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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798, visse in un ambiente familiare rigido e affrontò studi intensi, viaggiando in varie città italiane per trovare contatti intellettuali.
  • La "Teoria del piacere" di Leopardi esplora l'infelicità umana come risultato della distanza tra il desiderio infinito e la realtà limitata, con la ragione illuministica vista come inadeguata a migliorare la vita.
  • Leopardi ridefinisce i concetti di natura e ragione, vedendo la natura come matrigna e la ragione come strumento per affrontare la sofferenza, enfatizzando la consapevolezza della decadenza umana.
  • Le opere di Leopardi, come lo "Zibaldone dei pensieri", riflettono una miscela di annotazioni e osservazioni che esprimono una visione pessimistica della natura e della felicità umana.
  • La poesia per Leopardi ha una funzione consolatoria, attenuando l'infelicità attraverso l'immaginazione e le illusioni, con attenzione alle parole che evocano forti emozioni e idee indefinite.

Indice

  1. Infanzia e Viaggi di Leopardi
  2. Zibaldone e Contrapposizioni
  3. I Canti e la Poesia
  4. Dialoghi e Riflessioni

Infanzia e Viaggi di Leopardi

Nasce nel 1798 a Recanati, Marche, cittadina dello Stato della Chiesa.

Ambiente familiare rigido; si affonda in uno studio profondo.

Tenta una fuga da Recanati, ma fallisce. Successivamente fa un viaggio a Roma ma ne rimane deluso.

Fa un andirivieni tra le città italiane: Milano, Bologna, Firenze (grazie a degli amici), Pisa: non ha facili contatti con gli intellettuali del tempo. Torna a Recanati per ragioni economiche e di salute.

Ultimi anni: si reca a Napoli dove il clima può giovare alla sua salute; pubblica l’edizione definitiva dei Canti.

- Piacere come istinto profondo, infelicità frutto della distanza tra infinità del desiderio e finitezza del reale;

- Storia umana come decadenza da un felice stato di natura;

- Natura benigna, ragione causa di infelicità;

- Ragione illuministica = mezzo utile per scoprire il vero, ma non per migliorare la vita.

- Ripudio delle illusioni;

- Natura matrigna (perché inganna l’uomo). Ragione = strumento per affrontare la realtà;

- In una prima fase crede che essa sia benigna = madre che lavora in modo provvidenziale, è in grado di creare male di vivere. L’uomo è in grado di creare una realtà in cui rifugiarsi;

- Sostiene che gli uomini primitivi fossero felici perché privi del progresso;

- Successivamente ritiene che tutto il mondo soffra per colpa della natura, l’uomo ne soffre di più perché ne è consapevole per via della ragione: natura nemica della felicità.

- Sfiducia nel progresso scientifico e politico;

- Rifiuto di una concezione pedagogica della poesia;

- Tema centrale della solidarietà umana. Consapevolezza della sofferenza comune.

Zibaldone e Contrapposizioni

Zibaldone dei pensieri: 4500 pagine di appunti, annotazioni, osservazioni, abbozzi, stesi dal luglio-agosto 1817 al dicembre 1832. Pubblicato per la 1° volta dopo la sua morte; poi fu ripubblicato.

“Zibaldone” = miscuglio di cose diverse: scelto da Leopardi per alludere al carattere misto e disordinato delle annotazioni.

- Contrapposizione tra natura e ragione è un tema ricorrente del pensiero di Leopardi;

- Leopardi definisce il suo secolo “il secolo della ragione”: causa della decadenza umana;

- Superare i limiti del finito con l’immaginazione e con le illusioni: immaginazione come fonte di salvezza = poesia che salva;

- La ragione tende a riordinare;

- Nel secondo brano riflette sul tema dei rapporti sociali: Leopardi afferma che i vizi non sono cause della decadenza, ma sue conseguenze.

- Rappresenta la storia umana come decadenza da una condizione di originaria felicità a una situazione di dolorosa consapevolezza, caratterizzata dal declino delle facoltà poetiche e immaginative = passaggio da infanzia a età adulta;

- Leopardi esalta i miti dell’antichità: mitologia come espressione di un’armonia con la natura perduta, che il poeta moderno non può ricreare.

- Dedicato al desiderio di piacere dell’uomo e al suo conflitto con i limiti della realtà;

- Mostra il valore che Leopardi attribuisce all’immaginazione e alla poesia (esistono parole poetiche);

- Ogni essere vivente è spinto da un desiderio di piacere infinito;

- Poiché il nostro mondo è limitato, gli oggetti non possono soddisfare questo desiderio;

- Infelicità dell’uomo deriva dal contrasto tra infinità del desiderio e finitezza del mondo;

- L’immaginazione però ci consente di concepire mentalmente quel piacere;

- L’unica felicità concessa all’uomo è dunque quella che proviene dalle speranze e dalle illusioni provenienti dall'immaginazione.

- Ha un ruolo di consolazione, è fonte di piacere = attenua l’infelicità;

- Essa si esprime attraverso termini (linguaggio denotativo) e parole (linguaggio connotativo);

- Leopardi è un attento ricercatore di parole: distingue le parole che sono giuste per definire l’indefinito, per questo a volte non fa finire le parole.

- Si riferisce alle scelte linguistiche che sono più capaci di destare forti emozioni, per riempire il lettore di idee indefinite, vaste, sublimi;

- Sono le parole che danno alla poesia il compito di far stare bene;

- La poesia non svela nulla = oscurissima.

- Esse suscitano effetti di indefinito;

- Nel 1°: sensazioni visive; nel 2°: sensazioni uditive  creano piacevolezza nel lettore.

Contraddizione spaventevole

- Ridefinisce il concetto di natura, concepita come forza che regola il divenire delle cose  il suo scopo non è la felicità delle creature;

- L’istinto che spinge l’uomo a vivere è la ricerca della propria felicità, ma la funzione biologica che la natura gli attribuisce comporta la sua sofferenza e la sua morte, quindi la negazione della felicità/piacere = contraddizione spaventevole che grava sull’uomo;

- Ritroviamo quello che si vede nel testo dell’islandese.

- Descrive un paesaggio sorridente: giardino fiorito in primavera: ma la natura nasconde morte e distruzione;

- All’inizio dello Zibaldone l’infelicità colpiva la consapevolezza razionale ed escludeva bambini, anziani, antichi ed esseri inconsapevoli, ora tutti sono condannati all’insofferenza;

- Unico caso in cui Leopardi usa figure retoriche, scelte sintattiche e lessicali, disposizioni delle parti descrittive e argomentative;

- L’apostrofe iniziale coinvolge da subito il lettore nella contemplazione superficiale del giardino per poi accompagnarlo in un’analisi più profonda e particolare;

- Nella parte finale l’osservatore diventa personaggio e contribuisce allo scempio generale anche solo entrando nel giardino.

- Risponde all’accusa di sostenere una visione del mondo nemica dell’umanità;

- Ora la ragione assume una funzione positiva: solo attraverso essa gli uomini possono arrivare a conoscere le cause dei loro mali.

I Canti e la Poesia

I Canti: raccolta di quasi tutte le opere in versi di Leopardi. Se ne hanno due edizioni: una fiorentina del 1831 e quella napoletana del ’35, arricchita dalle liriche, molte composizioni erano già state pubblicate. L’edizione definitiva si ha nel ’45 a Firenze, dopo la sua morte. In quest’ultima si trovano le ultime liriche e La Ginestra. In tutto 41 liriche.

- Endecasillabi sciolti, mette 15 versi invece che 14;

- Si riferisce a un colle vicino a Recanati. Sembra che vi si recasse spesso, ci torna perché nei versi successivi parla al presente. Il paesaggio gli sta lontano;

- La siepe è un ostacolo quasi invalicabile;

- Il cuore si impaurisce di fronte all’idea di vastità infinita;

- Paragona il silenzio alla voce del vento;

- È una poesia molto musicale, usa enjambement per dare fluidità al discorso (vv. 5);

- “il dolce naufragar” = ossimoro. Il naufragare è dolce perché lo porta a pensare;

- Ricerca della giusta posizione delle parole, se si scambiano non è più una poesia;

- Da vv.4 a vv.8 si immagina l’infinito;

- Vv. 1 = iperbato, soggetto in fondo al verso;

- “Sedendo e mirando” = modi indeterminati.

- Espressione più compiuta del “pessimismo cosmico”;

- Sceglie personaggi immaginari: un islandese perché abitante di un paese inospitale, dove più si sente la crudeltà della natura: è simbolo dell’intera umanità;

- Vi sono sequenze narrative e descrittive;

- L’islandese espone le idee di Leopardi in un monologo: ritiene che la natura sia nemica degli uomini, in realtà è indifferente e non si accorge né di aiutare, né di danneggiare l’uomo;

- Islandese sostiene che visto che la natura gli ha dato uno spazio in cui vivere, dovrebbe trattarlo come un ospite: natura ostile che non lascia spazio all’uomo;

- L’uomo ritiene che la sofferenza domini tutto il mondo ed è data da fenomeni biologici (ad es. malattia).

- 3 strofe di diversa misura di endecasillabi e settenari liberamente rimati,

- Parallelismo tra poeta e uccellino;

- Il suo antecedente più diretto potrebbe essere un sonetto di Petrarca;

- 1° strofa: descrizione della vita del passero durante la primavera;

- 2° strofa: somiglianza con la giovinezza del poeta;

- 3° e ultima strofa: riflessione sulla differenza tra i 2 protagonisti: il passero agisce per istinto, il poeta per scelta, quindi essendo responsabile della propria infelicità ne proverà rimpianto in futuro;

- Partendo dal paesaggio pastorale va a riflettere sul suo stato d’animo.

- È un dialogo vivace che si riflette sul futuro, incentrato sul tema della felicità;

- Un venditore di almanacchi s’imbatte in un filosofo che, prendendo spunto dagli oggetti messi in vendita lo coinvolge in un ragionamento circa il senso della vita. Essendo che i calendari sono dell’anno nuovo, il filosofo fa una riflessione rivolta al futuro;

- Sembra un dialogo socratico di Platone perché solo uno dei due interlocutori porta un messaggio, l’altro interviene aiutando a far emergere la verità: nei dialoghi di Platone, Socrate conduce il dialogo e lascia al suo interlocutore il compito di movimentare il dialogo;

- Il piacere non è mai presente, ma solo futuro: ci illudiamo che in futuro arriverà il piacere.

Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

- L’idea gli fu suggerita da un articolo di giornale, resoconto dei viaggi di un barone in Asia. L’articolo si riferiva soprattutto all’attitudine dei pastori poveri e analfabeti della zona;

- 6 strofe di diversa lunghezza di endecasillabi e settenari liberamente alternati e ritmati. Ogni strofa termina con la rima in -ale;

- Luna: tanto bella e vicina da invitare al colloquio, al tempo stesso fredda e remota spettatrice;

- Inizia con delle domande incalzanti, segue una descrizione delle fasi lunari;

- Ambientato in un luogo lontano e indefinito (a differenza delle altre opere), il protagonista è un pastore anonimo;

- Pastore: significato filosofico. Personaggio ingenuo in continuo contatto con la natura, pur essendo consapevole dell’infelicità universale;

- Ultimi 3 vv. pessimismo cosmico: dice che la felicità non appartiene ad alcun essere vivente;

- Ricorre il tema dell’infinito.

- Composta nel 1836 in una villa vicino al Vesuvio, pubblicata nel 1845. Fu inserita alla fine dei Canti come voleva Leopardi;

- 7 strofe di diversa lunghezza di endecasillabi e settenari liberamente alternati e ritmati;

- Ginestra: fiore giallo con un lungo stelo, resite alle temperature calde. Leopardi la vede alle pendici del Vesuvio;

- Inizia con una cit da Giovanni III: Leopardi rovescia il concetto evangelico dicendo che all’uomo converrebbe rimanere nelle tenebre;

- Nel suo periodo si sviluppano teorie spiritualiste (ad es. centralità dell’uomo) e si trova un progresso nell’umanità, Leopardi pensa invece che questo sia un regresso;

- Dialogo iniziale con la ginestra, simbolo di compassione verso la sofferenza, in un paesaggio desertico e desolato;

- Equiparazione tra formiche e uomini, ugualmente piccoli di fronte alla potenza distruttiva della natura;

- Contadino teme ancora l’eruzione del vulcano e contempla le città distrutte;

- In chiusura la ginestra diventa simbolo della nobiltà d’animo di chi sa affrontare il proprio destino senza rifugiarsi nelle illusioni;

- Struttura circolare: la ginestra appare all’inizio e alla fine;

- Alternanza tra i momenti lirico-descrittivi (1°, strofa centrale e ultima strofa) e quelli argomentativi;

- Scarsità di rime, tanti enjambements, pause interne ai versi;

- Paesaggi aspri e desertici, privi di immagini e suggestioni.

- 6 strofe di diversa misura di endecasillabi e settenari liberamente alternati e ritmati;

- Si riferisce a Teresa Fattorini, morta di tubercolosi;

- Il presente si mescola al ricordo: il tema della rimembranza si trova molto in Leopardi. Con il ricordo il dolore è meno pungente, ma permangono la nostalgia e la malinconia; si può avere un’idea vaga che lascia felicità;

- Silvia diventa l’interlocutore del poeta, si ricorda di lei come di una canzone;

- Tema centrale: caduta delle illusioni della giovinezza. I due hanno subito lo stesso inganno da parte della natura che li ha colmati di speranze nella giovinezza, ma questi sono destinati a cadere nell’età adulta, di fronte al vero;

- 1° strofa: introduce S. e il motivo del ricordo;

- 2° e 3° strofa: dedicate all’evocazione di Silvia e del poeta da giovani;

- Strofa centrale: contrasto tra i sogni della giovinezza e la consapevolezza dell’età adulta;

- 2 strofe finali: dedicate a Silvia e a Leopardi nella fase della caduta delle illusioni: morte precoce di S.

Il sabato del villaggio

- 4 strofe…;

- Paesaggio autunnale;

- Essenza negativa del piacere che il poeta fa consistere nell’aspettativa del futuro: solo il momento dell’attesa è bello, quando la festa tanto aspettata arriva subentra la delusione;

- 1° e 2° strofa: sezione descrittiva;

- 2° strofa: indaga gli effetti psicologici sulla pop del borgo;

- 4° strofa: sezione in cui il poeta fa una considerazione sulla condizione umana;

- Abbondanza di rime (baciate), lessico semplice, immagini vaghe e indefinite, ricorrere di parole che riportano alla giovinezza (fiorita, chiaro, sereno, festa…).

- Ispirato all’amore non corrisposto di Fanny Targioni Tozzetti;

- 1 strofa di endecasillabi e settenari liberamente alternati e ritmati;

- I versi non sono finiti, usa l’imperativo, le frasi sembrano combinazioni ossimoriche;

- Parla del suo cuore che è il suo interlocutore. “Palpitasti” = battito del cuore, ritmo che rappresenta la vita;

- Disprezza la natura: abbandono della poetica dell’indefinito e utilizzo di nuove scelte stilistiche e linguistiche  lessico spoglio, no immagini visive, frasi brevi separate da punti;

- Ha superato i dolori: dimostra la propria grandezza interiore, la capacità di affrontare il destino;

- Sdoppiamento dell’io del poeta: la parte razionale esorta il cuore a riconoscere la sproporzione tra la grandezza delle sue aspirazioni e la piccolezza del mondo, a rinunciare dunque a ogni speranza, a soffocare la tendenza a cedere alle illusioni.

- Sono presenti caratteristiche fonetiche di suono = racconta i suoni;

- 3 strofe...;

- Inimicizia tra natura e uomo: nuova concezione del piacere secondo cui esso esiste come cessazione di un dolore;

- 1° parte: descrizione del mondo agreste che riprende la sua vita al finire della tempesta;

- 2° parte: smaschera la serenità perché sa che il sollievo che si diffonde è illusorio e momentaneo;

- 2 intonazioni: affettuosa, semplice, idilliaca; aspra, tesa, polemica:

- passaggio dalla struttura sintattica limpida a quella complessa e drammatica;

- distribuzione disomogenea delle rime e delle assonanze;

- uso dell’ironia in contrasto con la serenità della prima parte.

Dialoghi e Riflessioni

Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie

- Atmosfera macabra e ironica che si rifà al gusto notturno e sepolcrale del romanticismo;

- Gli astrologi antichi sostenevano che nell’anno in cui tutti gli astri sarebbero tornati nelle loro posizioni di partenza, i morti avrebbero parlato;

- Fede è uno scienziato che dopo uno spavento iniziale si chiede “come avviene la morte?”;

- Il morto parla per conto di Leopardi: alla morte non si prova alcun sentimento  è una sorta di piacere soprattutto perché libera la mente dal farsi domande: i morti non si dicono niente, essa libera dal tedio, in un certo senso appaga il desiderio di infinito dell’animo umano;

- Vi sono un coro iniziale in versi e successivamente il dialogo in prosa.

- È la conclusione e il commento delle Operette morali, anche come risposta ai giudizi raccolti dall’edizione precedente;

- Leopardi = Tristano finge di accogliere le idee dei suoi tempi lasciandosi alle spalle le concezioni pessimistiche, alla fine si toglie la “maschera” di ironia e ribadisce i principi che stanno alla base dell’opera:

- Da un lato dichiara di accogliere la felicità della vita;

- Dall’altro porta avanti le argomentazioni che aveva ripudiato.

- Dal vv. 90 Tristano abbandona l’ironia ed esprime il suo distacco dal mondo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali viaggi di Leopardi e come hanno influenzato la sua vita?
  2. Leopardi è nato a Recanati nel 1798 e ha vissuto in un ambiente familiare rigido. Ha tentato di fuggire da Recanati senza successo e ha viaggiato a Roma, rimanendone deluso. Ha vissuto in diverse città italiane come Milano, Bologna, Firenze e Pisa, ma ha avuto difficoltà a stabilire contatti con gli intellettuali del tempo. Infine, si è trasferito a Napoli per motivi di salute, dove ha pubblicato l'edizione definitiva dei "Canti".

  3. Qual è il tema centrale dello "Zibaldone" di Leopardi?
  4. Lo "Zibaldone" di Leopardi, una raccolta di 4500 pagine di appunti e riflessioni, esplora la contrapposizione tra natura e ragione. Leopardi vede la ragione come causa della decadenza umana e sostiene che l'immaginazione e le illusioni possono superare i limiti del finito, offrendo una forma di salvezza attraverso la poesia.

  5. Come Leopardi descrive la natura nei suoi scritti?
  6. Leopardi descrive la natura come una forza che regola il divenire delle cose, ma non ha come scopo la felicità delle creature. Inizialmente la vede come benigna, ma successivamente la considera una matrigna che inganna l'uomo, rendendolo consapevole della sua infelicità attraverso la ragione.

  7. Qual è il significato del "pessimismo cosmico" nei "Canti" di Leopardi?
  8. Nei "Canti", Leopardi esprime il "pessimismo cosmico", una visione in cui la felicità non appartiene ad alcun essere vivente. La natura è indifferente e non si accorge né di aiutare né di danneggiare l'uomo. Questo pessimismo è riflesso nei suoi personaggi immaginari, come l'islandese, che rappresentano l'intera umanità.

  9. Quali sono le caratteristiche stilistiche delle poesie di Leopardi?
  10. Le poesie di Leopardi sono caratterizzate da una musicalità intensa, l'uso di enjambement per fluidità, e una ricerca accurata delle parole per esprimere l'indefinito. Utilizza figure retoriche, scelte sintattiche e lessicali per suscitare emozioni forti e creare un effetto di indefinito, spesso con una struttura circolare e un linguaggio connotativo.

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