Concetti Chiave
- La trasformazione del latino in lingue romanze è stata influenzata dai popoli conquistatori, introducendo il concetto di superstrato.
- L'influenza del superstrato barbaro in Italia ha portato termini legati al mondo militare e feudale, grazie a Goti, Franchi e Longobardi.
- L'influsso arabo, dal VIII secolo, ha arricchito la lingua italiana con termini agricoli, astronomici e commerciali, facilitati dai contatti con le Repubbliche marinare.
- Latino scritto e volgare hanno convissuto per secoli, evolvendo in lingue autonome e autosufficienti, con il volgare che emergeva nella vita quotidiana.
- Il riconoscimento del volgare in Italia è avvenuto più tardi, con documenti come la Carta capuana del 960 che ne attestano la legittimità e autonomia.
Indice
Introduzione
La trasformazione del latino in lingue romanze, durata diversi secoli, ha risentito anche dell’influenza dei popoli conquistatori che si sono avvicendati sui territori un tempo inglobati nell’impero romano. In questo caso di parla influenza di superstrato.
Il superstrato barbaro
In Italia, già nel tardo impero, dei gruppi di barbari sono entrati a far parte dell’esercito romano. È a questa fase che risale l’introduzione di termini come vanga, bragia e arpa o werra (diventato poi guerra). Fra l’altro, il significato originario di “werra” era “mischia” e quindi in rapporto ad una particolare tecnica militare di fare guerra. L’influenza delle lingue barbariche si fa più consistente con lo stanziamento dei Goti di Teodorico, dei Franchi e dei Longobardi. A questo periodo risalgono termini come elmo, banda (un drappo a tracollo dai soldati per farsi distinguere), albergo schiatta, Lombardia (= terra dei Lombardi), feudo, marco (col significato di confine), vassallo e tanti altri, spesso legati al mondo feudale.
Il superstrato arabo
A partire dal VIII secolo comincia l’influsso arabo, a seguito della conquista della Sicilia e della Sardegna. L’influsso arabo arriva anche attraverso la fitta rete di scambi commerciali istaurata con il mondo arabo dalle Repubbliche marinare: Genova, Pisa, Venezia e Amalfi. Si tratta di un contributo storico culturale di estrema importanza, soprattutto per il ruolo di mediazione fra la tradizione scientifica greco-orientale e l’Occidente svolta dagli Arabi, soprattutto in ambito agricolo, astronomico e commerciale. Arrivano così termini come aranci, limoni, carciofi, spiaci, astrolabio, zenit, nadir, almanacco, dogana, tariffa, fondaco e magazzino.
Verso un bilinguismo
Per secoli, è quindi successo che il latino scritto e il latino parlato (= latino volgare) sono convissuti, ma in un ambito diverso. Il latino scritto apparteneva al mondo della cultura e a quello di chi deteneva il potere. Invece, il secondo era in uso nella vita quotidiana e si arricchiva in continuazione del lessico tipico dell’agricoltura, del commercio e delle attività manuali in genere. Ad un certo punto, viene presa coscienza di questa divergenza per cui ognuna delle due lingue diventa completa dal punto di vista organico e autosufficiente da quello funzionale. Gli studiosi riconoscono in tale momento la nascita del volgare: in sintesi si diventa consapevoli di essere bilingui.
Le lingue volgari diventano lingue autonome
Questa acquisizione di consapevolezza che le i volgari sono lingue autonome ha luogo verso il IX secolo e a questo proposito devono essere ricordare due date importanti:• 813 - Concilio di Tours. Una disposizione emanata dal Concilio stabilisce che ogni vescovo tenga le omelie secondo la capacità di comprensione dei fedeli e che si curi di tradurre in modo comprensibile dette omelie nella lingua romana “rustica, affinché tutti possano capire quanto è stato detto.
• 842 - Giuramento Strasburgo. I successori di Carlo Magno, Carlo il Calvo, soprano della parte occidentale dell’impero e Ludovico il Germanico, soprano della parte orientale, si ritrovano a Strasburgo e stipulano un’alleanza contro il fratello Lotario, sovrano dell’Italia e di una striscia di terra che univa le alpi al Mare del Nord. Il giuramento viene pronunciato da Carlo in francese e da Ludovico in tedesco per farsi capire da entrambi gli eserciti. Successivamente le lingue vengono scambiate, per sottolineare così il fatto che ciascuno dei due si impegnava anche di fronte all’esercito dell’altro. La cerimonia fu descritta da Nitardo, uno storico contemporaneo, unitamente ai due testi.
Questo dimostra chiaramente che le due lingue volgari avevano raggiunto una propria autonomia, tale da essere adoperata al posto del latino dal potere politico-militare.
Il riconoscimento del volgare in Italia
In Italia, questo riconoscimento è più tardivo. Fra i più significativi abbiamo la Carta capuana del 960. Si tratta di un testimone che riferisce quanto è a conoscenza a proposito di una proprietà L’importanza è dovuta al fatto che il giudice ha inserito in un atto redatto in latino una testimonianza in volgare, riconoscendo così a quest’ultima autonomia e legittimitàUn altro testo è l’iscrizione nella Basilica di San Clemente a Roma. Anch’essa è bilingue: le due lingue si oppongono e rappresentano due realtà sociali diverse.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza del superstrato barbaro sulla lingua italiana?
- In che modo il superstrato arabo ha influenzato la lingua italiana?
- Come si è sviluppato il bilinguismo tra latino scritto e volgare?
- Quali eventi hanno segnato l'autonomia delle lingue volgari?
- Quando è stato riconosciuto il volgare in Italia?
L'influenza del superstrato barbaro ha introdotto termini come "vanga," "bragia," "arpa," e "werra" (poi "guerra"), legati a tecniche militari e al mondo feudale, con l'arrivo di Goti, Franchi e Longobardi.
L'influsso arabo, a partire dall'VIII secolo, ha portato termini legati all'agricoltura, astronomia e commercio, come "aranci," "limoni," "astrolabio," e "tariffa," grazie ai contatti commerciali con le Repubbliche marinare.
Il latino scritto e il volgare hanno convissuto per secoli, con il primo usato nella cultura e il secondo nella vita quotidiana, fino a diventare lingue autonome e autosufficienti.
Due eventi chiave sono il Concilio di Tours del 813, che promosse l'uso del volgare nelle omelie, e il Giuramento di Strasburgo del 842, dove le lingue volgari furono usate ufficialmente al posto del latino.
Il riconoscimento del volgare in Italia è avvenuto più tardi, con esempi come la Carta capuana del 960 e l'iscrizione bilingue nella Basilica di San Clemente a Roma, che ne attestano l'autonomia e legittimità.