Concetti Chiave
- Il Rinascimento, nei primi decenni del 1500, matura i principi dell'Umanesimo, consapevole dell'impossibilità di rivivere l'antico mondo latino.
- La letteratura del Rinascimento abbandona l'allegoria e spiritualismo, orientandosi verso una visione materialista e naturalista.
- Esistono due tendenze letterarie: una realistica che considera la storia un ambito umano, e una idealizzante che vede la realtà esteticamente bella.
- La scoperta della poetica di Aristotele introduce le tre unità di tempo, luogo e azione, influenzando la letteratura fino al Romanticismo.
- Il dibattito sulla lingua letteraria vede contrapporsi le idee di Bembo, che predilige un volgare aulico, e Trissino, che preferisce una lingua cortigiana basata su apporti regionali.
Indice
L'evoluzione del Rinascimento
Il Rinascimento occupa i primi tre decenni del 1500. I principi dell'Umanesimo giungono a maturazione nel Rinascimento che avrà la consapevolezza storiografica, cioè l'impossibilità di far rivivere l'antico mondo latino. Nel Rinascimento scompare l'allegoria e lo spiritualismo e si afferma una letteratura materialista con una visione naturalista.
Tendenze letterarie del Rinascimento
In questo periodo ci sono 2 tendenze: quella realistica o oggettiva (che non evade verso la trascendenza e considera la storia un ambito umano) e quella idealizzante (che considera esteticamente bella la realtà, come Ludovico Ariosto).
La poetica di Aristotele e il Romanticismo
nel 1536 si scopre la poetica di Aristotele (grazie a Lorenzo Valla) che afferma 3 unità: tempo, luogo e azione che sopravviveranno fino al Romanticismo che prevede una poesia spontanea.
La questione della lingua nel Rinascimento
La cultura del Rinascimento è elitaria, destinata cioè a poche persone mentre il volgare è per la coinè di artisti. Secondo Pietro Bembo la lingua subisce un processo evolutivo (come dice Platone), nel senso che raggiunge un apice e poi crolla e poi subisce un'evoluzione con Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa poiché la lingua deve essere il volgare della letteratura: questa ipotesi doveva avere un modello a cui seguire. Per Bembo la lingua deve essere aulica, curiale e cardinale; per Trissino, Castiglione e Geraldi Cinzio bisognava usare una lingua cortigiana basata cioè sui migliori apporti delle varie parlate regionali: qui non c'è un modello da seguire. Il problema della lingua implica il problema dell'imitazione, quindi per fare letteratura si imita l'optimum (Petrarca e Boccaccio), cioè il fiorentino. Ma il Rinascimento rispetta le regole teoriche per l'imitazione e le unità di tempo, luogo e azione di Aristotele.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali tendenze letterarie del Rinascimento?
- Come viene affrontata la questione della lingua nel Rinascimento?
- Qual è l'influenza della poetica di Aristotele nel Rinascimento?
Durante il Rinascimento, emergono due tendenze letterarie principali: una realistica o oggettiva, che considera la storia un ambito umano senza trascendenza, e una idealizzante, che vede la realtà come esteticamente bella, come esemplificato da Ludovico Ariosto.
La questione della lingua nel Rinascimento è complessa e vede un dibattito tra l'uso di una lingua aulica e curiale, come proposto da Pietro Bembo, e una lingua cortigiana basata sui migliori apporti regionali, come suggerito da Trissino, Castiglione e Geraldi Cinzio. La lingua letteraria deve imitare l'optimum, rappresentato dal fiorentino di Petrarca e Boccaccio.
La poetica di Aristotele, riscoperta nel 1536, introduce le tre unità di tempo, luogo e azione, che influenzano la letteratura fino al Romanticismo, periodo in cui si sviluppa una poesia più spontanea.