Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Nel Medioevo, la poesia era un'arte che univa contenuti moralizzanti con una forma retoricamente complessa, spesso risultando artificiosa e difficile da comprendere.
  • Dante esemplifica il virtuosismo poetico nei versi 67-72 del canto XIII dell’Inferno, con un linguaggio articolato che descrive la vicenda di Pier della Vigna.
  • I versi danteschi utilizzano il chiasmo per mettere in luce l'antitesi tra la fedeltà di Pier della Vigna e l'assurdità del suo suicidio.
  • La poesia medievale spesso si presentava come un gioco verbale per iniziati, dove la complessità e l'artificiosità erano considerate un merito.
  • L'artificiosità retorica di Dante si riscontra anche nelle sue rime petrose e nei sonetti di Petrarca, mostrando una continua ricerca di virtuosismo linguistico.

Indice

  1. Il gusto per il linguaggio artificioso e difficile
  2. Un esempio di virtuosismo dantesco
  3. Aspetti retorici dei versi danteschi

Il gusto per il linguaggio artificioso e difficile

Nel Medioevo anche se l’arte aveva uno scopo religioso e moralizzante, non escludeva la cura per gli aspetti formali. Anzi, in particolare la poesia era intesa come un’arte fondata sulle ricerche retoriche. Dante ci fornisce un esempio significativo a questo proposito quando scrive che la poesia è “fictio rhetorica musicaque poïta” (= la poesia è un’invenzione espressa nel rispetto della retorica e della musica).
D’altra parte, sul piano teorico, i contenuti moralizzanti erano sempre compatibili con una forma molto elaborata dal punto di vista retorico. Questo spiega perché durante tutto il Medioevo la forma della poesia appare spesso artificiosa, difficile da comprendere fino ad essere perfino oscura, sia per i concetti espressi che per gli artifici verbali utilizzati.
Molto spesso la poesia si presenta anche come un gioco verbale che si risolve in una comunicazione fra iniziati e che fondandosi su di una tecnica da specialisti, utilizza un virtuosismo che si spinge fino all’0incomprensione totale. Addirittura, si era soliti sostenere che quanto più è difficile, tanto più è lodevole trattare bene la materia poetica.

Un esempio di virtuosismo dantesco

Dante ci dà una significativa prova di tale virtuosismo ai versi 67-72 del canto XIII dell’Inferno, in cui viene descritta la vicenda di Pier della Vigna:
“[l’invidia] infiammò contra me li animi tutti;
e li ‘nfiammati infiammar sì Augusto,
che lieti onor tornarono in tristi lutti.
L’animo mio, per disdegnoso gusto
Credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contro me giusto”

Questi versi hanno come soggetto l’invidia, di cui era stato vittima Pier della Vigna alla corte di Federico II di Svevia; precedentemente, il vizio era stato descritto, ricorrendo ad una personificazione molto articolata e definita come la prostituta che non distolse mai il suo sguardo sfacciato dalla reggia imperiale. Il significato è il seguente: “[L’invidia] infiammò contro di me tutti gli animi; e i cortigiani accesi d’invidia (= li ‘fiammati) eccitarono a tal punto l’ira dell’imperatore, che i piacevoli onori di convertirono ben presto in situazione luttuose. Il mio animo, per l’amaro piacere che deriva dallo sfogare il proprio disprezzo verso i calunniatori (in silenzio, senza rispondere alle loro infami accuse), credendo di evitare con la morte il discredito di cui mi sentivo circondato, mi indusse a commettere violenza contro la mia stessa persona (= col suicidio), che invece ero innocente (= giusto).

Aspetti retorici dei versi danteschi

Si può notare la figura del chiasmo nell’ultimo verso che lega il primo emistichio (giusto fece me) con il secondo (contro me giusto), rovesciando la posizione del pronome personale rispetto al complemento predicativo dell’oggetto (ingiusto……giusto). Con questo artificio retorico, Dante ha reso ancora più evidente l’antitesi fra la fedeltà che Pier della Vigna aveva sempre avuto nei confronti del suo sovrano e l’assurdità del suo gesto finale.
L’artificiosità retorica si ritrova anche nelle rime petrose di Dante o in alcuni sonetti del Canzoniere del Petrarca.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del linguaggio artificioso nella poesia medievale?
  2. Nel Medioevo, la poesia era vista come un'arte basata su ricerche retoriche, dove la forma elaborata era compatibile con contenuti moralizzanti, rendendo spesso la poesia artificiosa e difficile da comprendere.

  3. Come Dante dimostra il suo virtuosismo poetico?
  4. Dante dimostra il suo virtuosismo nei versi 67-72 del canto XIII dell’Inferno, descrivendo la vicenda di Pier della Vigna con un linguaggio complesso e retoricamente elaborato.

  5. Qual è il significato dei versi di Dante riguardanti Pier della Vigna?
  6. I versi descrivono come l'invidia abbia portato Pier della Vigna a essere vittima di calunnie, spingendolo al suicidio per sfuggire al discredito, nonostante fosse innocente.

  7. Quali artifici retorici utilizza Dante nei suoi versi?
  8. Dante utilizza il chiasmo per evidenziare l'antitesi tra la fedeltà di Pier della Vigna e l'assurdità del suo gesto finale, rendendo più evidente il contrasto.

  9. Dove si ritrova l'artificiosità retorica oltre ai versi danteschi?
  10. L'artificiosità retorica si ritrova anche nelle rime petrose di Dante e in alcuni sonetti del Canzoniere di Petrarca.

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