Concetti Chiave
- Il volgare è descritto come una lingua giovane ma già utilizzata da scrittori eccellenti, con Dante e Petrarca al centro della discussione per la loro importanza letteraria.
- Bembo valorizza la prosa di Boccaccio, considerandolo un modello perfetto e il risultato più alto del genere, nonostante un giudizio meno positivo sulle opere poetiche dello stesso autore.
- L'Umanesimo ha riportato il latino alla sua purezza, ma il volgare è ormai visto come una lingua letteraria irreversibile, necessitando di una soluzione linguistica pura ed elegante.
- Bembo dimostra abilità nel sintetizzare la storia letteraria, mettendo in luce i grandi autori del Trecento e l'evoluzione fino all'Umanesimo.
- La prosa di Bembo è un esempio di rigore e complessità, seguendo il modello di Boccaccio e caratterizzata da una sintassi elaborata e toni uniformi.
Indice
Il Volgare e gli Scrittori
Dal punto di vista linguistico, Il volgare e gli scrittori Il volgare è ancora, dal punto di vista letterario, una lingua giovane, ma in essa si sono già espressi numerosi ed eccellenti scrittori che Bembo elenca con qualche fugace cenno critico. Egli menziona in primo luogo i poeti, poi i prosatori, i primi ben più numerosi dei secondi.
La figura centrale è quella di Dante, anche per la sua posizione a cavallo dei due secoli presi in considerazione, cioè il Duecento e il Trecento. In questo passo Dante viene esaltato come “grande e magnifico poeta” ma la palma di migliore va comunque attribuita a Petrarca, sulla base della raffinatezza del suo linguaggio poetico, ovvero per motivi che oggi definiremmo sostanzialmente formali.Cronistoria della Prosa Italiana
Più rapida è invece la cronistoria della prosa italiana dalle origini al Boccaccio. Anche qui, accanto a un classico minore come Giovanni Villani, Bembo cita in quest’opera autori dimenticati come Guido da Messina, ma ciò che più gli preme è arrivare a Boccaccio, la cui centralità è nettamente espressa nella formula "nato per la prosa". In questo modo Bembo formula però implicitamente un giudizio negativo delle opere poetiche dell'autore del Decameron. Da notare che per l'autore esiste una linea evolutiva ben precisa all'interno della produzione letteraria di Boccaccio che, pur avendo mostrato un grande talento di prosatore fin dalle s prime prove, soltanto con la prosa del Decameron ha conseguito il risultato più alto e perfetto tanto da potere essere indicato come un modello per gli altri scrittori.
Un Volgare Puro ed Elegante
Un volgare puro ed elegante Boccaccio e Petrarca rappresentano il punto di arrivo del discorso critico di Pietro Bembo. Dopo di loro la letteratura in volgare sembra segnare il passo: gli scrittori successivi sono infatti lontani dall'aver conseguito gli stessi risultati. Bembo coglie con precisione anche un importante passaggio culturale: la sua epoca, che corrisponde a grandi linee all'età dell'Umanesimo, ha restituito al latino la sua purezza e la sua eleganza formale, dopo le tante contaminazioni medievali, rendendolo di nuovo un concorrente temibile per il volgare come lingua letteraria. Il discorso sembrava nel Trecento ormai chiuso, ma l'Umanesimo sembra averlo riaperto. Tuttavia per Bembo l'uso del volgare è un fenomeno ormai irreversibile, occorre però mettere a punto una soluzione linguistica che abbia le caratteristiche della purezza e dell'eleganza.
Sintesi e Stile di Bembo
Nell’opera l'autore mostra le sue capacità di sintetizzare in maniera rapida ed essenziale le sue argomentazioni. In poche battute, infatti, viene tratteggiata la storia letteraria delle origini, tutta imperniata su alcuni nomi più o meno noti; segue, senza soluzione di continuità, la considerazione di quanto è avvenuto in epoca più recente, passando attraverso lo snodo cruciale rappresentato dall'opera dei grandi autori del Trecento. Colpisce, in questo contesto, la capacità dell'autore di riepilogare in modo chiaro e stringente quanto è stato oggetto di trattazione nel corso delle lunghe battute affidate ai protagonisti del dialogo, che qui vengono collocati in una posizione subordinata per cedere il passo all'intervento diretto dell'autore stesso. La sintassi è invece rigorosa ed elaborata e la prosa di Bembo è essa stessa un esempio concreto della sua scelta di seguire il modello rappresentato da Boccaccio. Il lettore si trova infatti di fronte a una costruzione linguisticamente molto sorvegliata, caratterizzata dalla composizione rigorosa dei periodi, da una sostanziale uniformità di tono, da una sintassi ricca di formule colte. periodi, solitamente ampi e retoricamente elaborati, trovano il loro coronamento nella formulazione di concetti che l'autore propone quando esorta gli scrittori ad esercitare la loro una forma sentenziosa. Come, ad esempio, arte guardando ai modelli del passato.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Dante e Petrarca nella letteratura volgare secondo Bembo?
- Come viene valutata la prosa di Boccaccio da Bembo?
- Qual è la visione di Bembo sull'uso del volgare rispetto al latino?
- In che modo Bembo sintetizza la storia letteraria?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche della prosa di Bembo?
Dante è esaltato come "grande e magnifico poeta", ma Bembo attribuisce la palma di migliore a Petrarca per la raffinatezza del suo linguaggio poetico.
Bembo considera Boccaccio centrale per la prosa italiana, definendolo "nato per la prosa" e indicando il Decameron come il suo risultato più alto e perfetto.
Bembo riconosce che l'Umanesimo ha restituito purezza al latino, ma considera l'uso del volgare un fenomeno irreversibile, pur necessitando di una soluzione linguistica pura ed elegante.
Bembo sintetizza rapidamente la storia letteraria, concentrandosi su alcuni autori chiave e passando attraverso lo snodo cruciale del Trecento, con una prosa rigorosa ed elaborata.
La prosa di Bembo è caratterizzata da una costruzione linguistica sorvegliata, con periodi ampi e retoricamente elaborati, e una sintassi ricca di formule colte.