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Concetti Chiave

  • Erasmo e Machiavelli rappresentano visioni politiche opposte: Erasmo promuove un'etica cristiana, mentre Machiavelli sostiene la laicità e la stabilità dello Stato.
  • Entrambi riconoscono l'influenza dell'imponderabile nelle vicende umane, ma differiscono nel modo di gestirlo.
  • Erasmo vede la pazzia come una saggezza autentica, che permette un contatto reale con la vita attraverso le passioni.
  • Machiavelli sposta l'imprevedibilità dalla Provvidenza al caso, sostenendo che l'uomo possa controllarlo con la virtù.
  • Le loro concezioni della fortuna sono opposte: per Machiavelli è una forza da dominare, mentre per Erasmo è una forza da assecondare.

Indice

  1. Contrasti tra Erasmo e Machiavelli
  2. La pazzia come saggezza in Erasmo
  3. Divergenze sulla fortuna e il caso

Contrasti tra Erasmo e Machiavelli

Il ruolo svolto da Erasmo nella formazione del pensiero moderno emerge anche dal suo rapporto con Machiavelli. Sul piano politico i due autori si collocano agli antipodi: la visione del filosofo olandese, secondo cui l’azione del buon principe non può che essere ispirata agli autentici valori cristiani, è orientata a un’etica religiosa; mentre quella del fiorentino, secondo il quale l’unico principio che deve guidare il principe è la saldezza dello Stato, è decisamente laica.

Entrambi sono però convinti del peso che l’imponderabile esercita sulle vicende umane e sostengono l’esistenza di un piano che si sottrae al controllo degli uomini. Erasmo ancora la sua tesi della pazzia come autentica saggezza alla constatazione che la vita umana è come il gioco della pazzia.

La pazzia come saggezza in Erasmo

La pazzia incarna, in Erasmo, tutte quelle spinte istintive e passionali che inducono l’uomo ad agire all’infuori delle convenienze e dei calcoli. A fronte di una saggezza astratta e staccata dalla realtà, essa diventa dunque lo strumento che, dando voce alle passioni, consente il contatto reale con la vita, fatta, a sua volta, proprio di passioni.

Divergenze sulla fortuna e il caso

Muovendo da considerazioni simili intorno alla fortuna e all’instabilità delle vicende umane, Erasmo e Machiavelli giungono però a conclusioni discordanti, se non opposte. Nell’Elogio Erasmo riconosce i “diritti” della pazzia, e rivendica la saggezza di coloro che sanno assecondarla anziché contrastarla, nella convinzione che esista comunque un piano divino imperscrutabile per l’uomo in cui anche gli aspetti più imprevedibili acquistano un senso. Machiavelli, al contrario, spostando il terreno dell’imprevedibile dall’ambito della Provvidenza a quello del caso, sostiene che l’uomo ha la possibilità e il dovere di controllarlo tramite la virtù. Se Erasmo si colloca agli antipodi di Machiavelli, agli antipodi si collocano anche le loro concezioni della fortuna: forza da dominare, da batter e da urtare per il pensatore italiano; forza positiva da assecondare per Erasmo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra Erasmo e Machiavelli riguardo al ruolo del principe?
  2. Erasmo crede che l'azione del buon principe debba essere guidata da autentici valori cristiani, mentre Machiavelli sostiene che il principe debba essere guidato dalla saldezza dello Stato, adottando una visione laica.

  3. Come Erasmo interpreta la pazzia nel contesto della saggezza?
  4. Erasmo vede la pazzia come un'incarnazione delle spinte istintive e passionali che permettono un contatto reale con la vita, opponendosi a una saggezza astratta e distaccata dalla realtà.

  5. In che modo Erasmo e Machiavelli divergono sulla concezione della fortuna e del caso?
  6. Erasmo considera la fortuna come una forza positiva da assecondare, legata a un piano divino imperscrutabile, mentre Machiavelli la vede come una forza da dominare e controllare tramite la virtù.

Domande e risposte

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