Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il trattato, scritto tra il 1512 e il 1538, è un dialogo ambientato a Venezia con interlocutori illustri come Giuliano de’ Medici e Federico Fregoso.
  • Il primo libro esplora le origini del volgare, evidenziando l'influenza del latino e del provenzale sulla letteratura italiana e la superiorità del fiorentino letterario.
  • Il secondo libro discute i concetti di gravità e piacevolezza, mettendo in risalto l'eccellenza di Petrarca nell'armonizzare entrambi i registri linguistici.
  • La "variazione" è presentata come un principio estetico di alternanza stilistica per evitare monotonia e raggiungere l'armonia, come dimostrato da Petrarca.
  • Il terzo libro offre una grammatica della lingua italiana, concentrandosi sulla lingua toscana letteraria come modello di perfezione stilistica.

Indice

  1. Contesto e protagonisti del dialogo
  2. Struttura e contenuti del primo libro
  3. Analisi del secondo libro
  4. Contenuti del terzo libro
  5. Principio della variazione e concinnitas

Contesto e protagonisti del dialogo

È un trattato, redatto sotto forma di dialogo, composto e ritoccato più volte fra il 1512 e il 1538. Lo scrittore finge che il dialogo abbia luogo a Venezia, prima del 1503 e vede come interlocutori:

1) Giuliano de’ Medici, uno dei figli di Lorenzo il Magnifico, poi duca di Nemours

2) Federico Fregoso, un amico di Pietro Bembo, arcivescovo di Salerno e successivamente cardinale

3) Ercole Strozzi, un poeta di latino, originario di Ferrara e confidente di Lucrezia Borgia presso gli Estensi

4) Carlo Bembo, fratello minore dello scrittore

La dedica è indirizzata a Giulio de’ Medici

L’opera è divisa in tre libri:

Struttura e contenuti del primo libro

1) Il primo libro tratta delle origini del volgare nei suoi rapporti con il latino e con il provenzale, di cui lo scrittore riconosce l’influenza sulla produzione letteraria italiana. Tratta anche della natura e delle caratteristiche del volgare e il Bembo espone la propria convinzione sull’eccellenza del fiorentino letterario e della necessità dell’imitazione da parte dei migliori scrittori.

Analisi del secondo libro

2) Nel secondo libro, troviamo le considerazioni di tipo retorico e stilistico e in particolare il concetto di gravità, di piacevolezza e di “variatio”. L’estetica che il Bembo propone privilegia il modello petrarchesco e del Boccaccio. Infine, passa confrontare Dante con Petrarca che si risolve a favore di quest’ultimo

Contenuti del terzo libro

3) Il terzo libro contiene una vera e propria grammatica della lingua italiana, ossia della lingua toscana letteraria

Si tratta di due registri linguistici che, spesso, costituiscono anche un criterio di valutazione estetica di un testo. Essi si raggiungono con un certo numero di caratteristiche formali relative al suono, al numero (aspetti fonici, ritmici e quantitativi di un testo). Lo scrittore riporta l’esempio di Cino da Pistoia che eccelleva nelle composizioni piacevoli; invece Dante si è distinto nelle composizioni gravi, mentre il Petrarca ha raggiunto l’eccellenza in entrambe. La caratteristica globale di un testo è determinata dalla proporzione fra gravità e piacevolezza, tale comunque da sfuggire agli eccessi.

Principio della variazione e concinnitas

Nel secondo libro, per bocca di Federico Fregoso, il Bembo espone il principio della “variazione”. Il principio su cui si basa la variazione è una forma armonica fra gravità e piacevolezza a cui si aggiunge una alternanza nelle scelte lessicali, sintattiche, retoriche e stilistiche. Per evitare la monotonia, è necessario che in un testo letterario le componenti siano continuamente variate. In tal si evita che il lettore sia preso da noia e soprattutto per poter raggiungere l’equilibrio che, per l’uomo del Rinascimento, resta sempre il segreto e l’obiettivo di qualsiasi opera d’arte. La variazione di artifici e dei registri stilistici, compiuta in modo sistematica e a diversi livelli, contribuisce anche alla creazione della concinnitas, ossia di quell’armonia temperata che caratterizza l’opera di Petrarca. La concinnitas si ottiene disponendo nella frase in modo adeguato i suoni e le parole, ottenendo, così, nello stesso tempo eleganza e semplicità. Per il Bembo, Petrarca è il massimo esponente della letteratura italiana che ha saputo raggiungere l’armonia stilistica perché capace di fondere in modo armonico tutti i livelli della scrittura (sintattico, metrico, ritmico, fonico e di timbro).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto e chi sono i protagonisti del dialogo descritto nel testo?
  2. Il dialogo è un trattato redatto tra il 1512 e il 1538, ambientato a Venezia prima del 1503, con protagonisti Giuliano de’ Medici, Federico Fregoso, Ercole Strozzi e Carlo Bembo.

  3. Di cosa tratta il primo libro dell'opera?
  4. Il primo libro discute le origini del volgare in relazione al latino e al provenzale, e sostiene l'eccellenza del fiorentino letterario e la necessità della sua imitazione.

  5. Quali sono i temi principali del secondo libro?
  6. Il secondo libro si concentra su considerazioni retoriche e stilistiche, introducendo il concetto di gravità, piacevolezza e “variatio”, e confronta Dante con Petrarca, favorendo quest'ultimo.

  7. Cosa contiene il terzo libro dell'opera?
  8. Il terzo libro presenta una grammatica della lingua italiana, in particolare della lingua toscana letteraria, e discute i registri linguistici come criteri di valutazione estetica.

  9. Cos'è il principio della variazione e come si collega alla concinnitas?
  10. Il principio della variazione, esposto da Federico Fregoso, si basa sull'armonia tra gravità e piacevolezza, con alternanza lessicale e stilistica per evitare la monotonia, contribuendo alla concinnitas, l'armonia stilistica esemplificata da Petrarca.

Domande e risposte

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