Concetti Chiave
- Il testo è un dialogo poetico della scuola siciliana, caratterizzato da un contrasto tra un corteggiatore intraprendente e una donna inizialmente riluttante.
- Composto tra il 1231 e il 1250, il testo originale presenta difficoltà di comprensione a causa di modi di dire, francesismi e termini provenzali.
- La donna inizialmente respinge le avances del corteggiatore, dichiarandosi irraggiungibile e disposta a farsi monaca piuttosto che cedere.
- L'uomo promette ricchezze e persino la sua disponibilità a diventare frate per stare accanto alla donna nel convento.
- Alla fine, la donna cede alle profferte amorose a condizione che l'uomo giuri eterna fedeltà sulle Sacre Scritture.
Presentazione del testo
Nella produzione poetica della scuola siciliana all’interno di un componimento, prende, a volte, posto un dialogo fra l’amante e la donna amata. Questo testo, invece, è interamente un dialogo: si tratta di un contrasto tra un corteggiatore molto intraprendente, ma anche risoluto e la donna che all’inizio mostra un atteggiamento di superiorità, ma alla fine cede alla profferta amorosa.Composto fra il 1231 e il 1250, il testo originale non è di facile comprensione: sono presenti, modi di dire, francesismi, termini derivati dal provenzale e soprattutto una costruzione del periodo e dei termini tipici del siciliano, oltre ad alcuni riferimenti concreti al periodo storico come l’uso di una moneta chiamata “agostaro” (= augustali, moneta introdotta da Federico II di Svevia)
Trasposizione in italiano moderno
Amante - O rosa fresca profumatissima, che appari al sopraggiungere dell’estate,le donne, nubile e sposate ti desiderano:
liberami da questi ardori amorosi, se è la tua volontà;
per te non ho mai pace notte e giorno,
pensando soltanto a voi, madonna mia.
Donna amata
“Se ti tormenti per me, sei pazzo.
Potresti arare il mare, seminare i venti,
riunire tutti i beni di questa terra:
ma non mi potresti avere in questo mondo;
piuttosto mi taglio i capelli (=mi faccio monaca)”
Amante
“Che io possa morire prima che tu ti tagli i capelli,
perché con essi perderei il mio svago e consolazione
Quando passo e ti vedo, o fresca rosa del giardino,
mi doni sempre piacere:
facciamo in modo che il nostro amore si realizzi”
Donna amata
“Non voglio che mi piaccia la realizzazione del nostro amore
se ti sorprende qui mio padre con gli altri miei parenti
sta attento affinché essi non ti catturino, perché corrono forte.
Visto che arrivare fin qui ti è andata bene,
ti consiglio di fare attenzione quando te ne andrai.”
Amante
“Se i tuoi parenti mi trovano, che mi potrebbero mai fare?
Io verserò una multa di duemila agostari (=moneta del tempo)
e tuo padre non mi toccherà per quanta ricchezza c’è a Bari
Sia gloria all’imperatore [per questa legge], grazie a Dio
Capisci, o bella, ciò che ti dico?
Donna amata
“Tu non mi lasci vivere, né sera, né mattino
Sono una donna di pèrperi (=monete bizantine), fatta di oro puro (=sono una donna di grande pregio)
Se tu mi donassi tutte le ricchezze che possiede il Saladino,
e se aggiungessi quando possiede il Soldano
nemmeno la mano mi potresti toccare.”
Amante
“Le donne che non la vogliono intendere sono numerose,
e l’uomo con le parole la domina e l’ammonisce:
la incalza talmente finché non la riduce in suo potere
la donna non può fare a meno dell’uomo:
sta attenta, o bella, di non doverti poi pentire.”
Donna amata
“Che io mi debba pentire? Possa io essere uccisa prima
che una donna onesta debba essere criticata per causa mia! [=cedendo a te disonorerei tutte le donne]
Ieri sera passasti di qui, correndo velocemente:
Ora riposati, o trovatore canterino
a me le tue parole non piacciono affatto.”
Amante
“Quanti sono gli affanni che mi hai messo nel cuore,
anche solo pensandoci di giorno, quando esco di casa!
Non ho ancora amato tanto una donna di questo mondo
quanto amo te, o rosa desiderata:
credo proprio che tu mi sia stata destinata.”
Donna amata
“Se ti fossi stata destinata, cadrei in basso,
perché la mia bellezza con te sarebbe sciupata
Se mi succedesse quanto tu solleciti, mi taglierei le trecce,
mi ritirerei come suora in un convento
prima che tu arrivi a toccare il mio corpo.”
Amante
“O donna dal viso luminoso, se tu ti fai suora,
vengo anch’io al monastero e mi faccio frate:
per vincerti in una così importante gara, lo farò volentieri
Così resto con te mattino e sera:
bisogna che io ti tenga in mio potere.”
Donna amata
“Ahimè, infelice e misera, quale avverso destino!
Gesù Cristo l’altissimo è del tutto adirato nei miei confronti:
mi hai creato, o Gesù, per incontrarmi con un bestemmiatore.
Cerca su tutta la terra che è abbastanza grande,
e troverai una donna più bella di me.”
Amante
“Ho cercato in Calabria, in Toscana e in Lombardia,
in Puglia, a Costantinopoli, a Genova, a Pisa e in Siria,
in Germania, a Babilonia e in tutta l’Africa settentrionale:
non ho mai trovato una donna tanto gentile
per cui ho deciso di prenderti come mia regina.”
Donna amata
“Poiché ti sei dato tanto da fare, ti rivolgo una preghiera
che tu vada a chiedermi in sposa a mia madre e a mio padre.
Se si degnano di darmi in sposa a te, conducimi in chiesa
E sposami pubblicamente davanti a tutti;
e poi io farò tutto ciò che tu mi chiedi e mi ordini.”
La soluzione della donna non piace all’amante e a questi versi seguono ulteriori profferte amorose dell’uomo, sistematicamente rifiutate dalla donna. Alla fine, la donna cede, a condizione che l’uomo giuri perenne fedeltà sulle Sacre Scritture. Di seguito, è riportata la trascrizione in italiano moderno delle due ultime strofe del “Contrasto”.
Amante
“I Vangeli, mia cara? Io li porto con me:
li ho presi al monastero, (approfittando del fatto che non c’era il prete)
Su questo libro sacro ti giuro che non verrò mai meno al mio amore.
Esaudisci il mio desiderio con animo benigno
perché l’anima mi si sta consumando (= mi si sta assottigliando)”
Donna amata
“O mio signore, dopo che tu mi hai giurato io ardo tutta.
Sono di fronte a te, non mi difendo da te.
Se ti ho disprezzato, chiedo perdono e mi arrendo.
Andiamocene subito a letto
dato che è questo che ci è toccato in sorte”.
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura principale del testo presentato?
- Quali elementi storici e linguistici caratterizzano il testo originale?
- Come reagisce inizialmente la donna amata alle profferte amorose del corteggiatore?
- Qual è la condizione finale posta dalla donna per accettare l'amore del corteggiatore?
- Come si conclude il dialogo tra l'amante e la donna amata?
Il testo è un dialogo interamente composto da un contrasto tra un corteggiatore intraprendente e una donna inizialmente riluttante che alla fine cede.
Il testo originale include modi di dire, francesismi, termini provenzali e riferimenti storici come l'uso della moneta "agostaro" introdotta da Federico II di Svevia.
La donna amata inizialmente mostra un atteggiamento di superiorità e rifiuta le profferte amorose del corteggiatore, dichiarando che non potrebbe mai essere sua.
La donna accetta l'amore del corteggiatore a condizione che egli giuri perenne fedeltà sulle Sacre Scritture.
Il dialogo si conclude con la donna che, dopo il giuramento del corteggiatore, si arrende e accetta di andare a letto con lui, riconoscendo il loro destino comune.