Concetti Chiave
- L'amor cortese è un tema centrale nelle letterature carolingia e siciliana, in cui l'amore non corrisposto eleva spiritualmente il cavaliere, che serve la donna come un vassallo.
- La scuola siciliana, fiorita alla corte di Federico di Svevia, unisce poeti come Giacomo da Lentini e Pier della Vigna in uno stile influenzato dal modello francese e provenzale.
- Giacomo da Lentini è riconosciuto per aver inventato il sonetto e per il suo ruolo di caposcuola della poesia siciliana, celebrato anche da Dante.
- Andrea Cappellano, nel suo trattato De Amore, esplora la natura dell'amore e le sue implicazioni, distinguendo tra amore e matrimonio e valorizzando l'amore come forza nobilitante.
- La poesia cortese toscana, posteriore alla scuola siciliana, incorpora tematiche storiche e politiche, continuando l'eredità poetica con un accento locale.
Indice
L'aristocrazia militare cavalleresca
Alla corte si è consolidata un’aristocrazia militare cavalleresca fondata su basi militari e rafforzata sul piano politico economico e culturale. Il cavaliere deve possedere le quattro virtù:
- gioia: sentimento della propria eccellenza e superiorità che porta a superare l’amore e la gloria;
- prodezza: il coraggio e l’audacia del guerriero, il disprezzo del dolore e del pericolo di morte;
- larghezza: generosità nel donare, generosità verso il vinto, protezione di oppressi vedove orfani e vittime delle guerre;
- misura (presa dal mondo classico, aurea mediocritas di Orazio): è una dote morale che consiste nella temperanza e nel dominio dei propri istinti.
Amor cortese e letteratura carolingia
Si parla di amor cortese nella letteratura carolingia. L’amore è fonte di virtù positive, ogni atto ingiusto o disonesto che il cavaliere compie in vita è visto come un tradimento verso la donna che ama. Spesso è un amore non corrisposto, la donna è vista come inaccessibile perché o sposata o disinteressata al corteggiatore. L’uomo si sente come un vassallo: è devoto alla donna con totale lealtà e assoluta fedeltà.
La scuola siciliana e i suoi poeti
Questa scuola si chiama così perché si ferma alla corte di Federico di Svevia (che regna dal 1220 al 1250) ,re di Sicilia e imperatore del sacro romano impero. Conduce un assolutismo illuminato e chiama a corte gli ingegni miliori del regno di Sicilia oltre a romani, arabi e normanni. Fu poeta, compose De arte venandi cum avibus. Anche i suoi figli Manfredi, Enzo e Federico furono poeti. I maggiori esponenti della scuola siciliana sono Pier della Vigna, Guido Delle Colonne e Giacomo da Lentini, che avevano studiato diritto all’università. Gli scrittori di questa scuola sono uniti dallo stesso stile, dagli stessi contenuti e dagli stessi interessi. Ricalca i temi del modello francese riprende il provenzale e il concetto di amore cortese. La donna è definita bella solo coi capelli biondi e la pelle chiara, è inaccessibile, ovvero sposata o non ricambia, è dotata di saviezza e di intendimento, di finezza di educazione e di comportamento, deve quindi essere cortese, è paragonata ad una stella luminosa che illumina il percorso di vita. Abbiamo anche qui un vassallaggio cavalleresco: il cavaliere si considera come il servo della donna, tiene chiuso il suo amore ma lo esalta nelle poesie come una gioia incomparabile e come sentimento nobilitante (che lo eleva spiritualmente). I poeti hanno un repertorio fisso che segue queste tematiche: lamenti per un amore inaccessibile, lamenti per un amore infelice, lodi di una donna, discussione su origine e natura dell’amore. La lingua in cui i siciliani scrivono è l’italiano illustre.
Giacomo da Lentini è considerato da Dante il caposcuola della scuola siciliana e da questo viene citato nel XXIV canto del purgatorio. Compone poesie dal 1233 al 1240 ed è considerato l’inventore del sonetto. La poesia analizzata proviene da una tenzone( discussione che avveniva attraverso lo scambio di componimenti poetici).
Adalberone e la società tripartita
Adalberone fu vescovo di Laon, in Francia. Fu partigiano di Ugo Capeto e rivolse la sua opera principale al figlio di Ugo Capeto, Roberto il Pio. Il Carme è un poemetto fatto di 430 esameri latini di carattere didascalico, in forma di dialogo tra un giovane principe e un vecchio vescovo. Vengono toccati i temi del tempo con dettagli curiosi sui costumi ma si attaccano gli abusi che minano la competenza del regno.
Nel suo brano I tre strati della società divide la società in tre strati:
- nello strato più alto ci sono re e imperatore, col loro comando lo stato appare solido;
- nello strato intermedio ci sono i guerrieri e i protettori delle chiese che non sono condizionati da alcun potere a condizione che non commettano crimini;
- lo strato più basso comprende la servitù che non possiede nulla se non il lavoro. Lavora talmente tanto che occorre l’abaco per contare il numero delle fatiche e delle occupazioni di questa. E' vista dall’autore in modo positivo perché sostiene che sia indispensabile per la vita dei nobili.
Nella sua opera parla di una divisione in tre strati della società dipendenti tra loro. Tale ordinamento corrisponde alla volontà di Dio ed è quindi immodificabile. Lo schema è poi teorizzato nel momento in cui sta per entrare in crisi ma con la rinascita dellle città farà nascere un nuovo elemento:il borghese cittadino. L’idea di un ordinamento tripartito resta a lungo un punto di riferimento ideale.
L'essenza dell'amore
Brano tratto da L’essenza dell’amore:
"L’amore può rovinare oppure purificare tutta la nostra vita,perché da esso dipende tutto il nostro bene o il nostro male. La fonte dell’amore si trova dentro di noi e alimenta due ruscelli :la cupidigia (amore mondano) e la carità (amore verso Dio). La cupidigia è l’origine di tutti i mali,l a carità è l’origine di tutti i beni. Dall’amore dipende tutto ciò che è in noi".
Abbiamo all’interno del testo un plurale maiestatis, ovvero una prima persona plurale da intendere come prima persona singolare.Il valore positivo o negativo dell’amore dipende solo dall’oggetto a cui esso è diretto.Nel XII secolo si diffonde una letteratura laica che esalta l’amore come desiderio carnale o adulterio.
Si ritiene che sia stato cappellano alla corte della contessa Maria di Champagne.
De Amore e la visione dell'amore
Scrive il trattato De Amore, che articola in tre libri:
1. Cos’è l’amore;
2. Casistiche e comportamenti da tenere;
3. Parodia (rivisitazione scherzosa).
Nel brano L’amore nobilita, sottolinea che l’amore rende umili i superbi e dà bellezza a ciascun tipo di uomo,rende l’uomo casto perché prova amore per una sola donna,e la bilancia pende sempre dalla parte dei tormenti. L’amore è bello ma possono verificarsi degli sconvolgimenti. Dedica il brano all’amico Gualtieri, un giovane innamorato.
Nel brano amore e matrimonio invece immagina una possibile risposta della contessa Maria di Champagne a una lettera scritta da lui, afferma che amore e matrimonio non possono coincidere perché due persone sposate sono vincolate per legge e invece due amanti si scambiano i piaceri gratis. Crede anche che senza gelosia (qualità che all’interno di una coppia di persone sposate manca) non ci possa essere amore.
Eredità della scuola siciliana
Dopo la morte di Federico II alcuni poeti toscani adattano al loro volgare quella che era l’eredità della scuola siciliana. Si passa dal mondo della corte al mondo dei comuni, si aggiungono nuove tematiche all’amore cortese per lo più vicende storiche e politiche contemporanee.
Intorno ai trent’anni dovette abbandonare moglie e figli per entrare nell’ordine dei cavalieri di Santa Maria. Le poesie precedenti alla conversione sono di carattere prevalentemente amoroso, le successive polemizzano contro i vizi dei concittadini. Considerato un caposcuola dai poeti, è criticato da Dante che lo definirà rozzo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le quattro virtù che un cavaliere deve possedere secondo l'aristocrazia militare cavalleresca?
- Come viene descritto l'amor cortese nella letteratura carolingia?
- Chi sono i principali esponenti della scuola siciliana e quali sono le loro caratteristiche comuni?
- Come Adalberone descrive la società tripartita e qual è la sua visione?
- Qual è la visione dell'amore nel trattato De Amore e come viene distinta dal matrimonio?
Le quattro virtù sono gioia, prodezza, larghezza e misura, che rappresentano rispettivamente l'eccellenza personale, il coraggio, la generosità e la temperanza.
L'amor cortese è visto come una fonte di virtù positive, con l'uomo che si comporta come un vassallo devoto alla donna amata, spesso inaccessibile e non corrisposta.
I principali esponenti sono Pier della Vigna, Guido Delle Colonne e Giacomo da Lentini, uniti dallo stesso stile e interessi, con temi che riprendono il modello francese e l'amore cortese.
Adalberone divide la società in tre strati: re e imperatori, guerrieri e protettori delle chiese, e la servitù. Vede questa divisione come voluta da Dio e quindi immodificabile.
Nel De Amore, l'amore è visto come nobilitante e capace di umiliare i superbi, ma distinto dal matrimonio, poiché l'amore è libero e non vincolato da leggi, a differenza del matrimonio.