Concetti Chiave
- Leopardi subisce un cambiamento nel 1819, passando dalla ricerca del "bello" al "vero", trasformando la sua poesia da immaginativa a riflessiva.
- Nell'opera "Zibaldone", Leopardi annota pensieri e riflessioni, evidenziando l'importanza dell'immaginazione come salvezza contro l'infelicità umana.
- Il pessimismo cosmico di Leopardi sostiene che l'infelicità è una condizione universale, comune a uomini e animali.
- Il pessimismo storico di Leopardi sottolinea che solo gli antichi, privi di distrazioni moderne, potevano avvicinarsi alla felicità attraverso l'immaginazione.
- Nella teoria del piacere, Leopardi afferma che mentre il piacere infinito è irraggiungibile nella realtà, l'immaginazione permette di concepire piaceri infiniti.
Indice
La fuga e la delusione di Leopardi
Nel 1819 si sente soffocato dalla sua città e così cerca di scappare, ma fu scoperto e sventato. Questa ulteriore delusione porta un altro cambiamento a Leopardi, dal “bello” al “vero” dalla poesia che tratta di immaginazione alla poesia che è scritta con il pensiero.
L'Infinito e lo Zibaldone
Nel 1819 scrive anche l’Infinito e arricchisce lo "Zibaldone" che è un diario dove annotava tutti i suoi appunti, riflessioni varie, iniziato a scrivere due anni prima.
Il pensiero sull'infelicità umana
Al centro del pensiero di Leopardi c’è l’infelicità dell’uomo, causata dagli uomini che aspirano ai propri sogni ma che sono impossibili da raggiungere. Ma Leopardi ringrazia la natura perché ha voluto donare l’immaginazione all’uomo, che è la sua salvezza.
Pessimismo cosmico e storico
Pessimismo cosmico: sia che si nasca uomini che si nasca animali, si è sempre infelici.
Pessimismo storico: l’uomo è infelice perché non può raggiungere i suoi sogni, i suoi obiettivi, solo gli antichi possono grazie all’immaginazione, visto che altro non avevano.
La teoria del piacere e la poesia
La teoria del piacere: Se nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, l’uomo può figurarsi piaceri infiniti mediante l’immaginazione. Per lui la poesia è soprattutto espressione di una spontaneità originaria, di un mondo interiore immaginoso e fantastico, proprio dei primitivi e dei fanciulli.