Concetti Chiave
- Folgore San Gimignano, vero nome Jacobo di Michele, era un poeta toscano del periodo tra il Duecento e il Trecento, noto per i suoi sonetti che riflettono gli ideali feudali.
- Il sonetto "Gennaio" è parte di un ciclo di 14 componimenti, ognuno dedicato a un mese, celebrando i piaceri e le attività tipiche di ogni periodo dell'anno.
- La tecnica del "plazer", utilizzata da Folgore, elenca situazioni piacevoli, ed è un genere letterario provenzale contrapposto all'"enueg", che elenca elementi fastidiosi.
- Nonostante il "plazer" non sia associato a scuole poetiche come il Dolce Stil Novo, era una tecnica diffusa anche in opere di autori come Dante.
- Il sonetto "Gennaio" descrive un ambiente signorile e accogliente, con dettagli di lusso e attività invernali, tipico di una società cortese e raffinata.
L'autore e il contesto storico
In realtà, l’autore si chiamava Jacobo di Michele, ma probabilmente fu chiamato Folgóre per la sua eccellenza artistica. Era originario di Sam Gimignano, in Toscana ed è vissuto a cavallo fra il Duecento e il Trecento. Uomo politico e di armi, partecipò molto attivamente alla vita pubblica e fu cavaliere di parte guelfa. Nei suoi sonetti sono presenti affreschi degli ideali legati alla civiltà signorile feudale: ciò dimostra che questi gusti erano molto diffusi nella società borghese toscana.
Io vi dono [questa è la formula iniziale di tutti i sonetti che fanno parte del ciclo dei mesi e introduce la lista dei piaceri che sono elargiti da ogni mese] nel mese di gennaio
un castello con fuochi di sterpi accesi ([nel testo abbiamo il termine “salette” che significa una piantina palustre, in grado di fare un fuoco molto vivo, ma di breve durata],
camere e letti forniti di ogni magnifico arredamento,
lenzuola di seta e coperte fatte di pelliccia di scoiattolo,
confetti, [ era una specie di confetto, fatto di frutta candita e semi aromatici, come i semi di anice, rivestiti di zucchero; veniva utilizzato per rinfrescare la bocca. Da questa voce deriva il francese “dragée = “confetto”. In sardo i piccoli confetti o mentini si chiamano “traggea”] dolci e mescita di vino razzese,
vestiti di stoffe [francesi] di Douai e di Arras;
e in questo modo difendersi [dalle intemperie della brutta stagione],
soffi [ pure] lo scirocco, il libeccio o la tramontana;
Qualche volta, durante il giorno, uscire fuori,
lanciando delle palle di neve bella e bianca
alle fanciulle che si troveranno a tiro.
e quando poi la compagnia si sarà stancata,
ritornerà all’interno di questo signorile rifugio,
e che si riposi la nobile brigata.
Tecnica del 'plazer' e 'enueg'
Il sonetto, scritto nella prima metà del XIV secolo, fa parte di un ciclo di 14 componimenti (uno per mese, a cui si aggiunge la dedica e il congedo). In ognuno di essi si fa la lista delle cose piacevoli legati ad ogni mese, elencando anche le occupazioni più gradevole. Da notale che ogni piacevolezza è legata alla vita propria di una cortese gruppo di giovani, che ama i piaceri raffinati. La tecnica è quella del “plazer”, cioè di un genere letterario tipico della letteratura provenzale: il termine “plazer” deriva dal latino “placere”). Il plazer prevede un elenco di situazioni piacevoli desiderate dall’autore, per cui, spesso, il tutto può ridursi ad un’arida lista. Nella poesia provenzale, esiste anche il contrario, chiamato “enueg”, cioè un elenco altrettanto ripetitivo di cose o occupazioni che danno fastidio oppure che rattristano l’esistenza umana. Il plazer è un genere mondano che, di per sé, non fa parte della poetica delle scuole letterarie come la scuola siciliana o il dolce Stil novo che, si dedicano esclusivamente alla tematica amorosa. Nonostante questo, ne troviamo traccia in Dante (cfr sonetto “Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io”). Questo dimostra che nonostante tutto, si trattava di una tecnica molto diffusa, proprio per il carattere leggero. Un esempio di enueg si ritrova anche molto più tardi nel Quattrocento, nei sonetti giocosi di Francesco Berni (cfr. “Sonetto contra la moglie”). Un esempio di “plazer” è presente sempre nello stesso Berni nel sonetto “Sonetto alla sua donna”.
Domande da interrogazione
- Chi era l'autore e qual era il suo contesto storico?
- Qual è la struttura dei sonetti del ciclo dei mesi?
- Cosa rappresenta la tecnica del 'plazer' e come si differenzia dall''enueg'?
- Quali elementi caratterizzano il sonetto dedicato al mese di gennaio?
- Come si manifesta la tecnica del 'plazer' nella letteratura italiana?
L'autore, noto come Folgóre, era in realtà Jacobo di Michele, originario di San Gimignano in Toscana, vissuto tra il Duecento e il Trecento. Era un uomo politico e cavaliere di parte guelfa, e i suoi sonetti riflettono gli ideali della civiltà signorile feudale, diffusi nella società borghese toscana.
Ogni sonetto del ciclo dei mesi inizia con la formula "Io vi dono" e introduce una lista di piaceri elargiti da ogni mese, descrivendo situazioni piacevoli e occupazioni gradevoli legate alla vita di un gruppo cortese di giovani.
La tecnica del 'plazer' è un genere letterario provenzale che elenca situazioni piacevoli desiderate dall'autore. Al contrario, l''enueg' elenca cose o occupazioni fastidiose o tristi. Il 'plazer' è un genere mondano, non parte delle scuole letterarie come la scuola siciliana o il dolce Stil novo.
Il sonetto di gennaio descrive un castello con fuochi accesi, camere arredate magnificamente, lenzuola di seta, confetti, dolci, vino, vestiti di stoffe francesi, e attività come lanciare palle di neve, offrendo un rifugio signorile contro le intemperie.
La tecnica del 'plazer' si manifesta nella letteratura italiana attraverso elenchi di piaceri, come nel sonetto di Dante "Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io", e nei sonetti di Francesco Berni, dimostrando la sua diffusione per il carattere leggero e mondano.