L’autore
Richard de Fournival è stato un letterato, un filosofo e uno scienziato francese del XIII secolo il cui nome è legato all’opera Bestaire d’amour. Figlio del medico personale del re di Francia Philippe-Auguste, oltre ad essere molto erudito e in possesso di una grande cultura, praticò anche la medicina ed intraprese con successo la carriera religiosa. La sua fornitissima biblioteca e andata a costituire il nucleo più antico della biblioteca della Sorbona odierna.Egli utilizza la simbologia dei bestiari per descrivere quei comportamenti amorosi che in gran parte trovano riscontro del codice del mondo cortese. Si potrebbe dire che la sua opera è un trattato sull’amor cortese, sotto forma di bestiario oppure un bestiario con che fornisce precetti di insegnamento profani. In questo si distingue dai bestiari moralizzatori cristiani in cui, su modello del Fisiologo il comportamento di un animale è associato ad una virtù o ad un vizio umano e da ciò deriva l’elaborazione di tutta una serie di prescrizioni morali, che nell’opera di Fournival non esistono.
Sintesi del contenuto
L’opera rientra nella simbologia e precettistica profana. L’amore ha catturato lo scrittore tramite il profumo, come succede all’unicorno che attratto dal profumo della verginità di una giovane ragazza, si addormenta fra le braccia di quest’ultima. L’unicorno è un animale fantastico di cui già i classici parlavano. Molto pericoloso da catturare, in mezzo alla fronte ha un corno che, secondo la tradizione, avrebbe delle virtù medicinale. L’unica persona che gli si può avvicinare è una fanciulla vergine. Infatti, quando l’animale, dal fiuto, ne riconosce una, si inginocchia davanti a lei con umiltà e dolcezza come se volesse mettersi a suo servizio e si addormento nel suo grembo. Ed è allora che i cacciatori ne approfittano per ucciderlo.Nello stesso modo, Amore si è vendicato dello scrittore. Egli non aveva mai incontrato una donna che le piacesse tanto e questo lo aveva riempito di orgoglio. Ma Amore si è voluto vendicare ed ha messo sulla sua strada una fanciulla molto dolce di cui lo scrittore si è subitamente innamorato, cadendo fra le sue braccia. Esso è stato catturato dalla fanciulla per mezzo dell’odorato ed è tramite l’odorato che è stato tenuto prigioniero ed ha dovuto abbandonare la propria volontà per seguire sempre ed ovunque quella della donna. In pratica, conclude Fourgival, egli si è comportato come gli animali che, una volta fiutata la pantera, non la possono più abbandonare, ma attratti dal suo dolce profumo, la seguono fino alla morte.
L’obiettivo dell’opera
Lo scopo dello scrittore è di voler conquistare la donna a cui, precedentemente, ha inviato alcuni componimenti poetici, mas senza riuscire a smuoverla. Ora ci prova di nuovo, inviandole questa opera, che può essere vista come uno specchio simbolico in cui la donna amata può vedere riflessa la vicenda del suo rapporto con Fourgival.Gli animali del Bestiaire d’amour possono essere catalogati in simboli comportamentali sia positivi che negativi: la balena = amante infido, la volpe = donna infida, l’avvoltoio = falso amico, il coccodrillo = le malelingue, l’elefante e la colomba = l’amante prudente, la cicogna = l’amale fedele. Nel corso dell’opera, Fourgival si paragona ai vari animali, descrivendo così’ come gli è successo di innamorarsi, con quali mezzi la donna amata ha fatto breccia nel suo cuore e come l’amata deve ricambiare.
Il tema dell’amore e la sua origine
Il passo in cui lo scrittore parla dell’unicorno è quello dell’innamoramento. Dopo aver a lungo trattato del rapporto esistente fra amore, vista e udito, dopo essersi paragonato a diversi animali, egli confessa di essersi innamorato alla vista e al suono della donna perché stando ad un topos della letteratura cortese l’amore passa sempre attraverso gli occhi. Aggiunge di essere stato attratto anche dal profumo della donna, paragonata ad una pantera che nei bestiari medioevali emanava profumo dalla bocca, come capito anche all’unicorno che si lascia docilmente catturare dal profumo emanato da una vergine.Pertanto l’amore nasce dalla vista, dall’udito e dall’odorato.
E alla fine, arriva la conclusione maliziosa: lo scrittore è stato catturato grazie alla vista, all’odorato e all’udito. Se fosse stato catturato anche dai due sensi rimanenti – il tatto e il gusto del bacio – allora la cattura sarebbe stata completa ed egli si sarebbe veramente addormentato.