Concetti Chiave
- Le Prose della volgar lingua di Bembo, pubblicate dopo anni di lavoro, sono strutturate in tre libri dialogici che promuovono una lingua letteraria basata sugli autori fiorentini trecenteschi.
- Nel primo libro, Bembo rivendica la dignità del volgare come lingua letteraria, ispirandosi a Petrarca per la poesia e a Boccaccio per la prosa.
- Il secondo libro consolida la tesi di Bembo, mentre il terzo, più ampio, funge da sezione grammaticale dell'opera.
- Bembo esclude la Commedia di Dante dal canone per il suo uso di tratti realistici, evidenziando l'imitazione dei classici come ideale estetico.
- La collaborazione con Aldo Manuzio per la stampa e diffusione dei classici italiani contribuisce a definire un canone letterario e linguistico significativo.
Indice
La pubblicazione delle Prose
Bembo giunge alla pubblicazione delle Prose della volgar lingua dopo un lavoro di diversi anni iniziato tra il 1506 e il 1512 e completato intorno al 1524.
Struttura e contenuto del trattato
Il trattato, impostato in forma di dialogo, è diviso in tre libri. Nel I si rivendica la dignità del volgare, che non deve essere però il fiorentino contemporaneo né la lingua cortigiana, ma una lingua letteraria modellata sugli autori fiorentini trecenteschi: Petrarca per la poesia, Boccaccio per la prosa.
Il libro II è dedicato al consolidamento della tesi bembiana, mentre il libro III, più ampio, costituisce la sezione propriamente grammaticale dell’opera.Progetto culturale e imitazione
Con le Prose Bembo non si limita a fornire un insieme di norme grammaticali, ma le inserisce nel quadro di un più vasto progetto culturale che individua nell’imitazione degli antichi il presupposto per la realizzazione di un ideale estetico. Le Prose sono dunque espressione di un’idea di letteratura come imitazione dei classici. Ne deriva la selezione di un canone significativo, nel quale colpisce soprattutto la marginalizzazione della Commedia di Dante, esclusa da Bembo per l’uso eccessivo di tratti realistici, anche sotto il profilo linguistico.
Influenza e diffusione delle teorie
Di notevole rilievo al fine della codificazione linguistica e della diffusione del petrarchismo sarà la diffusione della stampa. Non a caso negli anni veneziani Bembo collaborò con il tipografo-editore Aldo Manuzio in vista di un progetto di politica culturale destinato a riscuotere favore e consenso fra gli intellettuali del tempo. Per i tipi “aldini” (così sono definiti gli esemplari a stampa editi dalla tipografia manuziana) Bembo ideò e curò personalmente una collana di classici italiani (fra cui Dante e Petrarca) destinata a definire e consolidare un canone letterario e linguistico. Le teorie di Bembo influenzarono anche le opere dei maggiori autori del tempo: significativo è il caso di Ludovico Ariosto che sottopone a revisione il suo Orlando furioso prima dell’edizione definitiva (1532), seguendo le norme delle Prose.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale delle "Prose della volgar lingua" di Bembo?
- Come si struttura il trattato delle "Prose della volgar lingua"?
- Qual è stata l'influenza delle teorie di Bembo sulla letteratura del tempo?
Il tema principale delle "Prose della volgar lingua" di Bembo è la dignità del volgare come lingua letteraria, modellata sugli autori fiorentini trecenteschi come Petrarca e Boccaccio, e non sul fiorentino contemporaneo o la lingua cortigiana.
Il trattato è diviso in tre libri: il primo rivendica la dignità del volgare, il secondo consolida la tesi bembiana, e il terzo è una sezione grammaticale più ampia.
Le teorie di Bembo hanno influenzato la codificazione linguistica e la diffusione del petrarchismo, coinvolgendo anche autori come Ludovico Ariosto, che ha rivisto il suo "Orlando furioso" seguendo le norme delle "Prose".