Concetti Chiave
- La teoria del piacere di Leopardi associa il piacere alla felicità, sostenendo che il desiderio di felicità è infinito e si estingue solo con la morte.
- Leopardi vede il piacere come un concetto astratto e illimitato, mentre i piaceri specifici sono limitati e circoscritti.
- Il piacere è percepito attraverso il futuro, il ricordo e l'immaginazione, come illustrato in opere come "Sabato del villaggio" e "L'infinito".
- L'uomo cerca surrogati del piacere poiché non riesce a soddisfare pienamente il suo desiderio di felicità.
- Nell'operetta "Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere", Leopardi esplicita l'idea che la felicità può risiedere nell'attesa del futuro.
La Teoria del Piacere di Leopardi
La teoria del piacere si sviluppa tra il 1819 e il 1823. Leopardi identifica il piacere con la felicità. Siccome la tendenza alla felicità è insita nella vita dell’uomo, allora ogni piacere è limitato. Il desiderio del piacere è illimitato ma si spegne quando l’uomo muore.
Piacere qui è inteso come elemento astratto.
Ogni piacere è circoscritto, invece il piacere è illimitato. Piacere è inteso in senso assoluto. Il brano dello Zibaldone del 1820 presenta il nucleo della teoria del piacere.
Il Desiderio Illimitato di Felicità
Il poeta sostiene che “l’anima umana desidera sempre e mira unicamente al piacere, ossia alla felicità. Questo desiderio non ha limiti e termina solamente colla vita. E non ha limiti né per durata né per estensione.
Surrogati di Felicità
Per Leopardi si prova il piacere nella ricerca della felicità nel:
* Futuro: (Sabato del villaggio);
* Ricordo (Alla Luna);
* Immaginazione: immaginando di naufragare nell’infinito, lui immagina di trovare la sua felicità (L’infinito). L’uomo non riesce a soddisfare il suo bisogno di piacere, così crea dei surrogati (futuro-ricordo-immaginazione). L’idea che la felicità può consistere nell’attesa del futuro è ben esplicitata nell’operetta del 1827: “Dialogo un venditore di almanacchi e di un passeggere”.