Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Cielo d’Alcamo è una figura enigmatica, probabilmente colta, influenzata dalla scuola siciliana e dalla letteratura francese e provenzale.
  • Il componimento narra un dialogo amoroso tra un uomo di rango inferiore e una donna, culminando in un giuramento di fedeltà su un Vangelo rubato.
  • La struttura metrica consiste in strofe di cinque versi, includendo alessandrini e endecasillabi con una rima unica e tecniche di ripresa.
  • L'opera riflette una profonda conoscenza della lirica provenzale, con termini e immagini tipiche della cultura cortese e siciliana.
  • Destinato a un pubblico popolare e colto, il componimento mescola elementi aulici e realistici, conferendo ai protagonisti un carattere caricaturale.

Indice

  1. Chi era Cielo d’Alcamo
  2. Breve sintesi del contenuto
  3. La metrica
  4. Rapporto con la lirica provenzale e la cultura francese
  5. Il linguaggio
  6. Destinatari

Chi era Cielo d’Alcamo

Di Cielo d’Alcamo non sappiamo nulla e nemmeno si è certi che questo fosse il suo vero nome. È assai probabile che fosse un uomo in possesso di una certa cultura per gli echi della scuola siciliana e della letteratura francese e provenzale presenti nel componimento. Qualche studioso ha sostenuto che fosse un giullare o uno studente di medicina dell’università di Salerno, oppure un feudatario, ma nessuna di queste ipotesi dispone di prove certe.

Breve sintesi del contenuto

Due sono i protagonisti: l’amante, di rango sociale inferiore, e la donna.
L’uomo fa delle profferte amorose, dapprima con un tono magniloquente e ricercato tale da imitare la poesia aulica che piano viene sostituito da un frasario e da espressioni di evidente realismo; ogni volta, la dama rifiuta categoricamente con argomenti diversi: disprezzo per la condizione sociale più bassa dell’uomo o ricchezza della propria famiglia.
Alla fine, essa cede e propone il matrimonio in chiesa, con l’accordo dei genitori, soluzione che l’amante rifiuta. Il dialogo a battute alternante etermina con la donna che accetta di concedersi a patto che l’uomo si mantenga fedele. L’uomo farà questo giuramento di fedeltà sul Vangelo che però ha rubato in chiesa, approfittando dell’assenza del prete. L’ultimo verso rovescia la situazione perché non è l’uomo ad invitare la donna ad unirsi a lui, bensì il contrario.

La metrica

Dal punto di vista metrico, il componimento segue una certa simmetria:
a) è articolato in strofe di cinque versi ciascuna, ognuna delle quali corrisponde ad una battuta di ognuno dei due contendenti
b) le strofe sono legate fra di loro con la tecnica della ripresa, usata, però, in modo piuttosto elastico. Infatti, abbiamo una ripresa di tipo lessicale (vv. 15-16: nostro amore, vv. 10-11: m’aritonno/artónniti, vv. 45-46: che mi fosti distinata/Se distinata fóssiti) o più genericamente di tipo logico (vv. 5-6: penzando/trabàgliti, v. 60-61: di me troverai/Cercat’ajio Calabria). La ripresa corrisponde alla tecnica della letteratura provenzale della “capfinidas”
c) le strofe sono composte da tre alessandrini e da due endecasillabi. Sia gli alessandrini che gli endecasillabi hanno una rima unica (= AAABB)
d) sono presenti alcune rime siciliane, dovute forse a correzioni da parte dei copisti: fare/agostari/Bari, aucisa/ripresa/distesa

Rapporto con la lirica provenzale e la cultura francese

L’autore conosce molto bene la produzione lirica del tempo. Questo si deduce dall’uso frequente di termini derivati
- dal provenzale (asembrare - dal francese (confleri, cfr. francese moderno “confrère”, peri - da immagini o frasario che richiamano la lirica cortese e l’atmosfera della scuola siciliana: la donna paragonata ad una rosa molto profumata, l’immagine della donna dal viso luminoso, la donna chiamata “madonna mia”, un appellativo frequente nel XIII e XIV secolo.
Occorre anche segnalare che questo tipo di componimento, o tenzone amorosa, era già frequente nella poesia provenzale: si tratta spesso di un cavaliere che tenta di sedurre la donna amata e questo ci permette di affermare a ragione il testo ha alle spalle una ricca tradizione letteraria

Il linguaggio

Il fatto che l’autore conosca bene l’ambiente siciliano si deduce dall’uso continui di termini derivati da parlate meridionali. La presenza di toscanismi sarebbe invece dovuta all’opera di copisti toscani che hanno tramandato il Contrasto. Dobbiamo tuttavia notare che esiste una sorta di fusione fra moduli cortesi e modi tipici della parlata popolare: “e che mi pozzon fare?”, “Como di seppe bona la venuta” “A lo letto ne gimo a la bon’ora”, espressioni che sottolineano da un lato la galanteria, ma anche un comportamento rozzo

Destinatari

Senz’altro la schermaglia d’amore fra i due protagonisti era molto gradito ad un pubblico popolare perché essa ricalcava situazioni frequenti nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, questo non significa che il Contrasto possa essere definito come poesia popolare dato che in esso vi figurano forme auliche e realistiche e la presenza di questi aspetti contribuisce a dare ai due protagonisti un rilievo fortemente caricaturale. Semmai, alcuni critici hanno scritto che il Contrasto può essere collocato fra la poesia aulica e la tradizionale poesia popolare. Si potrebbe anche sostenere che si tratta di un testo da giullare, quindi creato per divertire, ma in cui, però, il lettore colto sa individuare alcuni aspetti artici che al popolo non colto sfuggono. In tal senso è significativo il fatto che Dante abbia citato il componimento nel De vulgari eloquentia. Importante è anche il atto che il Contrasto figura all’interno del canzoniere Vaticano, un manoscritto che raccoglie liriche dei poeti vissuti alla corte di Federico II: questo prova il rapporto esistente fra la poesia di Cielo d’Alcamo e la scuola siciliana.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Cielo d’Alcamo?
  2. Di Cielo d’Alcamo non sappiamo nulla di certo, nemmeno se questo fosse il suo vero nome. È probabile che fosse un uomo colto, influenzato dalla scuola siciliana e dalla letteratura francese e provenzale.

  3. Qual è il contenuto principale del componimento di Cielo d’Alcamo?
  4. Il componimento narra di un dialogo amoroso tra un uomo di rango inferiore e una donna, dove l'uomo fa profferte amorose e la donna inizialmente rifiuta, ma alla fine accetta a condizione di fedeltà.

  5. Come è strutturata la metrica del componimento?
  6. Il componimento è articolato in strofe di cinque versi, con una simmetria che include tre alessandrini e due endecasillabi, legati da una rima unica e tecniche di ripresa.

  7. Qual è il rapporto tra il componimento e la lirica provenzale?
  8. L’autore dimostra una conoscenza approfondita della lirica provenzale, utilizzando termini e immagini tipiche della cultura cortese e della scuola siciliana, richiamando la tradizione letteraria della tenzone amorosa.

  9. Chi erano i destinatari del componimento di Cielo d’Alcamo?
  10. Il componimento era apprezzato da un pubblico popolare per la sua rappresentazione di situazioni quotidiane, ma includeva anche elementi aulici che lo rendevano interessante per un pubblico colto, come dimostrato dalla citazione di Dante nel De vulgari eloquentia.

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