Concetti Chiave
- Il genere comico-realistico nasce nel XIII secolo in Toscana, con figure di spicco come Cecco Angiolieri e Rustico Filippi.
- Dante Alighieri, con i suoi sonetti in tenzone con Forese Donati, contribuì al genere comico-realistico, conosciuto anche come poesia burlesca.
- La poesia comico-realistica si caratterizza per temi popolari e realistici, espressi in uno stile comico, spesso in risposta polemica alla poesia stilnovista.
- Folgore da San Gimignano scrisse sonetti dedicati ai giorni della settimana e ai mesi, celebrando la vita cortese e aristocratica.
- Cenne della Chitarra, probabilmente un giullare, parodiò i sonetti di Folgore, sottolineando le noie mensili della vita quotidiana.
Indice
Origini e rappresentanti del genere comico-realistico
Genere poetico che, si affermò nel XIII secolo in Toscana. Rustico Filippi, Forese Donati e soprattutto Cecco Angiolieri furono i massimi rappresentanti di questo genere. Anche alcune opere giovanile di Dante, come i sonetti in tenzone con Forese Donati, può essere aggiunto al genere comico-realistico.
Quest’ultimo è denominato saltuariamente anche poesia burlesca, che si riferisce a un’analoga espressione poetica tra 400’ e 500’.
Temi e stile della poesia comico-realistico
I temi di queste poesie sono popolareschi e legati al dato realistico, e vengono resi in uno stile comico, ma non perciò poco letterario. In risposta polemica all’idealizzazione poetica stilnovista, l'amore diventa in questi autori rapporto fisico; alla nobiltà di nascita e d'animo si sostituisce la ricerca della ricchezza economica, unita a un disprezzo per le raffinatezze culturali. Si tratta spesso di testi parodistici, divertimenti scherzosi che riprendono alcuni esempi della poesia provenzale, in particolare le tenzoni.
Folgore da San Gimignano e Cenne della Chitarra
Altrettanto legati a temi realistici sono le poesie di Folgore da San Gimignano e di Cenne della Chitarra. Folgore è autore di due corone di sonetti dedicati ai giorni della settimana e ai mesi dell’anno, dove il pretesto della serie serve a decantare le gioie spensierate della vita cortese dell’aristocrazia e della ricca borghesia comunale toscana. Il secondo, probabilmente un giullare, è ricordato per i sonetti che fanno la parodia della serie di Folgore, e che enunciano le noie e i fastidi che caratterizzano ciascun mese dell’anno.