Concetti Chiave
- Luigi Groto, noto come il Cieco d'Adria, è un poeta cinquecentesco famoso per l'estrema artificiosità dei suoi sonetti, che includono giochi di parole e letture palindromiche.
- Nonostante l'ispirazione petrarchesca, Groto cerca di modernizzare il codice poetico dell'epoca, spingendo i limiti dell'imitazione con tecniche innovative.
- Nei suoi sonetti, Groto sfida i dogmi tradizionali dell'amore, presentando l'amore come fonte di virtù e non di sofferenza, attraverso strutture paradossali e antitetiche.
- I sonetti di Groto sono caratterizzati da versi retrogradi, che mantengono lo schema metrico e rimico del sonetto pur invertendo significati, offrendo letture opposte.
- L'artificio letterario di Groto solleva dubbi sulla verità apparente delle sue affermazioni, creando un'illusione speculare che mette in crisi le tradizioni letterarie petrarchesche.
Indice
Luigi Groto e la sua poetica
Luigi Groto è un poeta della seconda metà del Cinquecento. Originario di Adria e colpito fin dalla nascita dalla cecità, veniva chiamato anche il Cieco d’Adria. I suoi sonetti sono ricordati per l’estrema artificiosità come comporre testi che contengono tutte parole che iniziano con la “d” o termini correlati a due o tre parole base o che possono essere letti da destra a sinistra e da sinistra a destra, ecc. Anche se il lessico e i temi si ispirano comunque al Petrarca, l’interesse dello scrittore tende ad altro e l’imitazione del Petrarca è solo meccanica e parziale. Esso costituisce l’esempio del gusto di un’epoca che, nell’illusione di voler continuare un codice poetico o forse nell’impossibilità di sostituirlo, cerca di renderlo più moderno con i mezzi che ha a disposizione.
Critica e innovazione nei sonetti
Un critico letterario. Edoardo Taddeo a scritto che il sonetto costituisce senza dubbio uno dei vertici raggiunti dall’impulso acrobatico del poeta d’Adria
Amore e paradosso nel sonetto
Il poeta afferma che Amore dona saggezza e fortezza a chi ama, invece di togliere queste virtù; che arreca un vantaggio e non danno o sofferenza, che spinge al bene e non al male, che procura onore e fama e non li fa perdere e così di seguito. L’amore legato alla sofferenza e che distoglie dalla virtù costituivano uno dei dogmi della dottrina d’amore, fondati sul pensiero del Petrarca e che non erano mai stati messi in discussione. Invece, con questo sonetto, il Groto capovolge questi principi tradizionali, ossia i temi comuni della letteratura amorosa e in particolare quello dei “danno d’Amore”.
Artificiosità e struttura del sonetto
Per questo motivo, si può affermare che la struttura del componimento è quella del paradosso e presenta due caratteristiche: 1) si estende su tutta la lunghezza del sonetto 2) ogni affermazione si presenta sotto forma di antitesi. Infatti, sette versi contengono una proposizione antitetica e altri sette ne contengono due, per un totale di ventuno
Lettura retrograda e significato
Ma l’artificiosità va molto oltre. Come scrive l’autore stesso in una sorta di indice commento, il sonetto è retrogrado, cioè ogni verso può essere letto da sinistra a destra e da destra verso sinistra; in quest’ultima ipotesi, acquista il significato opposto, ma la norma metrica dell’endecasillabo non viene modificata e lo schema delle rime tipiche del sonetto è invariato (ABBA, ABBA, CDC, DCD)
Esempio
Lettura da sinistra a destra:
• Fortezza e senno Amor dona, non tolge: [= l’Amore non toglie la forza e
la ragione, ma ne fa dono a chi ama]
Lettura da destra a sinistra:
• Tolge, non dona Amor senno e fortezza: [a chi ama l’Amore non fa dono
della forza e della ragione, ma le toglie]
Confutazione e gioco di specchi
Il significato viene capovolto, riprendendo punto per punto le accuse che la tradizione ha sempre rivolto alla passione amorosa. Si tratta, quindi di una confutazione all’interno di una confutazione per cui è legittimo chiedersi se il poeta volesse prendere partito per un’idea o prendere in giro il lettore. Un altro artificio è quello di aver collocato sempre fra due verbi, due sostantivi o due aggettivi (in costruzione antitetica) l’avverbio di negazione “non” che può essere assegnato alla parola precedente o alla seguente, posponendo, però la virgola. Applicando questo artifizio si arriva a due altri modi di lettura:
• Fortezza e senno Amor dona non, tolge:
• Tolge non, dona Amor senno e fortezza:
In pratica, si hanno due modi per biasimare l’amore e due modi per lodarlo
La maniera con cui è congeniato il sonetto ci fa pensare ad un gioco di specchi che si rimandano delle immagini, ma invertite. Pertanto se a prima vista il testo si presenta un capovolgimento dei dogmi del Petrarca e quindi come una prova di una tradizione letteraria entrata in crisi, il passaggio dall’affermazione alla negazione mette in dubbio l’esistenza della verità che il poeta stesso sostiene inizialmente e la realtà ne risulta molto compromessa.
Domande da interrogazione
- Chi era Luigi Groto e quale era la sua particolarità come poeta?
- In che modo Luigi Groto innovava nei suoi sonetti rispetto alla tradizione petrarchesca?
- Quali sono le caratteristiche strutturali del sonetto di Groto?
- Come si manifesta l'artificiosità nei sonetti di Groto?
- Qual è l'effetto del "gioco di specchi" nei sonetti di Groto?
Luigi Groto, noto come il Cieco d'Adria, era un poeta del Cinquecento famoso per l'artificiosità dei suoi sonetti, che includevano giochi di parole e letture retrograde.
Groto innovava capovolgendo i dogmi tradizionali dell'amore, presentando l'amore come fonte di saggezza e forza, in contrasto con la sofferenza e la perdita di virtù tipiche della tradizione petrarchesca.
Il sonetto di Groto è caratterizzato da una struttura paradossale, con affermazioni antitetiche che si estendono su tutta la lunghezza del componimento, e può essere letto sia da sinistra a destra che viceversa, mantenendo la metrica e lo schema delle rime.
L'artificiosità si manifesta attraverso la possibilità di lettura retrograda, dove ogni verso può essere letto in entrambi i sensi, cambiando il significato senza alterare la metrica, e l'uso di antitesi e negazioni strategiche.
Il "gioco di specchi" crea un effetto di confutazione e ambiguità, mettendo in dubbio la verità delle affermazioni iniziali e riflettendo una crisi della tradizione letteraria, con immagini invertite che sfidano la percezione del lettore.