Concetti Chiave
- Il Dolce Stil Novo nasce a Firenze nel XIII secolo come una nuova poetica, con poeti come Guido Cavalcanti e Dante Alighieri.
- Questa corrente si distacca dalla tradizione provenzale e siciliana, adottando uno stile semplice e diretto, detto "dolce".
- La donna viene vista non più come oggetto di omaggio feudale, ma come angelo terreno e via di salvezza spirituale.
- I temi centrali includono amore e nobiltà d'animo, con la "gentilezza" legata alle doti personali, non al titolo o stirpe.
- Dante inizialmente partecipa al movimento, ma poi si distacca, come evidenziato in "La vita nuova", dove l'amore diventa un viaggio mistico verso Dio.
Indice
Origini del Dolce Stil Novo
A Firenze negli ultimi decenni del XIII secolo si formò un nucleo di seguaci di una nuova poetica chiamata il DOLCE STIL NOVO. Ne fanno parte Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Lapo Gianni e Dino Frescobaldi.
Caratteristiche e Temi Principali
Essi si distaccano dalla tradizione provenzale e siciliana, sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista dei contenuti.
Essi prediligono uno stile piano, senza artefici stilistici, detto appunto DOLCE.
Inoltre all'omaggio feudale verso la donna si sostituisce una visione più spiritualizzata di questa che diviene un angelo in terra e via di salvezza. Alla corte reale della poesia provenzale e siciliana si sostituisce una corte ideale rappresentata dalla cerchia ristretta di spiriti eletti e dotati di cultura.
Alcuni dei temi centrali sono l'"amore" e la "gentilezza" nel senso di nobiltà e superiorità d'animo. La gentilezza non è legata alla stirpe, al titolo, ma alle doti personali della donna.
Dante e il Distacco dallo Stil Novo
Anche Dante nella sua giovinezza fece parte del gruppo degli stilnovisti, ma presto si distaccò da queste tendenze. Segno di questo distacco è "La vita nuova" una raccolta di liriche e commenti in prosa. Qui la vicenda amorosa si trasforma in vicenda mistica, con la donna amata che fa da guida in un viaggio verso Dio. La contraddizione tra amore e religione della poesia cortese si risolve con Dante a favore della religione.