Concetti Chiave
- Il Cinquecento fu un secolo di intensa produzione letteraria e artistica, segnato da una cultura laica e centrata nelle corti.
- Il Rinascimento, prima fase del Cinquecento, promuove l'umanesimo e l'antropocentrismo, con l'uomo al centro della vita e della conoscenza.
- Ariosto e Machiavelli sono figure chiave del Rinascimento, rispettivamente con "Orlando Furioso" e "Il Principe", opere che esplorano la natura umana e la politica.
- Il Manierismo, seconda fase del Cinquecento, è influenzato dalla Controriforma, con un controllo culturale rigido da parte della Chiesa che limita la libertà intellettuale.
- Torquato Tasso rappresenta il Manierismo con la "Gerusalemme liberata", opera che riflette l'influenza della Chiesa attraverso un rigido classicismo formale.
Indice
La cultura del Cinquecento
Il secolo del Cinquecento fu un secolo ricchissimo sul piano della produzione letteraria e artistica: fu una cultura fondamentalmente laica che ebbe nelle corti i suoi principali centri di produzione. Dobbiamo distinguere due momenti differenti del Cinquecento: il Rinascimento e il Manierismo. A contraddistinguere questo secolo è il classicismo, ossia la tensione verso l’equilibrio e la perfezione formale, ricercati adattando i modelli classici al tempo, e la tendenza alla codificazione ossia a fissare codici e regole di comportamento letterario secondo le leggi aristoteliche per conseguire l’eccellenza in poesia.
Di qui il principio dell’imitazione.Rinascimento e antropocentrismo
Il primo periodo, quello del Rinascimento, è caratterizzato dall’umanesimo, che proponeva l’antropocentrismo: il cardine di tutte le cose non è più Dio ma è l’uomo, pieno di potenzialità, padrone della propria esistenza, chiamato a dar prova del proprio ingegno nelle circostanze della vita. Ciò non esclude però che ci sia chi mette a nudo, anche se con tono ironico, la natura imperfetta dell’uomo come Ariosto, o chi dalla assidua riflessione sugli scritti degli antichi, ricava esempi per l’agire politico come Machiavelli.
Grandi del Rinascimento
Tra i grandi del Rinascimento troviamo:
-Ariosto con l’Orlando Furioso che trasformò la materia cavalleresca, che era genere di largo consumo negli ambienti cortigiani e popolari, in una sorta di racconto fantastico nel quale viene catapultato l’uomo, la sua natura, i suoi comportamenti, svelando e contemporaneamente accettando l’irrazionale con leggera ironia;
-Nicolò Machiavelli con il Principe che diede avvio alla trattatistica della politica moderna, traendo esempio dalla storia e dalle circostanze del presente con il metodo dell’induttività, e che propone un modello di governo per lo stato. Machiavelli fu il primo a fondare la politica come scienza autonoma dalla morale religiosa o da qualsiasi interesse di parte;
-Francesco Guicciardini il quale si definisce realista accusando Machiavelli di esser un utopista. Ha una visone sfiduciata della vita, in quanto viene influenzato dal famoso Sacco di Roma. Egli sostiene la validità del “particulare” ossia il tornaconto personale, i propri interessi, scopi o progetti che portano al benessere comune.
Manierismo e Controriforma
Il secondo periodo, quello del Manierismo, è radicalmente differente dal primo. La Chiesa dopo il Concilio di Trento attua la Controriforma che si ostinava a controllare e indirizzare lo sviluppo della cultura con la crescente perdita di potere e autonomia degli intellettuali laici. Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei libri furono alcuni degli aspetti del regime del terrore attuato dalla Chiesa. L’esercizio dell’ortodossia fece venir meno gli stimoli culturali e innovatori che avevano animato il Rinascimento. La civiltà rinascimentale italiana aveva ormai perso la sua creatività e si stava adagiando in uno stanco ideale di decoro formale. Ogni autentico interesse ed entusiasmo erano ormai tramontati ed anche l'arte da sorgente viva della coscienza, si cristallizzava in un classicismo formale, fondato su una minuta, e pedante precettistica.
L’intellettuale che, con le sue irrequietudini e attraverso temi e soluzioni stilistiche nuove, meglio interpretò questa età fu Torquato Tasso con la Gerusalemme liberata, ricca di artifici che seguono i modelli ben precisi di un rigoroso schema dettato dalla Chiesa.
Domande da interrogazione
- Quali sono i due momenti distinti del Cinquecento?
- Come viene descritto l'antropocentrismo nel Rinascimento?
- Chi sono alcuni dei grandi del Rinascimento menzionati nel testo?
- Quali furono le conseguenze della Controriforma sul Manierismo?
- Chi è l'intellettuale che meglio interpretò il Manierismo e con quale opera?
Il Cinquecento si distingue in due momenti: il Rinascimento, caratterizzato dall'umanesimo e dall'antropocentrismo, e il Manierismo, influenzato dalla Controriforma e dalla perdita di autonomia degli intellettuali laici.
L'antropocentrismo del Rinascimento pone l'uomo al centro dell'universo, considerandolo padrone della propria esistenza e capace di dimostrare il proprio ingegno, in contrasto con la centralità di Dio.
Tra i grandi del Rinascimento ci sono Ariosto, con l'Orlando Furioso, Machiavelli, con Il Principe, e Francesco Guicciardini, noto per la sua visione realista e critica verso Machiavelli.
La Controriforma portò a un controllo più rigido della cultura da parte della Chiesa, riducendo l'autonomia degli intellettuali e portando a una perdita di creatività e innovazione rispetto al Rinascimento.
Torquato Tasso è l'intellettuale che meglio interpretò il Manierismo con la sua opera "Gerusalemme liberata", caratterizzata da artifici stilistici e un rigoroso schema dettato dalla Chiesa.