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Concetti Chiave

  • Il Manierismo, emerso nella seconda metà del '500, segna una transizione tra Rinascimento e Barocco, influenzato dalla crisi del classicismo rinascimentale.
  • Le guerre tra Francia e Spagna nel XVI secolo portarono a una dominazione spagnola in Italia, creando sentimenti antispagnoli e un processo di rifeudalizzazione.
  • La Riforma protestante e la conseguente Controriforma cattolica influenzarono profondamente l'arte e la letteratura, con la Chiesa che impose un maggiore controllo.
  • La crisi della visione laica rinascimentale è accentuata dalla scoperta del Nuovo Mondo, dalla rivoluzione copernicana e dalla dominazione straniera.
  • Nel Manierismo, l'artificiosità e l'applicazione rigida delle regole artistiche prevalgono, riflettendo una crisi culturale e storica senza una forma autonoma come il Barocco.

Indice

  1. Transizione tra Rinascimento e Barocco
  2. Quadro storico e conflitti europei
  3. Crisi della visione laica rinascimentale
  4. Mutamenti nel rapporto tra intellettuali e potere
  5. Riflessione sui generi letterari
  6. Torquato Tasso: vita e opere

Transizione tra Rinascimento e Barocco

Caratterizza la seconda metà del ‘500. È una fase di transizione tra il Rinascimento e il Barocco. Il Manierismo porta a un’innovazione in campo artistico e letterario, e nasce dalla crisi dei valori e dal classicismo rinascimentale.

L’autore manierista più famoso fu Torquato Tasso, di cui considereremo solo la “Gerusalemme Liberata”.

Quadro storico e conflitti europei

Quadro StoricoIl sacco di Roma (i lanzichenecchi, all’insaputa di Carlo V, rimasti senza paga, mossero contro Roma saccheggiandola, perché sede del Papato, principale nemico della loro religione [protestantesimo]) creò numerosi sentimenti antispagnoli e questo portò alla cacciata dei Medici da Firenze nel 1527. Nel 1530, grazie all’intervento spagnolo i Medici tornano al governo delle assemblee repubblicane. La guerra tra francesi e spagnoli riprese e si finì nel 1559. La guerra ebbe tante fasi alterne di guerre e di paci:

1. 1529: Pace di Cambrau  stabilisce il controllo della Lombardia da parte degli spagnoli (Carlo V);

2. 1536: La guerra riprende  Francesco I attacca Carlo V e s’impadronisce della Lombardia;

3. 1544: Pace di Crepy  stabilisce che la Lombardia è sotto il dominio spagnolo;

4. 1552: Ripresa del conflitto  Alla morte di Francesco I, gli succedette Enrico II che muove un’offensiva contro gli spagnoli;

5. 1559: Pace di Cateau Cambresis  morto Carlo V nel 1556 il suo impero si divise in due: al fratello Ferdinando I andrà il Sacro Romano Impero e il figlio Filippo II avrà il controllo dell’Italia. Questa pace stabilisce i domini spagnoli in Italia che saranno validi fino al ‘700, anno in cui saranno conquistati dall’Impero Asburgico: Ducato di Milano, Ducato di Mantova, Regno di Napoli, Regno di Sicilia, Sardegna, il Piemonte era stato ceduto dai francesi, la Repubblica di Genova era libera, ma era importante perché tramite essa avvenivano gli scambi commerciali tra Spagna e Lombardia, la Repubblica di Venezia era svincolata dalla Spagna e quindi erano presenti sentimenti antispagnoli, il Granducato di Toscana che dal 1530 è annesso completamente ai Medici e che rispetto alla signoria di Firenze è più ampio perché ha conquistato nuovi territori in Toscana come il Ducato di Siena, lo Stato della Chiesa dove tra i pontefici e i vari re c’era un’alleanza. La Francia ottenne la Borgogna (regione dell’attuale Francia centrale), che da sempre era sotto il dominio spagnolo.

In Italia assistiamo a un processo di rifeudalizzazione, cioè un pregresso  un ritorno agli investimenti nel campo dell’agricoltura. Solo Venezia e Genova sono le uniche città che si dedicano al commercio. L’Italia resta fuori dalla colonizzazione che dagli inizi del ‘500 vede come protagonisti gli spagnoli, i portoghesi, gli olandesi, i francesi e gli inglesi che colonizzano il cosiddetto “Nuovo Mondo”: America del Nord, Centrale e del Sud (scoperta alla fine del ‘400). Mentre in questi Stati ciò porta a uno sviluppo anche dell’economia e del commercio, l’Italia resterà fuori da questo processo. Gli spagnoli, ad esempio conquisteranno gran parte dell’America, questo era un impulso all’economia e anche alla fortificazione della classe media.

Riforma e Controriforma

L’Europa diventa il campo di un’importante rivoluzione in campo religioso. All’inizio del 1517 Lutero affligge nella Chiesa di Wittenberg 95 tesi, nel quale sostiene che l’uomo può da solo ottenere la salvezza. L’esperienza religiosa diventa interiore, l’individuo non ha bisogno di mediazione per interpretare le Sacre Scritture. Per Lutero sono ammissibili solo tre sacramenti: il battesimo, l’eucarestia e la penitenza, perché solo di questi tre aveva parlato Cristo. Egli, inoltre, denuncia la corruzione della Chiesa avvenuta tramite la vendita delle indulgenze istituite da Papa Leone X (Giovanni de’ Medici). Questo provocò una grande spaccatura in Europa, perché da un lato c’erano i cattolici e dall’altro i protestanti (che assunsero vari nomi: in Germania si chiamarono luterani, in Francia calvinisti), e questo portò la Chiesa a una reazione: la Controriforma, che fu fatta attraverso:

1. il Concilio di Trento (Papa Paolo III), dal 1545 al 1563;

2. dall’istituzione di un tribunale dell’inquisizione a Roma che coordinava l’attività di altri tribunali che erano già nati in età imperiale in varie parti d’Europa. Da questo tribunale furono applicate delle torture contro gli eretici, costretti ad abiurare le proprie idee;

3. la creazione dell’Indice dei libri proibiti (furono bruciati il Decameron di Boccaccio e il Principe di Machiavelli --> annulla ogni nesso tra politica ed etica. Secondo Machiavelli, il principe deve cercare di essere magnanimo, religioso, onesto, ma in realtà i doveri di principe non gli permettono di possedere nessuna di queste virtù);

4. la formazione di compagnie, in particolare quella dei Gesuiti. La compagnia dei Gesuiti fu creata da Ignazio di Loyola, uno spagnolo, ex militare che prese i voti. Fu creata, in verità, prima del Concilio di Trento, nel 1540. Fu uno strumento importante di penetrazione d’ideali cattolici nella società. L’azione della Compagnia dei Gesuiti si realizzò attraverso missioni nelle terre colonizzate e nelle Americhe del Nord e del Sud e attraverso la nascita d’istituti educativi, caratterizzati da un programma di studi severo, e attraverso queste istituzioni educative, i Gesuiti, potevano far penetrare i valori cattolici nei soggetti. Uno dei principi dei Gesuiti è quello dell’obbedienza dei superiori e quello di rispettare le gerarchie ecclesiastiche.

All’inizio del Concilio di Trento si formarono due fazioni: quella dei transigenti  avrebbero voluto una riconciliazione con le istanze dei riformisti; e quella degli intransigenti  erano contrari alla riconciliazione. Alla fine vinse la corrente degli intransigenti che affermava che la Chiesa è l’unica che può dare la salvezza ed è l’unica che può interpretare le Scritture. Veniva prestabilito che i Sacramenti erano sette e non tre. Il latino è riconosciuta lingua ufficiale, al contrario di quello che sosteneva Lutero, che traducendo la Bibbia in tedesco, voleva che quest’ultima divenisse una lingua riconosciuta.

Crisi della visione laica rinascimentale

I fattori che determinano la crisi della visione laica rinascimentale sono:

1. la controriforma genera un maggior controllo sulla cura e sull’attività degli artisti, questi hanno minore espressione artistica e letteraria e questo porta con sé la crisi di quell’idea laica, che si era affermata nel Rinascimento, e che valorizzava l’azione e la ragione dell’uomo, questa visione, adesso, è soffocata da una visione completamente dogmatica e cattolica, che reprime e mortifica tutte le istanze e le azione umane;

2. la scoperta del “Nuovo Mondo” e la sua colonizzazione, con queste, l’uomo perde la sua centralità, perché lo scoprire che il mondo è molto più vario di come lo si immaginava, dà un senso di smarrimento;

3. la rivoluzione copernicana, perché in campo scientifico Copernico aveva affermato una nuova teoria: l’eliocentrismo (sole al centro della Terra);

4. la dominazione straniera, che fa evincere la precarietà dell’uomo

Nel Rinascimento non si ha una visione pienamente ottimistica, abbiamo visto autori come Ariosto e Machiavelli, che avevano la consapevolezza dei limiti dell’uomo o di ciò che di negativo c’è nel mondo, ma nonostante questa consapevolezza c’è una risposta positiva: Ariosto sa che la vita dell’uomo è in balia del caso e dei propri desideri, ma nonostante ciò l’uomo continua ad agire; tutto questo si traduceva nell’Autore nella composizione di un’opera armonica, lui riesce a trovare un distacco dalla materia che racconta la quale non è tradotta dai sentimenti che esprime, ma li domina e questa era una caratteristica del Rinascimento. Anche Machiavelli è consapevole del male che è nel mondo e cerca una soluzione, attraverso la nascita dei principati. La visione pessimistica che pure non era stata lontana agli autori rinascimentali, diventa, nel manierismo, dominante: le paure, la crisi delle certezze, le insicurezze legate alle guerre, ai conflitti religiosi, all’azione repressiva della Chiesa, questo prende il sopravvento e si riflette in un’arte dai toni molto più cupi, un’arte che perde il senso dell’equilibrio, il senso dell’armonia e la naturalezza, che erano state proprie nell’arte rinascimentale, a queste si sostituisce l’artificiosità, una caratteristica del Manierismo, ad esempio si stabiliscono regole ben precise e precetti cui bisogna attenersi nella realizzazione di qualsiasi opera artistica e letteraria. Il seguire la regola e l’artificio prende il sopravvento sulla libertà d’espressione, diventano come un riferimento per chi li ha perduti (riferimenti) nella realtà.

È un fenomeno letterario che partecipa del vecchio (Rinascimento) senza conservarne lo spirito e che tende al nuovo senza istituirlo. È il riflesso letterario di una profonda crisi storica e culturale che non trova ancora una forma autonoma e originale d’espressione, come sarà quella barocca, e deve fare i conti con i modelli di un passato, quello rinascimentale, che in parte sente proprio e in parte non riconosce più. Si perde il senso profondo dell’armonia e dell’equilibrio che ispirò i grandi del rinascimento, la visione del mondo si fa più cupa, più forte è l’esigenza d’introspezione, più acuta la sensibilità per i conflitti interiori, morali ed esistenziali, più netto il senso per la drammaticità del vivere, il tormento religioso.

Tutto questo trova espressione in forme irregolari, perché è l’uomo stesso che vive una disarmonia rispetto al mondo che lo circonda.

Mutamenti nel rapporto tra intellettuali e potere

Nella seconda metà del ‘500, in Italia, muta anche il rapporto tra intellettuali e potere. Nei centri di potere (nelle corti) i signori sono sempre meno inclini a favorire le arti (si perde il mecenatismo), quindi dopo l’illusione, vissuta nell’età precedente, di poter essere fautori di un rinnovamento di una vita politica e civile, e dopo l’illusione di poter divenire consiglieri dei principi e avere la facoltà di incidere nella realtà con i propri consigli (come voleva Machiavelli), adesso gli intellettuali si rifugiano in una vita distaccata, nelle accademie o nelle corti dove si mostrano ossequiosi e allineati alla volontà del signore e dove scrivono opere che sono fine a se stesse, espressioni di bravura e di capacità letterarie, perché sanno che non possono incidere sulla realtà circostante e anche perché viene meno la fiducia di un cambiamento.

Riflessione sui generi letterari

Nell’artificiosità la realtà nel suo carattere così mutevole è considerata non rappresentabile in sé, quindi se ne può rappresentare solo un’immagine filtrata attraverso modelli e la rigida applicazione di norme e precetti letterari. Dalla metà del ‘500 si avvia una riflessione sui generi letterari, finalizzata a definire una chiara classificazione dei generi letterari. Di ogni genere letterario sono definiti temi, forme, modelli (insieme di norme) e in questa riflessione sui generi letterari ebbe importanza la riscoperta della “Poetica” di Aristotele, grande filosofo greco vissuto nel IV secolo a. C. Quest’opera era un trattato sulla commedia e sulla tragedia, ed era fondata sulle norme che deve seguire lo scrittore. Nella parte che ci è giunta, Aristotele indica il principio sull’unità d’azione, cioè la vicenda doveva svolgersi in modo coerente dall’inizio alla fine, questo è il principio della tragedia. Questo principio fu interpretato come una rigida regola che per i trattatisti del ‘500 fu vista oltre che un’unita d’azione, un’unità di tempo e un’unità di luogo. Mentre Aristotele applicava questo principio solo alla tragedia, altri lo applicavano all’epica, proprio per questo si ebbe un dibattito sull’Orlando Furioso di Ariosto. Quali caratteristiche doveva avere un poema epico? Si crearono due fazioni:

1. I critici che osservavano la distanza dal poema di Ariosto dall’epica classica (Odissea, Eneide) e la mancanza del rispetto dell’unità d’azione; osservano, inoltre, l’incongruenza tra il titolo (che mette al centro Orlando il Furioso) e il tema (al centro la guerra tra cristiani e saraceni) --> abbondava l'elemento magico di provenienza pagana contrario ai dettami della spiritualità cristiana;

2. I difensori dell’Orlando Furioso, secondo loro l’opera non doveva essere valutata alla luce del confronto con l’epica classica, ma con la sua originalità e la sua novità, cioè nel suo essere un poema cavalleresco.

A seguito di questo dibattito vengono realizzate delle opere epiche che riflettono i due diversi orientamenti: i difensori compongono diversi poemi cavallereschi e Francesco Berni tradusse in toscano, adeguandolo ai nuovi dettami linguistici, l’Orlando Innamorato di Boiardo (Corte estense --> Ferrara); Tasso compone “La Gerusalemme Liberata”, protagonisti dell’opera non saranno eroi pagani ma eroi cristiani, questo è un poema epico cavalleresco diverso che si avvicina al poema epico classico, altra opera rappresentativa dei critici fu “L’Italia liberata dai Goti” scritta da Giangiorgio Trissino nel 1527. L’opera ha come modello l’Iliade e tratta un argomento storico: le vicende dell’Italia del VI secolo d.C., che è liberata dai Goti dall’imperatore Giustiniano. L’opera mantiene l’unità d’azione e sostituisce il mondo degli eroi pagani con il mondo degli eroi cristiani e per prendere ancor di più le distanze dal poema cavalleresco sostituisce l’ottava con endecasillabi sciolti, ma mantiene alcuni aspetti essenziali come gli elementi msgici e le storie d'amore. L’opera del padre di Torquato Tasso, Bernardo Tasso, intitolata “Amadigi di Gaula” un’opera epica composta nel 1560. Protagonista dell’opera è un eroe cristiano, finalità di questa è quella di dilettare (si avvicina ad Ariosto), ma alla fine lascia spazio alla moralità.

Questa tendenza precettistica caratterizza anche i comportamenti della vita di corte e favorì l’irrigidimento del codice di comportamento. “Il Galateo” di Giovanni Della Casa, fissa rigidamente i comportamenti che deve seguire chi vive dentro la corte. Prima di quest’opera però era già presente “Il Cortigiano”, scritta agli inizi del ‘200 da Baldassarre Castiglione, che spiegava quali comportamenti dovesse tenere il cortigiano.

Torquato Tasso: vita e opere

Torquato TassoNacque nel 1544 a Sorrento, da Bernardo Tasso, un poeta e un cortigiano al servizio del duca di Sorrento e da Porzia De Rossi, una nobildonna toscana. La vita di Tasso si può dividere in 5 fasi:

1. 1544-1565: anni della formazione culturale: a 8 anni è costretto a lasciare Napoli (il padre era al servizio del duca di Napoli, ma viene allontanato dal viceré spagnolo) e segue il padre a Roma, è costretto così a separarsi dalla madre che morirà quattro anni dopo. Questo avvenimento segnò la sua vita. A Roma continua la sua formazione, i suoi studi, presso i Gesuiti, poi si sposta a Venezia, a Bologna e a Padova. In questi anni comincia a scrivere, a Venezia, un abbozzo di un poema sulla prima crociata, che intitola “Gierusalemme”. Compone e pubblica nel 1562 un poema cavalleresco: “Rinaldo”.

2. 1565-1575: anni dei capolavori: sono gli anni in cui Tasso è al servizio presso il signore di Firenze, nel 1565, infatti, entra al servizio del Cardinale Luigi D’Este e poi nel 1572 passa al servizio del duca Alfonso D’Este e sono anche gli anni di attività letteraria, Tasso scrive:

• “Aminta”. Il genere letterario di quest’opera è il dramma pastorale: si mette in scena ciò che è stato scritto che è stato ambientato in ambiente pastorale;

• “Goffredo” che completa nel 1575.

3. 1575-1579: anni della crisi: Tasso in questi anni è preso da forti preoccupazioni sui valori morali, estetici e religiosi che sono insite nella sua opera, il “Goffredo”. Egli la sottopone ad amici letterati e teologi dicendosi disponibile ai suggerimenti che potevano dargli, ma e riceve innumerevoli critiche e questo genera in lui una grande amarezza e si sente incompreso e decide, quindi, di presentare l’opera al tribunale dell’Inquisizione di Bologna autoaccusandosi di essere un eretico. Non successe nulla, il Tribunale non prese nessun provvedimento. Essendo depresso, Tasso, inizia a viaggiare per l’Itali, rientrando a Ferrara nel 1579 cercando di attirare le attenzioni del signore Alfonso D’Este, che era impegnato nei preparativi delle sue terze nozze. Tasso non sentendosi compreso, cominciò ad inveire (attacchi verbali) contro il duca, quest’ultimo lo allontanò dalla corte, facendolo rinchiudere nell’Ospedale di Sant’Anna, considerandolo pazzo, perché era diventato un personaggio imbarazzante da quando si era autoaccusato eretico.

4. 1579-1586: anni di reclusione: in questi anni, Tasso, scrisse molte lettere ad amici, a signori di altre corti per giustificare la sua innocenza e per cercare aiuto. Scrisse dei dialoghi (consente all'autore di trattare temi di svariata natura: autobiografici, filosofici, morali, civili, quotidiani) e delle liriche (Tasso si cela dietro il nome di "Forestiero Napolitano"). Il “Goffredo” verrà pubblicato nel 1580, nella prima edizione della “Gerusalemme Liberata”, la seconda edizione di quest’ultima sarà pubblicata nel 1581. Tasso quando viene a sapere che il suo poema era stato pubblicato con il nome di “Gerusalemme Liberata” restò molto dispiaciuto, perché la sua opera era incompleta. Nel 1584, Scipione Gonzaga, pubblica, a Mantova, una terza edizione dell’opera, che sarà la più famosa.

5. 1586-1595: ultima fase: Tasso fu liberato grazie all’intervento del duca Vincenzo Gonzaga che lo volle nella sua corte di Mantova. Poi andò a Roma e a Napoli, ospite presso conventi e nobili protettori, in questi ambienti scrisse un’opera di teoria letteraria e di argomento religioso (religiosità vissuta con timore): i “Discorsi sull’Arte Poetica”. Nel 1593 pubblicò a Roma il rifacimento del suo poema, dal titolo “Gerusalemme Conquistata” (ridimensionando il ruolo degli elementi magici e le storie d'amore, divenne un'opera non solenne come "Gerusalemme Liberata") e l’anno successivo compose un discorso sul poema eroico. Il 25 Aprile 1595, poiché molto malato morì a Roma nel convento di Sant’Onofrio, dove fu sepolto.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali della transizione tra Rinascimento e Barocco?
  2. La transizione tra Rinascimento e Barocco, caratterizzata dal Manierismo, porta a innovazioni artistiche e letterarie, nascendo dalla crisi dei valori e del classicismo rinascimentale. Torquato Tasso è un autore manierista di rilievo, noto per la "Gerusalemme Liberata".

  3. Quali furono le principali conseguenze del sacco di Roma del 1527?
  4. Il sacco di Roma del 1527 generò sentimenti antispagnoli e portò alla cacciata dei Medici da Firenze. Tuttavia, nel 1530, grazie all'intervento spagnolo, i Medici tornarono al potere.

  5. Come influenzò la Riforma protestante la società europea del XVI secolo?
  6. La Riforma protestante, iniziata da Lutero nel 1517, portò a una spaccatura religiosa in Europa tra cattolici e protestanti, provocando la Controriforma cattolica, che includeva il Concilio di Trento e l'istituzione dell'Indice dei libri proibiti.

  7. Quali fattori contribuirono alla crisi della visione laica rinascimentale?
  8. La crisi della visione laica rinascimentale fu causata dalla Controriforma, dalla scoperta del Nuovo Mondo, dalla rivoluzione copernicana e dalla dominazione straniera, che portarono a una visione più pessimistica e dogmatica.

  9. Quali furono le principali opere di Torquato Tasso e come si sviluppò la sua carriera?
  10. Torquato Tasso, nato nel 1544, è noto per opere come "Aminta" e "Gerusalemme Liberata". La sua carriera fu segnata da crisi personali e critiche, culminando nella pubblicazione della "Gerusalemme Conquistata" poco prima della sua morte nel 1595.

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