colui che è di natali più nobili è comunemente considerato superiore e più gradito; ciò tuttavia, accade non secondo la mia dottrina, ma perché questo è la realtà dei fatti, che supera e vanifica gran parte della mia dottrina; per questo posso soltanto prenderne atto; il fatto è che questo mondo è così rozzo che si giudica ciò che è giusto, considerando solo la fama, tanto che i diversi gruppi sociali vivono in continua lotta fra di loro.

Perciò, sii tanto accorto da stare fra i nobili così silenzioso da non farti deridere; comportati a modo loro, poiché ti concedo piuttosto di agire male (che di farti deridere); infatti, se anche tu agissi bene, se essi non ti apprezzano, non ti servirebbe nulla né il dire bene, né il dire male.

Perciò, non dire alcuna cosa che non sia gradita a tutti quelli che l’ascoltano, perché in caso contrario, ci sarebbe sicuramente chi. a causa di ciò, ti biasimerebbe anche mentendo, quando tu te ne fossi andato via, tanto che te ne dovresti ben dolere.

Perciò, tu in tale compagnia devi sapere giocare di astuzia, devi cioè saper dire solo ciò che debba piacere; e la verità. se potrai, la dirai ad altri, che sappiano riconoscerla e apprezzarla, poiché tra la gente in contrerai molte persone incapaci di apprezzarla, le quali preferiscono ascoltare una scurrilità piuttosto che un discorso di valore: tu passa oltre e non te ne curare.”

In questo passo, tratto dal “Tesoretto, l’autore analizza i rapporti sociali in funzione di tre variabili:

1) il patrimonio, richiamato con i termini “podere” e “avere”;

2) l’appartenenza a d una famiglia di antica nobiltà, la cui preminenza sociale, in gran parte, è confermata dall’opinione pubblica, ricordata dai termini “boce” e “detto”;

3) le doti morali e intellettuali che consentono di operare il bene e di conseguire la stima del popolo.

La tesi espressa dallo scrittore è sinteticamente la seguente: è opportuno frequentare persone all’incirca di pari condizioni sia culturali che economiche; bisogna mirare, in assoluto, a conseguire quella pubblica stima che deriva dalle doti mortali e intellettuali, e dal comportamento corretto e onorevole; ma vista la realtà dei rapporti sociali, è anche opportuno non inimicarsi le famiglie potenti che godono di un prestigio sociale derivato dall’appartenenza ad una stirpe illustre. Accanto a questi precetti fondamentali, possiamo individuare tutta una serie di corollari che mirano ad individuare una casistica più precisa: come comportarsi se le differenze di patrimonio sono minime, come comportarsi nei confronti di persone inferiori per patrimonio, ma che fanno parte dello della stessa cerchia di amicizie a cui ci aggiungono delle riflessioni su problemi etici che hanno lo scopo di avvalorare e giustificare i singoli precetti. Ne derivano un’analisi del quadro sociale dell’epoca e una teoria del comportamento articolate e complesse e ricche di sfumature

Teoria borghese della nobiltà

La parte più notevole del brano è la teoria borghese della nobiltà e la contrapposizione fra teoria e prassi. Lo scrittore contrappone due diversi concetti di “nobiltà” e di “gentilezza”: quello fondato sulla stirpe e quello basato sulle doti intellettuali e morali; egli mostra la propria preferenza nei confronti di quest’ultima. Infatti, egli afferma chiaramente che colui che non acquisisce doti personali non deve credere di valere qualcosa per il fatto di appartenere ad una famiglia di stirpe nobile.; invece, viene definito nobile (= vero “gentile”) colui che vive conquistando onore, cioè apprezzamento sociale per le proprie doti individuali, indipendentemente dall’appartenenza ad una famiglia aristocratica o borghese.

Con queste affermazioni, Brunetto Latini si colloca fra coloro che sostenevano la teoria borghese della nobiltà, anticipando così simili idee dei poeti stilnovisti, anche se, il suo realismo sociale lo porta ad ammettere, a malincuore, che, di fatto, nell’attuale società fra due persone di identico valore, viene stimata di più quella che appartiene ad una famiglia nobile

Domande da interrogazione

  1. Qual è il consiglio principale riguardo alle frequentazioni sociali?
  2. Il consiglio principale è di frequentare persone con condizioni economiche simili alle proprie per evitare di dover sostenere spese eccessive o essere considerati in modo negativo.

  3. Come viene descritta la nobiltà nel testo?
  4. La nobiltà è descritta come una condizione che spesso porta a un atteggiamento di superiorità, ma l'autore sottolinea che il vero valore deriva dalle doti morali e intellettuali, non solo dall'appartenenza a una famiglia nobile.

  5. Qual è la posizione dell'autore sulla teoria borghese della nobiltà?
  6. L'autore sostiene la teoria borghese della nobiltà, preferendo il concetto di nobiltà basato su doti personali piuttosto che sulla stirpe, pur riconoscendo la realtà sociale che favorisce le famiglie nobili.

  7. Cosa suggerisce l'autore riguardo al comportamento in presenza di nobili?
  8. L'autore suggerisce di comportarsi in modo da non farsi deridere, adattandosi al comportamento dei nobili e dicendo solo ciò che è gradito, per evitare critiche e biasimi.

  9. Quali sono le tre variabili analizzate nei rapporti sociali secondo il testo?
  10. Le tre variabili analizzate sono il patrimonio, l'appartenenza a una famiglia di antica nobiltà e le doti morali e intellettuali che portano alla stima pubblica.

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