filippo.mauro
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Concetti Chiave

  • Il pessimismo di Leopardi è influenzato dall'ambiente familiare, dal luogo di nascita e dalla sua condizione fisica.
  • Il pessimismo storico vede la civiltà come causa dell'infelicità umana, nascondendo la vera natura infelice dell'uomo.
  • Il pessimismo cosmico considera la natura indifferente alla sofferenza individuale, focalizzata sulla sopravvivenza della specie.
  • La ricerca del piacere infinito porta l'uomo all'infelicità, secondo Leopardi la felicità risiede nell'attesa del piacere.
  • Nel periodo 1815-16, Leopardi transita dagli studi eruditi alla poesia, ispirato da poeti classici e moderni.

Indice

  1. Origini del Pessimismo Leopardiano
  2. La Ricerca del Piacere e l'Infelicità
  3. Transizione alla Poesia e Gli Idilli

Origini del Pessimismo Leopardiano

Il pessimismo di Leopardi nasce dall’ambiente familiare, dal paese e dalla sua condizione fisica. Questo pessimismo si divide in:

Pessimismo storico: l’uomo è infelice a causa di sé stesso in quanto si è civilizzato. È la civiltà a renderci infelici. Quando si viveva nelle foreste la natura era benigna perché aiutava i nostri avi a rimanere inconsapevoli.

È come se la natura mettesse un velo sopra gli occhi degli uomini per non farli rendere conto del loro reale stato d’infelicità.

Pessimismo cosmico: l’uomo con il tempo ha scoperto la civiltà, si è evoluto, e si è reso conto della sua reale condizione. La natura è quindi matrigna, cioè non pensa al singolo individuo ma alla specie in generale. Se un singolo individuo soffre la natura nemmeno se ne accorge perché pensa a portare avanti la specie. Tutti gli esseri viventi sono coinvolti in questo stato d’infelicità.

La Ricerca del Piacere e l'Infelicità

Leopardi dice che siamo in questa situazione di pessimismo perché l’individuo identifica la felicità nel piacere. L’uomo però non cerca un piacere ma IL piacere: un piacere continuo. Se ciò non accade diventa infelice.

Transizione alla Poesia e Gli Idilli

Siccome il piacere non può essere infinito l’uomo si deprime e cade nell’infelicità. Per Leopardi la felicità la abbiamo nell’attesa del piacere, che è il piacere stesso. In questo periodo (1815-16) passa dall’erudizione al bello. Dai sette anni di studio “matto e disperatissimo” si dedica alla poesia e scrive “Gli idilli”. È una poesia fatta di molta immaginazione, che è una cosa molto bella. Abbandona quindi gli studi filologici e si dedica alla poesia. Inizia a leggere i poeti classici (Omero, Virgilio, Dante) ma anche i moderni (Rousseau ecc.).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini del pessimismo leopardiano?
  2. Il pessimismo di Leopardi deriva dall'ambiente familiare, dal paese e dalla sua condizione fisica, e si divide in pessimismo storico e cosmico.

  3. Come Leopardi descrive la ricerca del piacere e l'infelicità?
  4. Leopardi sostiene che l'infelicità deriva dal desiderio dell'uomo di un piacere continuo, che non può essere soddisfatto, portando così all'infelicità.

  5. Qual è la transizione di Leopardi verso la poesia e cosa rappresentano "Gli Idilli"?
  6. Leopardi passa dall'erudizione alla poesia, abbandonando gli studi filologici per dedicarsi alla bellezza e all'immaginazione, scrivendo "Gli Idilli" durante questo periodo.

Domande e risposte

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