Concetti Chiave
- Il sonetto di Giovanni Della Casa, noto come "sonetto del sonno", è influenzato dalla delusione personale del poeta per non essere stato nominato cardinale dopo la morte del papa Paolo III Farnese.
- Il componimento cerca conforto nel sonno, raffigurato come una divinità mitologica capace di alleviare le sofferenze fisiche e psicologiche del poeta.
- L'uso di figure retoriche come metafore, personificazioni e antitesi arricchisce il sonetto, creando un linguaggio ricco e complesso rispetto ad altri poeti contemporanei.
- Lo schema metrico del sonetto utilizza rime incrociate e alternate, mentre l'uso diffuso dell'enjambement conferisce un ritmo e una musicalità unici al testo.
- L'insonnia del poeta è descritta come una condizione esistenziale permanente, non attribuibile a eventi contingenti, ma come una parte intrinseca della sua vita.
Indice
Critica al Sonetto del Sonno
Questo sonetto, chiamato anche “sonetto del sonno” è uno dei più noti di Giovanni Della Casa, ma i critici letterari sono concordi nell’affermare che non si tratta certamente del migliore: il linguaggio è troppo retorico e l’ispirazione eccessivamente letteraria.
Biografia di Giovanni Della Casa
Per capirne meglio il contenuto, è necessario considerare alcune vicende biografiche. Uno dei fatti salienti della vita dello scrittore è legato alla morte del papa Paolo III Farnese, avvenuta nel 1549, un evento che ha visto dissolvere la sua forte ambizione di essere nominato cardinale. Questo obbiettivo ha sempre dominato la sua vita e il mancato evento ha costituito un vero e proprio dramma. Come conseguenza della delusione subita, il poeta si ritirò nell’abbazia di Nervesa sul Montello, in provincia di Treviso. Qui, in solitudine compose le maggiori liriche, fra cui il sonetto oggetto di questo appunto. In esso il poeta si rivolge al sonno affinché venga presto a dargli un sollievo tale da poterne liberare dalle sofferenze quotidiane.
Il Sonno e la Mitologia
La composizione si apre con una reminiscenza mitologica: il Sonno viene definito come figlio della Notte la quale è definita calma, morbida e misteriosa. Essi ha il potere di portare sollievo a tutti coloro che soffrono sia fisicamente che psicologicamente, partendo loro di dimenticare tutti quei mali a causa dei quali l’esistenza umana è difficile da vivere e piena di sofferenza.
Invocazione e Descrizione del Sonno
Nella seconda quartina l’invocazione diventa più accorata: il cuore del poeta languisce e non trova pace e il suo corpo è ormai troppo stanco e fragile e per questo è ancor più necessaria la presenza di un sonno ristoratore. A questo punto, del sonno viene data una rappresentazione figurativa, ripresa dalla mitologia. Esso era rappresentato da una divinità alata per cui il poeta gli chiede di volare verso di lui e di stendere e di posare le sue ali scure sul suo corpo.
Interrogativi e Conclusione del Sonetto
La prima terzina si apre con un’interrogativa: il poeta si chiede dove sia il silenzio della notte che rifugge dal giorno e dalla luce e dove siano i sogni leggeri che sono soliti accompagnarlo con passo incerto. Questa ultima espressione vuole sottolineare la labile consistenza dei sogni e il loro continuo fluttuare fra realtà e irrealtà. L’ultima terzina è la constatazione che egli non riuscirà mai ad ottenere la pace che cerca. “povero me che inutilmente di chiamo e che cerco di attirare le tue oscure e fredde (forse “fresche”) ombre!. Il letto su cui è disteso è metaforicamente pieno di sofferenza e le notti insonni portano solo dolore e crudeltà. Da notare la metonimia, in cui il termine “piume” sta per “letto”. In sintesi si può affermare che l’insonnia non è causata da fatti contingenti come spesso succede in altri poeti (come, per esempio l’amore non corrisposto) bensì da una condizione esistenziale permanente.
Schema Metrico e Retorica
Lo schema metrico è il seguente; ABBA, ABBA, CDC, DCD, quindi a rime incrociate nelle due quartine e a rime alternate nelle due terzine.
Il sonetto è caratterizzato da una intensa elaborazione retorica, risultato da tutto un insieme di metafore, personificazioni, esclamazioni, interrogative retoriche, ripetizioni di vario genere, antitesi, coppie o triplicazioni di termini: “… membra stanche e frali”, “…. distendi e posa”, “…. oscure e gelide ombre” “… notti acerbe e dure”, “… vita aspra e noiosa”, “… queta, umida, ombrosa/notte”. Un'altra caratteristica che contribuisce a creare un ritmo e una musicalità del tutto nuova rispetto alle liriche contemporanee è l’uso diffuso dell’ “enjambement”. Siamo molto lontani dall’equilibrio dei sonetti del Petrarca o del Bembo. In questo caso l’enjambement non è un espediente che serve a dare un tocco di variazione alla regolarità dominante. Esso diventa un vero e proprio procedimento poetico tale da modificare spesso la stessa scansione dell’endecasillabo. Utilizzano l’enjambement i versi 1, 2, 3, 5, 6, 7, 10, 12 e 13, quindi 9 versi su 14.
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale al "sonetto del sonno" di Giovanni Della Casa?
- Quali eventi biografici influenzarono la composizione del sonetto?
- Come viene rappresentato il Sonno nella mitologia secondo il sonetto?
- Qual è il tema centrale dell'invocazione al Sonno nel sonetto?
- Qual è lo schema metrico del sonetto e quali figure retoriche sono utilizzate?
I critici letterari concordano nel ritenere che il sonetto non sia il migliore di Giovanni Della Casa, poiché il linguaggio è considerato troppo retorico e l'ispirazione eccessivamente letteraria.
La morte del papa Paolo III Farnese nel 1549, che infranse l'ambizione di Giovanni Della Casa di diventare cardinale, influenzò profondamente il poeta, portandolo a ritirarsi nell'abbazia di Nervesa e a comporre il sonetto.
Nel sonetto, il Sonno è descritto come figlio della Notte, calma e misteriosa, con il potere di portare sollievo a chi soffre, permettendo di dimenticare i mali della vita.
Il tema centrale è la richiesta accorata del poeta affinché il Sonno, rappresentato come una divinità alata, venga a portargli sollievo e pace, stendendo le sue ali scure sul suo corpo stanco.
Lo schema metrico è ABBA, ABBA, CDC, DCD, con rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Il sonetto utilizza metafore, personificazioni, esclamazioni, interrogative retoriche, antitesi e enjambement per creare un ritmo e una musicalità distintiva.