Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il latino medievale si trasformò in molti dialetti regionali, evolvendosi nelle lingue letterarie come l'italiano, il francese e lo spagnolo, attraverso cambiamenti spontanei e regolari.
  • I suffissi nominali e verbali del latino si ridussero, portando all'uso di preposizioni e pronomi che si evolsero in articoli nelle lingue neolatine.
  • Il genere neutro scomparve, confluendo nel maschile, e la flessione dei sostantivi si limitò a distinguere solo il singolare dal plurale e il maschile dal femminile.
  • Il sistema verbale latino perse le terminazioni in consonante, sostituite dai pronomi, e si adottarono forme perifrastiche usando ausiliari come "essere" o "avere".
  • Il lessico subì significative trasformazioni fonetiche e lessicali, con l'introduzione di nuovi termini da idiomi germanici, francesi, provenzali e arabi, e una preferenza per il linguaggio parlato.

Indice

  1. Introduzione all’argomento
  2. I suffissi nominali e verbali
  3. Il genere neutro e la declinazione
  4. Il verbo
  5. Evoluzione del lessico
  6. Sintassi
  7. Metrica

Introduzione all’argomento

Il latino parlato, lungo tutto il Medioevo, sui trasformò in numerosi dialetti, in uso nelle varie regioni dell’Europa neolatina o Romània.
Per motivi diversi,, tra di essi ne predominarono alcuni che diventarono piano piano le lingue letterarie di quelle varie nazioni, come Francia, Spagna, Italia, ecc.
in cui si smembrò l’antico impero romano.
Se confrontiamo il latino degli scrittori classici con l’italiano letterario, si nota che il mutamento, pur essendo spontaneo. Si raccoglie intorno ad alcune leggi fondamentali e al ripetersi, abbastanza regolare di certi fenomeni linguistici.

I suffissi nominali e verbali

In latino, le determinazioni in consonante servivano a distinguere i casi all’interno delle declinazioni: rosam, rosae, rosas, patris, patrem, patribus, lupus, lupum, lupos. Tali determinazioni cadono e si ottiene rosa, padre, lupo.
Di conseguenza, per distinguere i vari complementi si ricorre ad un uso più ampio delle proposizioni e a volte anche dei pronomi che diventano gli articoli nelle lingue neolatine e si possono legare con le preposizioni, formando, così, le preposizioni articolate.
Esempio: il pronome latino ille/illa/illud dà origine all’articolo determinativo:
• illum, dopo la caduta della consonante finale, dà, per apocope il e, per aferesi dà lo;
• illam, per aferesi si trasforma in la,
• unus, invece, dà origine all’articolo indeterminativo

Il genere neutro e la declinazione

Con la caduta dei suffissi, il genere neutro scompare che confluisce nel maschile: templum (neutro) > tempio (maschile). La flessione dei sostantivi e degli aggettivi si limita soltanto a differenziare il singolare dal plurale, il maschile dal femminile. Pertanto scompare la divisione dei nomi in varie declinazioni e automaticamente scompaiono i casi (dativo, accusativo, genitivo, ablativo, vocativo) la cui funzione è demandata alle preposizioni.

Il verbo

Anche il verbo perde le terminazioni in consonante che in latino, in ogni tempoo, stavano ad indicare le varie persone (amabam, amabas, amabat…) e al loro posto subentrano i pronomi (io amava/amavo, tu amavi, egli amava)
Alcuni verbi che avrevano una forma propria, sono sostituitui da forme perifradstiche, cioè dagli ausiliari “essere” oppure “avere” + participio passato oppure + infinito.
Esempio: laudabo > laudare habeo > laudare ho > loderò, laudor > sono lodato
Si viene a creare il condizionale come forma propria: laudarem > laudare habuit > laudare éi > loderei

Evoluzione del lessico

Le vocali accentate hanno avuto un comportamento diverso a seconda che, in latino, fossero brevi o lunghe. Le lunghe si sono conservate intatte, mentre le brevi hanno subito le seguenti trasformazioni:.
Esempi:
• per le vocali lungue: nīdus > nido, dōnus > dono, lūna > luna
• per le vocali brevi: păter > padre, bŏnus > buono, mŭlier > moglie
• per i dittonghi: laudo > lodo, aurum > oro, lætus > lieto
Le vocali non accentate subirono delle trasformazioni molto varie in funzione della posizione prima della sillaba tonica (vocali protoniche), della posizione dopo la sillaba tonica (postoniche) e dell’essere sillabe iniziali o finali. Ognuna di queste vocali ha avuto il proprio comportamento.
Esempi:
• securus > sicuro, venit > venne, rumorem > rumore
Anche le consonanti subirono diverse modifiche, spesso complesse:
Esempio:
• iam > già, maiorem > maggiore, sum > sono
I raddoppiamenti sono molto frequenti
Esempi:
• fabrum > fabbro, femina > femmina
Molto frequentemente si hanno sincopi (calidus > caldo), aferesi (instrumentum > strumento), apocopi (virtute > virtù)

Nel lessico i vocaboli del linguaggio parlato prevalgono su quelli della lingua letteraria che alla fine finiscono per sostituirsi a questi ultimi.

Esempio:
• caballus si impose su equus > vacallo
• casa si impose su domus > casa
• bucca si impose su os > bocca
Tuttavia, i vocaboli della lingua letteraria, più tardi risorgono nelle forme dotte:
• equus > equino, domus > Duomo, os > espressione orale
Molte parole nuove entrarono in italiano dagli idiomi germanici (in genere riguardava la vita militare, dal francese e dal provenzale (termini riguardanti la vita cortese) e molti anche dalle lingue orientali, soprattutto dall’arabo (termini spesso riguardanti la merce il commercio)
Alcuni termini, passando in italiano cambiarono di significato.
Esempio:
• captivus, in origine, “prigioniero” > cattivo, in senso morale
• lustrare, in origine, “purificare” > lucidare
• peregrinus, in origine, “straniero” > pellegrino, in ambito religioso

Sintassi

Anche la sintassi subì delle modifiche a favore di una costruzione della frase dalle forme e strutture più semplici e con subordinate meno complesse. Questo avvenne soprattutto all’inizio e specialmente nella prosa.

Metrica

Gradatamente fu perso il senso della quantità sillabica, per cui alla metrica latina che si basava sulla quantità fu sostituita la nuova regola italiana degli accenti, basata sull’accento ritmico, sulle rime e sul numero delle sillabe

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali trasformazioni del latino parlato nel Medioevo?
  2. Il latino parlato si trasformò in numerosi dialetti che divennero le lingue letterarie delle varie nazioni europee, come l'italiano, il francese e lo spagnolo, attraverso cambiamenti spontanei e regolari.

  3. Come si è evoluto l'uso dei suffissi nominali e verbali dal latino alle lingue neolatine?
  4. I suffissi nominali e verbali in latino, che servivano a distinguere i casi, sono caduti, portando all'uso più ampio di preposizioni e pronomi che si sono evoluti in articoli nelle lingue neolatine.

  5. In che modo il genere neutro è stato trattato nella transizione dal latino all'italiano?
  6. Il genere neutro è scomparso, confluendo nel maschile, e la flessione dei sostantivi e degli aggettivi si è limitata a differenziare il singolare dal plurale e il maschile dal femminile.

  7. Quali cambiamenti ha subito il sistema verbale dal latino all'italiano?
  8. Il sistema verbale ha perso le terminazioni in consonante, sostituite dai pronomi, e alcuni verbi sono stati sostituiti da forme perifrastiche con ausiliari come "essere" o "avere".

  9. Come si è evoluto il lessico dal latino all'italiano?
  10. Il lessico ha subito trasformazioni nelle vocali e consonanti, con prevalenza dei vocaboli del linguaggio parlato su quelli letterari, e l'introduzione di nuovi termini da idiomi germanici, francesi, provenzali e arabi.

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