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Concetti Chiave

  • La poesia provenzale, sviluppatasi in Francia nel XII secolo, si diffonde in Italia, utilizzando il provenzale per la lirica e il francese per la narrativa.
  • Durante la crociata contro gli Albigesi, i trovatori si rifugiano nell'Italia centro-settentrionale, diffondendo le loro liriche tra signori feudali e mercanti.
  • I trovatori, poeti di diverse origini sociali ma legati alla vita di corte, compongono liriche cantate su temi d'amore cortese e questioni politiche.
  • Federico II di Svevia promuove la poesia in volgare siciliano, ispirata ai temi provenzali, destinata alla corte e caratterizzata da un linguaggio elevato.
  • La scuola siciliana termina con la morte di Federico II e l'ascesa della dinastia angioina, che reintroduce il francese e il latino, spostando il centro letterario in Toscana.

Indice

  1. Sviluppo delle letterature in Francia
  2. Influenza dei trovatori in Italia
  3. Caratteristiche dei poeti provenzali
  4. Federico II e la poesia volgare
  5. La scuola poetica siciliana
  6. Temi e fine della scuola siciliana

Sviluppo delle letterature in Francia

Letteratura francese e provenzale: le letterature in lingua d’oc (provenzale) e in lingua oïl (francese) si sviluppano in Francia nel XII secolo e ben presto si diffusero anche in gran parte delle regioni d’Italia. I loro testi non venivano solo cantati e letti nei testi originari, ma anche rielaborati e scritti in nuove forme. Nelle corti italiane si scrive in francese per la narrativa e in provenzale per la lirica, poiché le due lingue appaiono inscindibili dai generi letterari che per prime le hanno usate.

Influenza dei trovatori in Italia

Nella prima metà del XIII secolo, l’Italia del nord si trova ad accogliere anche i trovatori in fuga dalla Francia per effetto della crociata indetta dal papa contro gli Albigesi, cioè gli eretici della città francese di Albi. Molti trovatori provenzali si diffondono dell’Italia centro-settentrionale, mentre numerosi copisti trascrivono le liriche più significative in canzonieri, che circolano tra i signori feudali etra i ricchi mercanti.

Caratteristiche dei poeti provenzali

I poeti provenzali, detti trovatori, sono di diversa estrazione sociale, ma sono accumunati dalla vita a corte. Sono così chiamati perché “trobar”, da cui deriva trovatore, significa “comporre musica”, infatti la loro lirica (parola che deriva proprio da lira) veniva cantata in pubblico con l’accompagnamento musicale.

Il tema centrale è l’amore cortese, che, per i poeti, porta ad una crescita intellettuale e morale chi lo prova. I trovatori toccano anche temi politici, morali e guerreschi.

Federico II e la poesia volgare

Regno di Sicilia e promozione della poesia volgare: dal 1220 al 1250, anno della sua morte, Federico II di Svevia, imperatore della Germania, opera nel Regno di Sicilia per costruire uno stato forte e contro la supremazia papale e feudale.

Mentre nell’Italia settentrionale si diffonde la letteratura francese e provenzale, Federico II da impulso nel suo regno in una produzione poetica autonoma. Seppur ispirata ai tami provenzali, promuove una poesia scritta in lingua locale, il volgare siciliano, che possa competere con le più illustri letterature europee del tempo. Si trattava di una poesia non destinata alla massa, ma alla corte, quindi conteneva una lingua volgare illustre, con un registro più alto. Essendo composta in volgare, la lingua dei siciliani si colloca all’origine della letteratura italiana.

La scuola poetica siciliana

I rimatori che tra il 1230 e il 1250 operano alla corte di Federico II sotto il suo impulso e la sua protezione costituiscono la cosiddetta. Il termine “scuola” indica un gruppo di poeti uniti da un’intenzione comune, che condividono un modo di fare letteratura e si raccolgono attorno ad una figura unificante di un promotore (in tal caso, Federico II, che scrive a sua volta testi poetici).

Rispetto al modello provenzale, cambia anzitutto la figura del poeta. Questo non è più un professionista proveniente dalla piccola nobiltà, ma un borghese che si dedica alla poesia solo per diletto. Infatti gli autori non sono poeti per professione: sono giudici, notai, segretari, che fanno parte dell’apparato governativo del sovrano.

I principali autori della scuola siciliana sono il notaio Jacopo da Lentini, il giudice Guido delle Colonne e il segretario del re Pier della Vigna.

I poeti siciliani consultano i temi della poesia trobadoica, manipolandoli e adattandoli alle loro esigenze.

Temi e fine della scuola siciliana

Il tema principale era l’amore cortese, così chiamato poiché, come un legame feudale, era un sentimento basato su fedeltà, lealtà e devozione verso la donna. Ne racconta i meccanismi come un sentimento che fa soffrire l’uomo, soprattutto quando non è corrisposto. L’uomo vede la donna l’emblema della dolcezza, la delicatezza e la nobiltà d’animo ed era venerata come una Dea. Escludeva tutti i riferimenti politici e di cronaca presenti nella letteratura provenzale, poiché i funzionari di Federico II, oggetti al suo controllo ideologico, non hanno l’autonomia necessaria per esprimere il proprio pensiero politico.

L’esecuzione cantata del testo poetico non è più la regola, com’era per la trobadorica.

La scuola siciliana finisce alla morte di Federico II, nel 1250. Il ruolo determinante del sovrano nella scuola poetica ne costituisce anche la debolezza, poiché legata al destino del suo promotore. Con l’insediamento della dinastia angioina sul trono di Napoli e di Sicilia nel 1266, la lingua ufficiale della corte diventano il francese e il latino e vengono rimosse tutte le tracce dell’uso letterario del volgare (infatti, le poesie della scuola siciliana ci sono pervenute tramite dei codici tradotti del volgare toscano). Al seguito di Carlo I d’Angiò, che era stato conte di Provenza, giungono a Napoli i trovatori che sono ospitati a corte. Il centro letterario si sposta in Toscana e il volgare di questa regione diventa la nuova lingua nazionale della letteratura italiana.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine delle letterature in lingua d'oc e in lingua oïl, e come si sono diffuse in Italia?
  2. Le letterature in lingua d'oc (provenzale) e in lingua oïl (francese) si sviluppano in Francia nel XII secolo e si diffondono in Italia, influenzando la narrativa e la lirica nelle corti italiane.

  3. Chi erano i trovatori e quale era il loro ruolo nella poesia provenzale?
  4. I trovatori erano poeti di diversa estrazione sociale, uniti dalla vita a corte e dalla composizione di liriche cantate in pubblico, con temi che spaziavano dall'amore cortese a questioni politiche e morali.

  5. Come ha influenzato Federico II la poesia nel Regno di Sicilia?
  6. Federico II ha promosso una produzione poetica autonoma in lingua volgare siciliana, ispirata ai temi provenzali ma destinata alla corte, contribuendo all'origine della letteratura italiana.

  7. Quali erano le principali differenze tra i poeti della scuola siciliana e i trovatori provenzali?
  8. A differenza dei trovatori, i poeti della scuola siciliana erano borghesi (giudici, notai, segretari) che si dedicavano alla poesia per diletto, senza essere professionisti, e i loro temi escludevano riferimenti politici diretti.

  9. Quali eventi hanno portato al declino della scuola siciliana?
  10. La morte di Federico II nel 1250 e l'insediamento della dinastia angioina nel 1266, che ha introdotto il francese e il latino come lingue ufficiali della corte, segnando la fine dell'uso letterario del volgare siciliano e spostando il centro letterario in Toscana.

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