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Concetti Chiave

  • Il latino volgare si sviluppò come lingua parlata comune durante l'Impero Romano, differenziandosi dalla lingua scritta usata dai dotti.
  • La caduta dell'Impero Romano d'Occidente portò a un frazionamento linguistico, con il latino che si trasformò nel latino medievale.
  • Le invasioni barbariche contribuirono a diffondere lingue germaniche, slave e arabe, riducendo l'uso del latino in molte regioni.
  • Le lingue neolatine emersero dalla fusione del latino parlato con le lingue dei nuovi dominatori, dando origine a nuove lingue nazionali.
  • Le lingue romanze, tra cui francese, spagnolo, portoghese e italiano, si svilupparono in regioni dove l'influenza romana era stata forte e duratura.

Indice

  1. Espansione e Unificazione Linguistica
  2. Declino dell'Impero e Frazionamento

Espansione e Unificazione Linguistica

Tra il VI e il V secolo a.C., i Latini non solo completarono la conquista della penisola italica, ma estesero anche i loro domini oltre il territorio peninsulare, tanto che nel corso dei secoli riuscirono a fondare un impero assai vasto. Al tempo dell'imperatore Augusto si ebbe la prima unificazione linguistica, in seguito alla quale la lingua latina diventò lingua comune in tutto l'Impero Romano.

Naturalmente i popoli assoggettati continuarono inizialmente a usare la propria lingua insieme al latino, ma in un secondo tempo la abbandonarono. Essi tuttavia, nel passaggio da una lingua all'altra, introdussero nel latino che stavano imparando molte parole della loro lingua d'origine, soprattutto legate alla realtà locale e quotidiana. Non si può pensare, infatti, nonostante la diffusione di un latino unico, a un linguaggio unico. Innanzitutto erano diverse la lingua scritta e la lingua parlata. Solo i dotti sapevano usare in modo corretto la lingua scritta, che era propria della letteratura, della burocrazia, dei cerimoniali e dell'insegnamento scolastico. La lingua parlata era certamente la più diffusa e costituiva la lingua comune, quella del popolo, scorrevole, di facile uso e di immediata comprensione; essendo patrimonio del popolo, il vulgus, era detta latino volgare e da essa nacque più tardi il volgare, la lingua di passeggio tra il latino e l'italiano.

Declino dell'Impero e Frazionamento

Nel 476 d.C. cadde l'Impero Romano d'Occidente e la penisola italica iniziò ad essere percorsa e invasa da popolazioni barbare che parlavano lingue appartenenti a ceppi molto diversi tra loro. Nella penisola, contemporaneamente al disordine politico, avvenne il frazionamento linguistico. Il latino si trasformò in latino medievale. Le lingue non latine più diffuse furono quelle germaniche, slave e arabe, che predominarono in Gran Bretagna, nell'Europa centrale, in Africa e in Medioriente. In queste regioni il latino scomparve quasi del tutto. Solo la Chiesa mantenne lo studio e l'uso della lingua latina, ovunque si trovasse. In regioni come la Spagna, il Portogallo, la Francia, la Romania, dove la presenza dell'Impero era stata più prolungata, nacquero le cosiddette lingue neolatine o romanze, frutto della fusione tra il latino parlato e i linguaggi portati dai nuovi dominatori. Nel tempo le lingue neolatine si differenziarono l'una dall'altra diventando vere e proprie lingue nazionali. Così nacquero il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno, il ladino, l'italiano, ma anche il franco-provenzale, il provenzale, il sardo, il catalano.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo dell'imperatore Augusto nell'unificazione linguistica dell'Impero Romano?
  2. Sotto l'imperatore Augusto si ebbe la prima unificazione linguistica, con il latino che divenne la lingua comune in tutto l'Impero Romano.

  3. Come si è evoluto il latino parlato rispetto al latino scritto durante l'Impero Romano?
  4. Il latino parlato, noto come latino volgare, era la lingua comune del popolo, mentre il latino scritto era usato dai dotti per la letteratura, la burocrazia e l'insegnamento.

  5. Cosa accadde al latino dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente?
  6. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il latino si trasformò in latino medievale e si frazionò in diverse lingue neolatine o romanze.

  7. Quali lingue neolatine sono emerse dalla fusione del latino parlato con i linguaggi dei nuovi dominatori?
  8. Dalla fusione del latino parlato con i linguaggi dei nuovi dominatori nacquero lingue come il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno, il ladino, l'italiano, il franco-provenzale, il provenzale, il sardo e il catalano.

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