Concetti Chiave
- Lo Stilnovo rappresenta un rinnovamento del concetto d'amore, trasformandolo in un'esperienza interiore piuttosto che materiale e sensuale, come nella lirica cortese.
- Dante Alighieri, Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli sono figure chiave dello Stilnovo, che celebra la donna come un angelo, con Dante che introduce anche la figura di Dio nei suoi poemi.
- Guinizzelli afferma che l'amore e il cuore gentile sono inseparabili, paragonando il loro legame a fenomeni naturali come il sole e la luce o il fuoco e la torcia.
- Dante, nella "Vita nuova", racconta la sua esperienza amorosa con Beatrice, utilizzando il prosimetro per esprimere ricordi e pensieri in una forma che combina prosa e poesia.
- Nel "Convivio", Dante esplora la superiorità del volgare rispetto al latino, proponendolo come lingua naturale e in evoluzione, in contrasto con l'immutevole latino.
Indice
- Il simbolo e la lirica cortese
- Rinnovamento stilnovista dell'amore
- Guinizzelli e l'amore cortese
- Cavalcanti e l'amore tragico
- Dante e la Vita Nuova
- Beatrice e il simbolismo dei colori
- Dante e l'amore celato
- Dante e la perfezione di Beatrice
- Dante e lo stile comico-giocoso
- Dante e la sapienza filosofica
- Dante e il volgare
Il simbolo e la lirica cortese
Il simbolo nella mentalità medievale era un contrassegno, la metà di un oggetto diviso tra due persone come segno di contratto e riconoscimento.
Tra le figure più rilevanti nello stil-novo troviamo Dante Alighieri, Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli. La Lirica cortese si basava su una concezione materiale e sensuale dell'amore, spesso pensato come un'amore extramatrimoniale, in contrasto con l'amore coniugale, che spesso era solo un matrimonio di interesse. I poeti avevano quindi due possibilità: ridurre gli aspetti più sconvenevoli dell'amore cortese oppure abbandonarla per la lirica sacra.
Rinnovamento stilnovista dell'amore
La capacità degli stilnovisti sta nel risolvere questo problema: rinnovare il concetto stesso d'amore, che non è più sensuale ma un'esperienza tutta interiore.
La donna non è più descritta fisicamente, ma semmai rivolge uno sguardo, un saluto e poi se ne va senza instaurare mai un vero dialogo con il poeta, che invece dialoga con terze persone sulla donna. Nello stilnovo la donna viene paragonata ad un angelo, che la rende una donna-angelo, ma se Cavalcanti e Guinizzelli paragonano la donna solo all'angelo, Dante inserisce anche la figura di Dio nei suoi poemi.
I poeti lodano le virtù morali della donna, che può causare un sentimento di angoscia o di amore.
Il dolce stil nuovo è scritto in un linguaggio semplice e comprensibile a tutti detto trobar leu, in contrapposizione ad un trobar clus, ovvero il poetare con termini difficili ed altezzosi. Comunque ogni poeta ha qualcosa di particolare ed unico solo per quel personaggio.
Guinizzelli e l'amore cortese
"Al cor gentile rempaira sempre amore" è un assioma, ovvero qualcosa che non necessità di essere dimostrato. L'affermazione che Guinizzelli vuole esprimere in questa canzone è che il cuor gentile e l'amore stanno insieme e che nessuno dei due viene prima nell'altro.
Guinizzelli fa diversi paragoni, come il sole e la luce vengono nello stesso momento. Viene poi descritto il pensiero di come il sole purificava la pietra per poi accogliere le virtù infuse dalla stella; e così la natura purifica il cuore per poi accogliere la donna. E l'amore sta nel cuor gentile come il fuoco sta in cima alla torcia e il fuoco fiero splende sempre e la fiamma va sempre verso l'alto.
La natura cattiva respinge il fuoco come l'acqua con il fuoco, ma l'amore sta insieme al cuor gentile perchè si trova in un luogo affine come il diamante nel ferro (in antichità il diamante e il ferro venivano collegati). Il sole colpisce il fango tutto il giorno, ma il fango resta vile e il sole non perde mai il suo calore. Paragona l'uomo al fango e il sole al valore. Serve a dimostrare che la nobiltà dell'uomo non deriva dalla nobiltà di sangue ma dalla nobiltà dell'animo.
Oltre il cielo splende Dio che da movimento al cielo e diventa perfetto. Guinizzelli paragona la Donna ad un Angelo e Dio lo rimpèrovera; ma lui risponde dicendo che l'angelo è una creatura di Dio e quindi non è errore paragonarla a lui.
Cavalcanti e l'amore tragico
Cavalcanti si chiede chi sia questa donna che attraversa la strada senza la sua ancella e che fa tremare l'aria poichè tutti gli uomini restano senza respiro e senza poter parlare, manifestando solo lo stupore con il respiro. Con lo sguardo la donna fa innamorare ogni uomo che anche se umile e pieno di virtù non può essere paragonato alla donna.
Anche se non abbiamo la conoscenza ora abbiamo la salute, ovvero la salvezza dell'animo.
In questo sonetto Cavalcanti esprime l'amore tragico. La donna non infonde più un buon sentimento, ma solo angoscia e sofferenza.
L'amore passa per gli occhi e sveglia la vita angosciosa, distrutta dal potere dell'amore; la mente è agitata. Ogni parte del corpo ha uno spirito vitale che vengono uccise dallo sguardo della donna e l'uomo resta come una statua, immobile, privo di vita. E il cuore è annientato.
Dante e la Vita Nuova
Dante (Durante) Alighieri nasce nel 1265 a Firenze da una famiglia di tradizione guelfa. Nel 1277 la famiglia stipulò con Gemma Donati un contratto di matrimonio con la quale fece tre figli; nel frattempo rimase da solo incapace di governare il patrimonio familiare. Al 1274 risale il primo incontro con Beatrice all'epoca all'età di nove anni (Bice di Folco Portinari) Morta giovanissima.
La sua opera "La vita nuova" sta a significare la vita giovanile, quella intorno ai 25 anni ed è un prosimetro, ovvero l'insieme di prosa e poesia. Fu scritta tra il 1283 e il 1293 ed è paragonata ad un libro della memoria, ovvero un luogo dove raccogliere i suoi pensieri e i ricordi. La vita nova è anche il primo esempio di prosimetro in volgare italiano e si ispira alla de consolatione philosophiae di Boezio, che è molto simile per il suo raccontare in prima persona.
Dante descrive la sua vita come un libro della memoria, e proprio come la bibbia è il libro più importante per i cristiani, la vita nova è quello più importante per Dante. Incipit vita nova> è il modo con cui iniziavano i libri medievali che significa "Qui inizia la vita nuova".
Beatrice e il simbolismo dei colori
Il sole è gia tornato nove volte nella sua posizione (= ha nove anni) quando incontra Beatrice per la prima volta e la chiama Beatrice poichè non conosce il suo nome (la chiama cose perchè significa colei che rende beati) e infatti è destinata all'altezza dei cieli. Era vestita di un colore bianchissimo ed era accompagnata da due donne di maggior età; la donna così saluta il poeta e si allontana.
Beatrice viene poi paragonata come a Dio, è quindi un alter cristus essendo la perfezione umana.
All'età di diciotto anni la rivede e la sogna: Amore la tiene tra le sue braccia mentre lei mangia il cuore di Dante piangendo.
Il rosso è un colore importante, simbolo di sangue e fuoco che simboleggia la passione amorosa; il bianco invece è il colore della purezza e delle vesti nunziali. Rosso e Bianco si legano anche alla vita di gesù: Rosso il sangue e Bianchi le vesti. Secondo la mentalità dell'uomo ai tempi il nome era la conseguenza delle cose quindi Beatrice significa colei che rende beati. Il fatto che mangi il cuore sta a significare che lei ha accettato l'amore di Dante.
Dante e l'amore celato
In seguito, per non compromettere Beatrice, mentre si trova in chiesa a pregare con gli altri fedeli ed è separato in diagonale da un'altra donna da Beatrice, usa la donna in mezzo come donna dello schermo per celare il suo vero amore per Beatrice. Lei però nega al poeta il suo saluto e quindi la sua salvezza dopo che Dante cerca di trovare una seconda donna dello schermo, dopo consiglio del suo signore in sogno.
Dante è accerchiato da molte donne, ed una donna ad un certo punto gli si avvicina e gli chiede come mai se ama così tanto questa donna non le rivolge il suo amore, e la chiama con il vero nome, ma Dante risponde che la fine del loro amore è gia arrivata, quando lei gli ha negato il saluto.
Dante e la perfezione di Beatrice
Dante si rivolge ad un gruppo ristretto di persone: le donne che hanno intelletto d'amore, a cui però non riesce ad esprimere pienamente il suo amore. Lui è diventato così dolce che se non perdesse il coraggio farebbe innamorare tutte le donne; ma Dante non vuole parlare in termini troppo elevati per non essere poi deriso e criticato perchè le sue facoltà sono inferiori a quelle della donna. Un angelo chiede a dio quindi come mai una creatura così perfetta non si trovi nell'empireo insieme a dio, e solo la pietà degli uomini di avere quella salvezza impedisce a dio di farla venire con lui.
Dante afferma che avendo ricevuto la Salvezza di Beatrice passando per l'inferno non resterà a lungo, ma è destinato al paradiso. Qualunque donna che vuole essere nobile deve andare con lei e imparare da lei ed ottenere l'armonia come in cielo.
L'amore personificato la loda e la contempla nella sua perfezione e afferma che Dio vuole farne qualcosa di mai visto prima poichè è luminescente ed è equilibrate nelle virtù. La donna lancia sguardi d'amore che feriscono gli occhi e vanno al cuore.
Allora Dante consiglia di andare solo con le donne e gli uomini cortesi e che seguendo loro, troveranno l'amore.
Beatrice è morta e Dante è invitato a pregare con alcuni dei suoi sonetti come "Oltre la spera"
L'essenza vitale di dante esce dal suo corpo e raggiunge il primo mobile ed arrivato all'empireo vede una donna che sta ricevendo l'onore, ed è di una tale e lucente splendezza. Dante non riesce a descrivere e a raccontare i dettagli, ma pensa di riconoscere Beatrice in quella creatura lodevole.
Appunto, dante non riesce a descrivere la situazione pèerchè è troppo sublime la vicenda che succede durante questa esperienza mistica.
Dante e lo stile comico-giocoso
Tra il 1293 e il 1296 Dante provò a comporre opere seguendo lo stile comico-giocoso e inizia come una sfida con Forese Donati a chi dei due fosse più abile a comporre opere non stil-novistiche usando quindi un linguaggio meno altezzoso e raffinato.
Chi ha sentito tossire dal raffreddore la moglie di Bicci vocato Forese che è raffreddata ad Agosto, quindi chissa come sarà nei mesi invernali. Quindi si tira la coperta fin sopra la testa ma dalla coperta le escono i piedi poichè la coperta è troppo corta. La donna non è ammalata perchè vecchia, ma perchè il marito non le rivolge attenzione e cura. La suocera quindi dice di non meravigliarsi se con una dote così bassa non sia stata sistemata in casa di un tale Guido.
La famiglia Donati era molto influente a Firenze. Corso Donati contribì all'esilio di Dante e inoltre fece uscire la sorella Piccarda Forese dal convento solo per un matrimonio di interesse. Corso, capo dei guelfi neri fu in contrapposizione con Dante, membro dei guelfi bianchi.
Dante e la sapienza filosofica
Lo filosofo con la lettera maiuscola è Aristotele; ogni cosa che dice è vera e per Dante è un'autorità (Ipse Dixit) che non può essere confutata. Aristotele aveva detto che tutti gli uomini sono naturalmente ispirati al sapere (per indole) perchè per istinto naturale voluto da Dio, gli uomini sono inclini alla perfezione. Prima però si raggiunge la perfezione umana delle facoltà umane (come Virgilio era la massima perfezione della ragione umana).
Dante immagina la scienza come una mensa, un banchetto a cui pochi possono dedicarsi in ozio contemplativo, dove si mangia il pane degli angeli (Scienza). Molte sono le persone misere che mangiano cose basse, povere come l'erba, ecc. E per mangiare devono abbassarsi. Pochi si nutrono di sapienza filosofica, e questi uomini come tutti sono animati da amicizia e vogliono condividere la loro sapienza e donare anche agloi uomini-pecora questa sapienza per elevarsi. (Philanotropia "amore oper gli uomini"). Il sapiente è come una fonte d'acqua viva rinfrescante per gli altri uomini; e Dante che non risiede alla mensa, ma fuggiìto dall'abitudine degli uomini-pecora raccoglie le briciole che cadono ai piedi dei sapienti. A questi banchetti non sono ammessi uomini con inclinazioni al vizio/male o a difetti di intelligenza.
Dedica il convivio a chi impegnato da impegni civili e politici hanno bisogno di sapere per sfruttare bene questo sapere per essere il fondamento del loro agire. Dante riconosce la lingua volgare come superba rispetto al latino, per avere un pubblico più grande.
Dante e il volgare
Il De vulgari eloquientia è scritto in latino (rivolto a chi parlava il latino; i dotti) sul fatto che il volgare fosse migliore e superbo. E' una trattazione del volgare in lingua latina per valorizzarlo nella sua bontà e dignità (inteso come > secondo Dante). Era costituito da almeno quattro libri e forse di più, anche se il secondo libro venne abbandonato per l'impegno della commedia e per la "testa dura" dei dotti; quindi non vengono mai completati.
Il volgare è la lingua naturale che si impara da bambini parlando, il latino è secondaria perchè si impara tramite norme e regole. Il latino è immutabile e canonizzato, menttre il volgare è in evoluzione, infatti nella commedia ci sono molti neologismi (termini nuovi e adottati per la prima volta).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del simbolo nella mentalità medievale?
- Come gli stilnovisti hanno rinnovato il concetto d'amore?
- Qual è l'assioma espresso da Guinizzelli riguardo all'amore cortese?
- Come viene rappresentato l'amore tragico da Cavalcanti?
- Qual è il ruolo del volgare secondo Dante?
Nella mentalità medievale, il simbolo era un contrassegno, una metà di un oggetto diviso tra due persone come segno di contratto e riconoscimento.
Gli stilnovisti hanno rinnovato il concetto d'amore trasformandolo da un'esperienza sensuale a un'esperienza interiore, paragonando la donna a un angelo e lodando le sue virtù morali.
Guinizzelli esprime l'assioma che "Al cor gentile rempaira sempre amore", indicando che il cuore gentile e l'amore sono inseparabili e si manifestano simultaneamente.
Cavalcanti rappresenta l'amore tragico come una fonte di angoscia e sofferenza, dove la donna provoca un sentimento di impotenza e distruzione interiore nell'uomo.
Dante considera il volgare una lingua naturale e superiore al latino, poiché è in evoluzione e accessibile a un pubblico più ampio, come dimostrato nella sua opera "De vulgari eloquientia".