Concetti Chiave
- Aurelio Cassiodoro, nato nel 490 in Sicilia, fu un influente funzionario e autore medievale.
- La sua opera principale, "Institutiones divinarum et secularum litterarum", sintetizza il sapere romano e cristiano-medievale.
- Cassiodoro introdusse la divisione del sapere tra cultura umanistica e scientifica, mai formalizzata prima.
- Scrisse "Variae", un'opera epistolare che guida sull'uso del registro linguistico appropriato.
- Il suo stile latino si ispira a Cicerone e Orazio, riflettendo un'adesione al classicismo.
Indice
La vita e carriera di Cassiodoro
Aurelio Cassiodoro fu un autore medievale, nato nel 490 in Sicilia. Fu un funzionario alla corte del re Teodorico: cominciò come console, per poi diventare magistrato e infine magister officiorum, segretario del re.
Le opere principali di Cassiodoro
La sua opera più importante fu un'enciclopedia in due libri chiamata "Institutiones divinarum et secularum litterarum", opera che rappresenta una sintesi fra il mondo romano e quello cristiano-medievale.
Il primo libro riguarda il sapere teologico e rappresenta quindi un mezzo per studiare la bibbia. Nel secondo invece, Cassiodoro scrisse delle arti liberali, quelle del trivio (sapere umanistico: grammatica, retorica, dialettica) e quelle del quadrivio (sapere scientifico: aritmetica, geometria, astronomia, musica).Contributi di Cassiodoro alla cultura
Cassiodoro fu quindi il primo a dividere il sapere in cultura umanistica e cultura scientifica, divisione che non si era mai formalizzata prima d'allora. Un'altra importante opera di Cassiodoro è quella chiamata "Variae", un'opera epistolare in cui Cassiodoro spiega ai lettori che registro liguistico usare in determinate situazioni. Il registro umile, quando si parla o si scrive a persone di un ceto inferiore al proprio, il registro medio, utilizzato con le persone con cui si condivide la classe sociale e il registro sublime, utilizzato quando si scrive o si parla a una persona superiore a noi. Il latino di Cassiodoro è un latino classico e si ispirò a Cicerone nella retorica e a Orazio nella poesia.