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Concetti Chiave

  • Giambattista Basile, autore del Seicento, è noto per aver scritto la prima raccolta di fiabe in napoletano, contribuendo significativamente alla lingua.
  • Il suo capolavoro, "Lo cunto de li cunti", si ispira alla struttura del Decamerone, raccogliendo cinquanta fiabe narrate da dieci popolane in cinque giorni.
  • Basile integra elementi popolari e fantastici in una struttura tradizionale, utilizzando neologismi e metafore che creano un discorso sorprendente.
  • Le sue fiabe sono caratterizzate da elementi cruenti e violenti, con la presenza di mostri e omicidi.
  • Nel Novecento, grazie a Benedetto Croce e Roberto De Simone, Basile ottiene maggiore fama con traduzioni e adattamenti musicali delle sue opere.

(Tra la poesia di maniera e la prosa scientifica si sviluppa la favola, una parentesi per l’Italia mentre molto di più per il resto del mondo).

Indice

  1. Giambattista Basile e il suo contributo linguistico
  2. Il capolavoro "Lo cunto de li cunti"
  3. Struttura e fama delle fiabe di Basile

Giambattista Basile e il suo contributo linguistico

Giambattista Basile è un autore del seicento, un po’ trascurato dalle antologie di letteratura ma molto importante poiché il primo a scrivere una raccolta di fiabe e inoltre primo a scrivere in napoletano dando un grandissimo contributo a livello linguistico.

Il capolavoro "Lo cunto de li cunti"

Inizialmente poeta di corte successivamente autore di “Lo cunto de li cunti” o “Il pentamerone”, il suo capolavoro in cui prende ispirazione dal Decamerone e a sua volta entrambi ispirati a “Le mille e una notte e alla “Leggenda dei sette savi”, riprende infatti proprio uno schema boccaccesco raccogliendo una serie di cinquanta fiabe, traducendole in napoletano, che vengono raccontate da dieci popolane nel corso di cinque giornate, creando un legame tra le diverse storie.

Struttura e fama delle fiabe di Basile

In una struttura tradizionale s’innesta la materia popolare e fantastica, utilizzando neologismi, fuochi pirotecnici della parola e nelle metafore e crea un discorso dialettale che suscita meraviglia. Le sue fiabe sono però anche cruente, violente, con mostri e omicidi. La vera fama la raggiunge nel novecento grazie a Benedetto Croce che traduce "Lo cunto de li cunti” in italiano e grazie a Roberto De Simone che mette in musica la sua “Gatta cenerentola”.

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