Concetti Chiave
- Il sonetto di Cecco Angiolieri esprime un tono burlesco e realistico, focalizzandosi sulla celebrazione del vino come unico vizio rimasto.
- Il termine "frustato" indica privazioni sofferte durante l'anno, con il poeta che chiede a Dio di perdonarlo per il suo amore per il vino.
- Il poeta preferisce vini robusti come il greco e la vernaccia, rispetto al vino latino che trova fastidioso.
- Il vino è lodato per la sua capacità di mantenere il poeta in uno stato di tranquillità e benessere per tutto il giorno.
- L'uso di allocuzioni dirette riflette il carattere popolare e realistico della poesia di Angiolieri, immaginata come lettura tra amici.
Tutto quest’anno ch’è, mi son frustato
de tutti i vizi che solia avere
non m’è rimaso se non queldi bere
del qaul me n’abbi Iddio per escusato
Ché la mattina, quando son levato,
el corpo pien di sal mi par avere;
adunque, di’: chi si poria tenere
di non bagnarsi la lingua e ‘l palato?
E non vorría se non greco e vernaccia,
ché mi fa maggior noia il vin latino,
che la mia donna, quand’ella mi caccia.
Deh ben abbi chi prima pose ‘l vino,
che tutto ‘l dí mi fa star in bonaccia:
i’ non ne fo però un mal latino.
Indice
Riflessioni sui Vizi e il Bere
Per tutto l’anno in corso durante il quale mi sono privato
di tutti i miei soliti vizi,
me ne rimasto soltanto quello del bere
di cui prego Dio di scusarmi.
La mattina, dopo essermi alzato,
mi sembra di avere il corpo pieno di sale,
quindi di’ un po’: chi potrebbe astenersi
dal bagnarsi la lingua ed il palato?
Preferenze Enologiche del Poeta
E vorrei bere soltanto del vino greco o della vernaccia (due vini robusti e pregiati) perché il vino latino (un vino più leggero) mi dà più noia
di quando la mia donna mi scaccia.
Che sia lodato colui che inventò il vino,
perché mi rende tranquillo in buona e sana condizione tutto il giorno:
per questo motivo, del vino io non me parlo assolutamente male.
Analisi del Sonetto Realistico
Si tratta di un sonetto realistico, assai colorito. All’inizio, l’aggettivo”frustato” con significato di “privato” ci dimostra che il poeta si è sottoposto a tante privazioni con rammarico. Quindi chiede a Dio di perdonarlo se ha conservato il vizio del bere, ma già da questo verso appare il tono burlesco della composizione poetica: non esprime una redenzione dagli altri vizi, ma una strana esaltazione del vino,. Nel secondo verso della seconda quartina, il poeta si rivolge ad un immaginario ascoltatore “di’”. Queste allocazioni sonio frequenti nella poesia di Ceccio Angiolieri per due motivi. Innanzitutto, noi lettori moderni, ce la dobbiamo immaginare come fosse letta fra i suoi amici; inoltre l’allocuzione nasce spontanea dal tono popolare e realistico dei suoi scritti. L’ultimo verso non è interpretato nello stesso modo da tutti i critici. Un altro significato potrebbe essere che grazie al vino, lo scrittore non fa più spropositi, in cui il termine “mal latino” significa “sproposito, errore”.
Domande da interrogazione
- Qual è il vizio che il poeta ha mantenuto durante l'anno?
- Quali sono le preferenze enologiche del poeta?
- Come viene descritto il tono del sonetto?
- Qual è l'interpretazione alternativa dell'ultimo verso del sonetto?
Il poeta ha mantenuto il vizio del bere, nonostante si sia privato di altri vizi.
Il poeta preferisce bere vino greco o vernaccia, poiché trova il vino latino fastidioso.
Il sonetto ha un tono realistico e burlesco, con un'esaltazione del vino piuttosto che una redenzione dai vizi.
Un'interpretazione alternativa è che grazie al vino, il poeta non commette più spropositi, con "mal latino" inteso come errore.