Concetti Chiave
- Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il latino si frammentò in vari idiomi locali noti come lingue romanze o volgari.
- Il latino parlato cambiò rapidamente, mentre il latino scritto rimase stabile e continuò a essere usato ufficialmente dalla Chiesa.
- Il latino medievale si sviluppò come lingua scritta ufficiale per l'amministrazione e la religione, usato dagli eruditi dell'epoca.
- In Italia, dal X secolo, i volgari iniziarono ad essere utilizzati in documenti scritti, con un incremento della produzione letteraria dal XIII secolo.
- Il toscano divenne il modello per una lingua nazionale grazie alla sua vicinanza al latino e all'importanza culturale di Firenze.
Indice
La trasformazione linguistica post-imperiale
Una delle trasformazioni più importanti avvenute in Europa dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) fu la rottura dell’unità linguistica, basatasull’uso del latino.
Si verificò, infatti, il passaggio dal latino a numerosi idiomi locali.
Queste nuove lingue furono dette neolatine o romanze o volgari. E’ importante fare una distinzione tra lingua scritta e lingua parlata: a partire dal VI
secolo, il latino parlato cambiò più velocemente rispetto a quello scritto (che era la
lingua ufficiale della Chiesa).
Evoluzione delle lingue volgari
Dal latino parlato si formarono le nuove lingue volgari (da “vulgus”, popolo), chiamate così perché parlate dalla gente non dotta; erano appunto lingue non scritte. Sul piano della lingua scritta, invece, il lento mutamento del latino letterario portò alla formazione di un latino medievale o medio latino, usato nell’amministrazione civile
e politica e negli atti religiosi. Questo nuovo latino era la lingua dello strato erudito della popolazione (ecclesiastici e signori feudali). A partire dai secoli IX–X si sviluppò in Europa anche una produzione scritta in lingua volgare.
Affermarsi del volgare in Italia
In Italia, si può parlare di un diffuso uso scritto dei volgari a partire dal X secolo: i testi in volgare sono soprattutto atti notarili, giudiziari e testi religiosi.
Dal XIII secolo si cominceranno a scrivere componimenti in volgare con scopi quasi letterari (prediche, versi di argomento religioso o giullaresco, proverbi). Bisogna ricordare che i volgari erano molto numerosi nella penisola italiana
Nascita della lingua unitaria toscana
L’esigenza di una lingua unitaria maturò tra il 1200 e il 1300, con la nascita della letteratura in volgare
⇒ Fu in Toscana che si affermò una lingua capace di proporsi come modello per una lingua nazionale; le motivazioni erano: l’importanza economica di Firenze; il fatto che il toscano assomigliava al latino più degli altri volgari; in toscano si espressero i letterati maggiori della penisola (Dante, Petrarca, Boccaccio)
⇒ Il latino, comunque, non scomparve: esso rimase la lingua principale della cultura; fino a Dante, il volgare sarà considerato la lingua dei generi letterari minori (ad esempio la poesia d’amore); il latino era invece la lingua del trattato scientifico.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze linguistiche della caduta dell'Impero Romano d'Occidente?
- Come si sviluppò l'uso scritto delle lingue volgari in Italia?
- Perché il toscano divenne un modello per una lingua nazionale in Italia?
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, si verificò una rottura dell'unità linguistica basata sul latino, portando alla nascita di numerosi idiomi locali chiamati neolatine o romanze o volgari.
In Italia, l'uso scritto delle lingue volgari iniziò a diffondersi dal X secolo, principalmente in atti notarili, giudiziari e testi religiosi, e dal XIII secolo anche in componimenti quasi letterari.
Il toscano si affermò come modello per una lingua nazionale grazie all'importanza economica di Firenze, alla somiglianza del toscano con il latino e al fatto che i maggiori letterati italiani, come Dante, Petrarca e Boccaccio, si espressero in questa lingua.